Magazine Cinema

Il comandante e la cicogna

Creato il 16 ottobre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Il comandante e la cicogna

Anno: 2012

Distribuzione: Warner Bros

Durata: 108′

Genere: Commedia

Nazionalità: Italia/Svizzera

Regia: Silvio Soldini

Perché Silvio Soldini, che è un autore intelligente – lo si apprezzi o no -, scade improvvisamente e impietosamente sui toni della peggiore commedia (con tutto il rispetto per la tradizione della commedia) attualmente imperante nel cinema italiano? Prima di criticare ferocemente Il comandante e la cicogna, dobbiamo porci questa domanda, altrimenti rischiamo, annebbiati dall’ira,  di ‘sparare sulla croce rossa’. I suoi due ultimi film, Cosa voglio di più (2010) e Giorni e nuvole (2007), operavano una ricognizione della realtà sufficientemente lucida, fornendone una lettura credibile, e pervenendo, tra l’altro a soluzioni estetiche valide. Se nel penultimo lungometraggio il tradimento (ma anche la possibilità di iniziare una nuova relazione sulle ceneri ancora fumanti della precedente) veniva giustamente stigmatizzato come vacuo e maldestro tentativo di trascendere la condizione piccolo borghese, in Giorni e nuvole la visione finale dei due protagonisti (una coppia in crisi economica e umana) produceva un rovescio di sguardo che, oltre a segnalare il doppio versante della produzione e della fruizione, poneva una decisiva questione etica, quella della fedeltà alla verità (infinità e globale di un evento), nella fattispecie all’amore, procedura che contempla la ‘rinuncia’ come modus operandi.

Inaspettatamente, in questo ultimo film, un bisogno di leggerezza, per ammissione dello stesso regista, irrompe, producendo effetti deleteri: la coralità della messa in scena che, ormai l’abbiamo imparato (tranne rarissimi casi), produce una frammentazione della narrazione, una sovrapposizioni di volti, voci, situazioni, in cui a esser mancata è propria la realtà con cui ci si confronta; l’innesto dell’elemento fantastico che ridonda e compiace solo chi lo ha architettato, non gli spettatori;  la mobilità eccessiva della macchina da presa in funzione quasi esclusivamente spettacolare; il cast composto dai volti più celebri del panorama italiano, per cui non si capisce più se il film proiettato sia di Virzì, di Piccioni o Ozpetek; la scelta di sceneggiare una piccolissima parte della vicenda in Svizzera per accaparrarsi ulteriori finanziamenti.

Insomma, dobbiamo credere a Soldini, al suo bisogno di leggerezza? Oppure – è solo una domanda -, non è che questa sia l’ennesima operazione a tavolino, magari dovuta a esigenze contrattuali?

Nel primo caso, ce la prendiamo con Soldini, perché non è obbligatorio fare film, ci si può anche astenere. Nel secondo, ovviamente, anche.

Luca Biscontini

 

Il comandante e la cicogna
Scritto da il ott 16 2012. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :