Uno dei frammenti ritrovati nelle grotte di Wadi
Murabba'at, in Israele. (Foto: Clara Amit/Israel
Antiquities Authority)
Nel deserto e nelle regioni del Negev e di 'Arava Giudea sono stati ritrovati migliaia di tessuti risalenti all'epoca romana. Due di questi sono stati trattati e colorati con estratti del murex. Entrambi questi tessuti sono stati ritrovati nelle grotte di Wadi Murabba'at, a sud di Qumran. Gli altri tessuti, una volta analizzati, hanno mostrato tracce di tintura vegetali.
Per ottenere una qualità di blu molto particolare, gli antichi usavano tingere i tessuti con il murex e li esponevano alla luce solare. L'importanza di questo tessuto è elevata, dal momento che non esistono paralleli nella documentazione archeologica d'Israele. Tra tutta la gamma di colori dell'antichità, il viola era considerato il colore più prezioso nel mondo ellenistico-romano. I tessuti tinti di viola erano appannaggio di capi e di personaggi di elevato status sociale. Era un colore che, proprio per questa sua valenza, era proibito alla gran parte della popolazione. Il prezzo degli indumenti tinti di viola era proibitivo
I tessuti ritrovati nelle grotte di Murabba'at erano, forse, di proprietà di profughi ebrei durante la rivolta di bar Kokhba. O, forse, appartenevano a qualche esponente di rilievo della comunità romana le cui truppe si erano stanziate proprio nelle grotte di Murabba'at.