Devo fare ammenda: ho sempre detto che le manovre del governo Monti oltre ad essere imposte dall’esterno, erano la quintessenza dell’iniquità e della volgarità sociale oltre che un sistema certo per evitare i nodi reali della società italiana e per portare il Paese verso la recessione. Ma mi sono sbagliato: l’impressione che si volessero colpire sistematicamente i più deboli, favorendo i ricchi, che si volesse dare ogni vantaggio alle aziende e nessuno ai lavoratori, che si volesse permettere ai potentati libertà di azione contro i cittadini era solo un errore di prospettiva, che è stato finalmente corretto dai dati sulle dichiarazioni dei redditi del 2011.
Innanzitutto i ricchi non esistono o meglio sono una parte così insignificante della società che un loro contributo sarebbe del tutto marginale: i redditi sopra i 300 mila euro lordi sono solo lo 0,07 , poco più di 30 mila persone, nemmeno sufficienti a popolare di barche il porto turistico di Imperia sul quale Scajola ha lucrato a sua insaputa. Se si sottraggono i boiardi di Stato e l’esecutivo nel suo complesso, rimane poca cosa. In secondo luogo i lavoratori dipendenti sono più ricchi degli imprenditori: si mettono in tasca 19.810 euro lordi l’anno contro i 18.170 dei capitani d’azienda. Insomma mentre le assemblee della Cgil sono affollate da benestanti fannulloni, quelle di Confindustria sono raduni di poveracci che probabilmente devono affidare il catering alla Caritas. E nemmeno possono permettersi buone letture, come appare chiaro da quello che dicono e dal linguaggio affettato, ma triviale con il quale lo dicono. Per fortuna che a volte ci si può fare una cultura sui sedili delle porsche, come qualche ministro dimostra.
Insomma, al contrario di quanto potesse sembrare, effettivamente il governo ha colpito senza pietà i più ricchi e spillato un po’ di soldini a chi sta meglio, cercando con estrema decisione di togliere tutele e diritti alla parte più abbiente della popolazione. Se non fosse per il fatto che l’impero di Berlusconi non sia stato toccato nemmeno per sbaglio, che le epiche riforme della scuola ideate da Nostra signora del tunnel, siano state conservate e lodate, che si continui a puntare sui livelli più bassi della conoscenza e della produzione, che si prosegua nella strategia di raccontare agli italiani un sacco di balle, che si sia aumentata l’età della pensione a un anno dopo il decesso, che si siano sfrontatamente favorite banche e assicurazioni, che la precarietà è stata ribadita aggravandola con un’altra dose di ipocrisia, si potrebbe sospettare che Monti sia un po’ comunista. Ma è un timore che non dobbiamo avere, il premier al massimo è un compagno di merende.