Magazine Cultura

Il Comitato Magnalonga del Mugello in visita a San Felice sul Panaro

Creato il 29 settembre 2013 da Visitmugello @VisitMugello

L’Arcobaleno Sport e il Comitato Magnalonga di Vicchio, in collaborazione con il Consorzio Chianti Rufina (a sui si sono associate la Fattoria di Cerreto Libri e la Fattoria di Galiga e Vetrice), il 9 luglio 2013 hanno consegnato al Sindaco di San Felice sul Panaro (per i quattro ristoratori che avevano perso TUTTO nel sisma del 2012) trentanove cartoni di vino. Con quest’iniziativa gli organizzatori della Magnalonga del Mugello hanno voluto manifestare la loro vicinanza al Paese e ai cittadini di San Felice sul Panaro cosi duramente colpiti dal terremoto.

Ecco il racconto di chi era presente: “All’incontro/consegna era presente Giuseppe Banchi e Franco Utili (per l’Arcobaleno Sport e per il Comitato Magnalonga), il Sindaco e i quattro ristoratori che hanno perso tutto nel sisma. Tutti ci hanno invitati ad andarli a trovare e così , guidati da Debora, che ha perso la pizzeria, abbiamo iniziato il nostro giro.

La prima visita è per il ristorante “Sapori di mare”di Domenico Zizza, che si è collocato nel Centro Ri-commerciamo, al quale è sembrata la soluzione più immediata per ricominciare l’attività. E’ rimasto l’unico ristorante del paese a servire pesce e per questo molto apprezzato dai clienti. Certo che con la crisi in atto e con i pochi turisti e/o visitatori la battaglia è dura, ma Domenico, cui la riapertura ha dato nuovo slancio, si contenta del poco contando di migliorare nel prossimo futuro.

Poi Debora ci ha condotti a fare un giro per il paese, a vedere la sua vecchia pizzeria inagibile, mentre la nuova è situata  in una piazzetta in una casetta di legno di metri 5 per 5. Ci racconta che dopo il terremoto erano a terra, anche perchè sopra la pizzeria ci viveva tutta la famiglia, ma che hanno subito pensato che dovevano fare qualcosa per riprendere l’attività. Sono andati a Verona dove hanno trovato una casetta prefabbricata che, una volta arrivata a San Felice, si sono montati da soli e, recuperando gli strumenti del mestiere nella vecchia struttura, hanno ricominciato l’attività. Purtroppo, malgrado che l’attività funzioni i proventi si sono ridotti del 75% perché può funzionare solo come pizzeria da asporto in quanto, soprattutto,   d’inverno, non hanno un locale riscaldato per accogliere i clienti e d’estate manca un locale condizionato. Così il babbo si rimesso a fare il camionista, Debora e la sorella a fare lavoretti stagionali, tutti aiutando la mamma nel lavoro (che è fissa in pizzeria, almeno sino ad ora) quando liberi. Stanno pensando di trovare un locale idoneo e riaprire alla grande, tanto che ci hanno invitato per l’inaugurazione: ci saremo!

L’altra visita l’abbiamo fatta alla Trattoria della Marta, che dista qualche chilometro dal paese ed è in campagna. Qui il sisma ha distrutto completamente due edifici mentre il terzo è stato messo in sicurezza e ricostruito. A onor del vero la Marta non ha mai chiuso: ha recuperato alcune tende a cupola ove ha proseguito l’attività anche con l’acqua che, quando pioveva, entrava dal tetto e dal pavimento. Unico vantaggio  essere gli unici che potevano dare da mangiare ai soccorritori e  agli operai che  potevano lì rifocillarsi assieme a qualche sfrattato, come ospite. La Marta ricorda con angoscia questa situazione perdurata fino a poco fa e pensa anche che” dopo 50 anni di lavoro ritrovarsi daccapo con un debito astronomico non è proprio incoraggiante”. Ma ha avuto un vantaggio: dovendo impegnarsi sul lavoro non ha avuto tempo di pensare alle proprie disgrazie.

Per ultimo andiamo a trovare Stefano Bottoni che gestiva un ristorante rinomato di solo pesce. Dal locale, inagibile, ha salvato tutto quello che ha potuto e ha fatto una scelta coraggiosa: ha cercato un locale e lo ha trovato a Medolla, paese poco distante. Il locale si chiama Manhattan Risto Pub Pizzeria. Non è il massimo, dato che  manca l’aria condizionata e d’estate il caldo si fa sentite, però ha grandi spazi, anche all’aperto, che gli danno comunque un certo respiro. Con la sua scelta però Stefano perde tutte le facilitazioni che avrebbe potuto avere rimanendo a San Felice, perchè chi esce dal comune non ha più diritti, come se non avesse subito il terremoto.

A tutti loro e alla loro amministrazione l’invito a non mollare e parafrasando una celebre frase “ora e sempre resistenza”.

Nell’incontro con la cittadinanza è emerso che a parte l’azione del Comune, ci è stato riferito, siamo stati i primi a ricordarsi di loro.

In proposito pensiamo che le Istituzioni debbano intervenire e aiutare i propri cittadini, ma ci dimentichiamo che questi hanno bisogno anche di conforto e di gesti di solidarietà che ricordino che non sono soli davanti alla ricostruzione del loro Paese.  San Felice apparentemente sembra integro ma nel centro storico non c’è un edificio che non sia stato lesionato e puntellato e ancora oggi sono pochi gli edifici che possono essere abitati senza rischi .La rarità dei passanti manifesta invece la mancanza di attività, anche in considerazione degli abitanti che si sono trasferiti ove hanno potuto. Ma la voglia di riprendersi è tanta, almeno noi abbiamo avuto questa impressione, e così ci si rimbocca le maniche e ci si organizza per il futuro. Nella nostra precedente visita ad aprile, ci colpì che la maggior parte degli esercizi che, bene o male, riaprivano erano i forni; anche altre attività avevano ripreso in una piazzetta con casette prefabbricate e simili. Oggi il Comune ha aperto un Centro Commerciale (chiamato RI-COMMERCIAMO) ove chi ha interesse può trasferire la propria attività; nei pressi del Centro anche la sede provvisoria del comune, la protezione civile e la posta.

E lo stato che sta facendo? Garantisce i mutui per chi vuole ricostruire la casa o l’attività economica. Come funziona? Se hai avuto un danno, poniamo di 400.000,00 euro, i tecnici verificano e valutano 300.000,00 sui quali lo stato promette un contributo dell’80%, cioè 240.000,00 euro. Ma le banche concedono il mutuo se il cittadino sottoscrive una cambiale con la quale si impegna a pagarlo in caso di insolvenza dello stato!!! E se non avrà i soldi le banche si prenderanno la casa o il negozio  e il cittadino sarà “becco e bastonato”.”


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :