Un pò in anticipo,quest’anno (9 agosto), alla prima luna piena d’agosto, ecco la festa per il compleanno del Dio dell’Amore, Krishna, pastorello, play boy, guerriero ed emanazione di Vishnu. Una delle divinità più amate nel sub-continente indiano e anche all’estero. Ci ricordiamo gli Hari Krishna, vestiti d’arancione, danzanti, con cimbali e tamburini, in estasi, per le strade di mezzo mondo. Adesso un po’ fuori moda.
Ma, qui, a Kathmandu è una festa sentita specie dalle donne che affollano il magnifico shikkara in pietra di Patan e portano offerte per propiziare figli e matrimoni. Per questo tante sono le giovani, carine, che fanno la coda dalla mattina. Sulle pietre (restaurate) del tempio tutta la storia del Ramayama. Un sovrano (Malla Siddhi Narasigh, siamo nel 1637) sognò che, proprio lì dove fece costruito il Mandir, Krishna e la sua consorte, la splendida Radha, erano impegnati in un gioco d’amore.
Dovremmo essere nel pieno del monsone che non è, quest’anno, decollato. Problemi s’aspettano per i raccolti (sicuramente deficitari) e il conseguente aumento dei prezzi dei generi alimentari; l’energia (anche in questa stagione 5 ore giornaliere di black out; l’acqua potabile (casi di colera e difterite nei distretti e anche a Kathamndu). Le feste, quest’anno, non sono state sufficienti a propiziare i Naga e gli dei che controllano le acque.
Gianni è andato a Patan, fra la folla di ragazze e ci racconta: Come scritto, e` periodo di riposo: campi ormai seminati e riso impiantato. Cosi` e` tempo di ricordare e omaggiare gli dei del Quotidiano. I Mandir (templi) di Krishna sono regolarmente pieni di devoti con le loro offerte propiziatorie. Oggi pero` e` un giorno speciale. I bahal ( cortili adiacenti) rimbombano di cembali e tablas. I responsabili che sovrintendono alle cerimonie hanno adesso il momento di gloria che preparano per un anno.
A Lalipur ( Citta della Bellezza come I suoi abitanti chiamano non a torto Patan), lo spettacolo oggi e` magnifico, toccante, da groppo alla gola. File lunghissime di devoti sotto la pioggia monsonica, in attesa di entrare nel Krishna Mandir piu` importante e ricco della Valle per omaggiare il Dio dell`Amore. Cosi e` conosciuto Krishna, immortalato nell`iconografia come putto malizioso o giovinetto con flauto . Attorniato per lo piu` da giovinette in atteggiamenti se non licenziosi almeno complici e ammiccanti. Si forma nella Piazza un capannello, sono in massima parte donne che danzano e cantano le lodi al Signore dell`Amore. Lodi che sono spesso dei dorji (legami). E in effetti legami sono questi stornelli botta e risposta farciti di doppi sensi mai offensivi o volgari, che ovviamente mascherano complicita`e segreto negli sguardi dei piu` giovani. I più matuti, hanno gia` avuto, ora sorridono e ammiccano ai momenti piu` esileranti e ambigui. E` l`eterno gioco dell`Amore nel corteggiamento.
L`Induismo nepalese non è bigotto e, poi, nelle feste e i muri di abitudini e cultura tra uomini e donne diventano se non totalmente insormontabili sono, almeno, piu` facilmente aggirabili. Certo, Krishna e` Dio dell`Amore Cosmico e per questo molti sono i proseliti anche nel Mondo Occidentale. Basta ricordare le comunita` hippies d`antan, le varie sette a carattere indianeggiante , la stessa musica utilizzata dai mostri sacri del rock. Siamo negli anni ’60 e ’70, atmosfere in parte perdute, create dalla melodia dei sitar, dal fascino della meditazione e dei Guru, rafforzate da qualche canna. Non mi sono mai sentito particolarmente attratto da tali fenomeni, ne` lo sono tuttora, troppo da freakkettoni. In realta` per me c`erano da affrontare altre istanze piu` urgenti . Confrontarsi con il mondo lavorativo e stipendio mensile da cui dipendeva l`esistenza era molto piu` impellente, eppoi erano gli anni della ribellione della coscienza di classe ed era di queste sirene che sentivo e sento il richiamo. Bonariamente ricordo e sorrido al <love Love Love > o alla <Spada de Foco> di Verdoniana memoria. Ma oggi e` tempo di Krishna, Durbar Square e gli altri piccoli templi meno famosi, gremiti di folla, sono un Inno alla Vita.