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Il Codice Voynich: il manoscritto misterioso più controverso al mondo

Creato il 11 settembre 2015 da Thoth @thoth14

codiceVoynichClaudio Foti nasce il 5 settembre 1967 a Roma, dove vive e lavora. Giornalista, romanziere, saggista ha pubblicato diversi romanzi: MONDO DI ATHON- Dubb e gli adoratori di Fernia – TRILOGIA DI ZYMILL; ROMA 999; TRILOGIA MAYA; 100 COLPI D’ASCIA; LA LANCIA DI LONGINUS fra i più importanti. Mentre fra i saggi spiccano, soprattutto, WINDIGO e CODICE VOYNICH. Alcuni titoli dei suoi racconti: DENDERA; IL RE NERO LYCAORNIA. Claudio Foti collabora con emittenti televisive e radiofoniche locali e nazionali. A testimonianza tangibile della sua passione per la letteratura, ha istituito il premio letterario “Roma da scrivere”. Ma Claudio Foti è, innanzi tutto e primariamente, uno studioso del Mistero in tutte le sue forme e componenti, non solo perché fa parte della redazione di “Portale del Mistero” il primo portale web italiano sui misteri ma perché, da tempo, è uno studioso del famoso Manoscritto(o codice)Voynich, forse il manoscritto misterioso più controverso al mondo, sul quale da sempre studiosi di ogni genere e di fama internazionale, dilettanti e appassionati di mistero, semplici curiosi e perfino la CIA, l’ex KGB sovietico e altri servizi segreti di paesi importanti si sono arrovellati e si arrovellano la mente inutilmente.

Francesca Rita Rombolà ha conversato con Claudio Foti in veste di studioso del Mistero e proprio riguardo al Manoscritto Voynich.

D – Claudio Foti, da quanto tempo studia il manoscritto Woynich?

Ciao Francesca,  da anni ormai studio il Codice Voynich. Sono venuto a conoscenza di questo manoscritto quando, raccogliendo materiale per un mio romanzo storico, sono incappato in questo testo misterioso. All’epoca, credo fosse il 1998, cominciai a studiarlo. Purtroppo in breve mi resi conto che non potevo citare il manoscritto Voynich nel mio romanzo weird/storico Ombre su Campo Marzio ambientato nell’anno mille a Roma. Così cominciai a studiarlo approfonditamente.

D – Vuole raccontare un pò le origini e, in breve, la storia del manoscritto forse più famoso al mondo?

Il Codice Voynich è il libro più misterioso del mondo e deve il suo nome a Wilfrid Voynich, il mercante di libri rari statunitense(di origini polacche) che nel 1912 lo acquistò, per circa 25.000 dollari americani, dai gesuiti di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, sulle alture dei colli Albani che si affacciano su Roma. Oggi il Codice Voynich è conservato nella Biblioteca Universitaria di Yale, a cui fu donato nel 1969 dall’antiquario newyorkese H.P. Kraus, che lo aveva comprato dalla segretaria di Voynich nel 1961. Dove e quando questo codice sia stato scritto(o copiato?) nessuno lo sa; quello che si conosce con una certa certezza è solo una piccola parte della sua storia e dei suoi diversi spostamenti attraverso l’Europa e fino agli Stati Uniti, per questo oggi è noto tra gli studiosi anche come ‘manoscritto itinerante’. La sua storia è davvero molto lunga e piena di colpi di scena e indizi. Uno degli indizi per esempio è la lettera ritrovata tra le pagine del manoscritto. A detta dell’antiquario polacco era datata “Praga, 19 agosto 1665 (o 1666)” ed era firmata da Johannes Marcus Marci, medico reale e bibliotecario di Rodolfo II. Nella lettera Marci chiedeva all’amico gesuita Athanasius Kircher di decifrare il ‘librum’che gli inviava. Marci aveva notato questo testo misterioso quando era subentrato nella carica di bibliotecario di corte a Georg Baresch che lo custodiva nella biblioteca imperiale, e che, sempre secondo Baresch, lo aveva acquistato per 600 ducati (equivalenti a circa 50.000 € attuali), come opera del Dottor Mirabilis, al secolo Roger Bacon. Anche se alcuni oggi mettono in dubbio l’autenticità di questa lettera ciò non toglie che sia un documento importantissimo per cercare di far luce sulla storia di questo manoscritto. Ma al contempo ad oggi non abbiamo nessuna prova certa che Kircher abbia mai ricevuto il Codice Voynich e che si sia cimentato, da vero esperto quale lui era, su quell’alfabeto ignoto per traslitterarlo e sui disegni di piante, stelle e simboli alchemici per spiegarli.

D – Perchè il manoscritto(o codice)Woynich risulta refrattario a qualunque tentativo di svelamento in ogni senso?

Perché è stato codificato in un linguaggio o in una lingua molto complicata. Nell’introduzione del mio saggio Il Codice Voynich, edito da Eremon, scrivo: “Quello che vi apprestate a leggere è un libro che parla di un libro. Ma ciò che rende straordinario il libro di cui si parla è che nessuno è in ancora in grado di comprenderlo, ma solo di guardarne la scrittura e le illustrazioni. Il manoscritto di Voynich (o VMS come sarà chiamato d’ora in avanti per brevità) sembra “indecifrabile”, ma mi piacerebbe scrivere “non ancora decifrato”. Da secoli porta in sé un mistero che nessuno è ancora riuscito a svelare. È stato certamente redatto in epoca medievale da un autore sconosciuto, in un luogo sconosciuto e per un motivo sconosciuto. Negli ultimi novanta anni Il Codice Voynich è stato sottoposto a molteplici tentativi di decrittazione, tutti vani. Ha resistito alle analisi di grandi criptoanalisti, ai tentativi effettuati dalla CIA e dai servizi segreti di diverse nazioni che, pur avvalendosi dei potenti mezzi offerti dai computer, non sono riusciti finora a capire cosa nascondano i suoi caratteri.

D – Cosa può nascondere, in realtà, questo “codice segreto” a tutti gli effetti? Forse le origini e la possibile fine dell’Universo?

È possibile anche se lo ritengo difficile. Analizzare e studiare con mente aperta questo testo porta sempre qualche esagerazione che deve esser presa in considerazione ma deve al contempo esser vagliata attentamente. Alcuni ricercatori associano il Codice Voynich agli alieni, alla fine del mondo, alle civiltà perdute, alla magia nera e così via. Sono possibilità certo ma prima di dire che una di queste tesi è quella giusta bisogna andarci con i piedi di piombo e fare tutte le analisi e gli esami  con estremo scrupolo. Al momento ritengo che la verità su questo testo misterioso sia ancora avvolta dal mistero. È una grande sfida a cui tutti, esperti e meno esperti, possono partecipare. Un’occasione unica per mettersi alla prova!

D – Fascino e mistero si compenetrano a vicenda, vero?

Certo. Sono intimamente collegati, sono anche il cardine dei miei racconti e dei miei romanzi.

D – In questi ultimi anni è circolata la voce, peraltro come scoperta sensazionale, sulla stampa ma soprattutto in internet, che una parte del manoscritto è stata decodificata ad opera di uno studioso della Bedfordshire University di nome Stephen Bax. Cosa c’è di vero in ciò? E’ l’ennesima bufala al riguardo?

Personalmente sono molto contento che la tesi di Stephen abbia avuto tanto risalto in Italia. Questo contribuisce a gettare luce sull’esistenza del Codice Voynich che, è bene ricordarlo, è stato trovato da noi e molto probabilmente ha persino un’origine italiana. Dal canto suo Stephen sostiene di aver tradotto 14 termini. Ancora pochi per poter dire se è sulla strada giusta. Certo è che non sarebbe stupefacente che in un testo in cui sono raffigurate tante piante si scoprano parole come ‘coriandolo’ ed ‘elleboro’. Il tutto anche se fosse esatto lascia il campo aperto a qualsiasi interpretazione successiva.

D – A volte penso che il mondo moderno abbia perso ormai da tempo la “chiave di volta” per penetrare oltre la soglia che si apre su una conoscenza misterica occulta la quale rimanda ad un passato remotissimo, una conoscenza addirittura antidiluviana. Lo pensa anche lei?

Questo è un qualcosa che il nostro establishment scientifico fa da sempre. La conoscenza misterica occulta deve esser relegata in polverosi e annosi libri poco interessanti e  deve esser studiata come retaggio di un passato perduto dimenticato e superstizioso. Dovremmo domandarci a chi conviene che le cose vadano così.

D – Un’ultima domanda per concludere questa nostra conversazione piuttosto interessante. Secondo lei il manoscritto Woynich ha un valore letterario, soprattutto poetico? Ha, in sè, una bellezza particolare che lo avvicina alla Poesia?

Sì, ha certamente un valore poetico, le sue immagini misteriose, il suo testo indecifrabile e contorto ma elegante non possono non ispirare la poesia visto che hanno ispirato decine di romanzi.

Un grazie di cuore a Claudio Foti per aver voluto raccontare, su poesiaeletteratura.it, molte cose intorno a uno dei più grandi misteri della Storia.


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