La camicia nera marcia su Roma e conquista il potere; gettata dietro al pagliaio diventa bianca; scampata nella lontana Sicilia si arricchisce con il mercato nero; ritorna al paese natio tra Firenze e Pisa; con l’autocarro e la cava diventa impresa; riceve la nomina di commendatore fra l’invidia dei suoi simili, che malignamente sussurrano: l’ha comprata! Da quel momento non è più un signore con nome e cognome, ma per tutti è il commendatore; è uno dei notabili paesani assidui della parrocchia e della dc; ai semplici, senza fede politica, consiglia di votare per il movimento sociale; a quelli di sinistra dice che non serve votare perché a Roma sono tutti uguali. In famiglia non parla mai di politica; la moglie ha capito, per proprio conto, di aver commesso in gioventù degli sbagli per cui, nella segretezza della cabina, sentendosi più libera e tranquilla, vota comunista. (Ricordo da un racconto di Rita).
LA DITTATURA ATTUALE
Nell’era della dittatura finanziaria
delle intese piccole e delle grandi sedute
la semplificazione dell’insegnamento
costruisce l’ignoranza complessa;
politici dominanti anelano certezze:
la sera stessa dell’elezione
uno dei due capi concorrenti
senza dubbio conquista il governo.
Le primarie
metafora della democrazia
illudono
entusiasmano la semplicità
l’innocenza
il misero pensare esaltano
anche la democrazia
in dittatura semplificano.
-Renzo Mazzetti- (domenica 12 gennaio 2014)
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