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Il compleanno di Sophya Baccini, di Wazza

Creato il 10 dicembre 2015 da Athos56

Intervista a Sophya Baccini (marzo 2014)
di Gianmaria Consiglio

Ci vuole coraggio a dedicare un disco a William Blake, di questi tempi. Tempi in cui " tutti " pretendono di fare " tutto " , spesso con risultati discutibili. Tempi di saturazione informativa e culturale, di velocità supersonica e di smisurata dispersione. Tempi in cui molto spesso i buoni propositi non sono all ' altezza dei risultati, e i limiti non giustificano le ambizioni. Ma soprattutto, tempi di diffuso e inconsapevole conformismo. Blake, vissuto tra la seconda metà del XVIII e l ' inizio del XIX secolo, fu e resta un outsider, un genio folle, un illustrissimo sconosciuto, citato da tutti, letto da quasi nessuno, e pochi tra chi se n ' è servito, hanno mostrato, come recentemente ha fatto la cantante e musicista napoletana Sophya Baccini, di comprendere a fondo il suo mondo " irriverente " e visionario, e soprattutto di rispettarlo. E così numerosi musicisti prima di lei, dai Tangerine Dream agli Ulver, da Van Morrison a Loreena McKennitt, da Bob Dylan a Marilyn Manson, si sono ispirati ai suoi testi, ma nessuno forse aveva mai osato dedicare un intero album ai quadri dipinti dal poeta e pittore inglese a commento dei suoi libri, della Bibbia " e della " Divina Commedia. Big Red Dragon " , pubblicato dalla Black Widow lo scorso ottobre e a breve disponibile in formato Lp Deluxe contenuto in un vero e proprio quadro da appendere, è un disco concepito come un musical, o un " melodramma rock " , che si avvale della presenza di alcuni prestigiosi ospiti come Sonja Kristina dei Curved Air, Christian Décamps degli Ange e Lino e Irvin Vairetti degli Osanna. Certamente un ' opera della maturità, la sintesi di un lungo percorso, e una raccolta compiuta di immagini - quelle di Blake appunto - messe in musica, destinata a restare nel tempo, e meritevole della massima attenzione, che qui Sophya ci racconta in una maniera appassionata e da vera artista, con un toccante pensiero conclusivo rivolto a Francesco di Giacomo, il cantante del Banco del Mutuo Soccorso, recentemente scomparso.

è la musica classica, sia lirica che sinfonica. Io mi trovo esattamente sul confine. ' esordio, " Aradía " del 2009, hai deciso di apportare una piccola modifica al tuo nome come segno di una rinascita e di un significativo cambiamento non solo artistico ma anche personale. Cosa distingue la Sophya di oggi dalla Sofia del passato?
- Una nuova consapevolezza. Prima ero la cantante dei Presence, scrivevo i testi, qualche melodia, e andava bene così. Poi mi sono resa conto che volevo esprimermi anche in altri modi, per esempio suonando, componendo, arrangiando i miei brani, seguendo un percorso parallelo ma opposto a quello dei Presence. Una mia intima interpretazione del rock, del prog e del dark in particolare. Questo è successo in un periodo molto lungo, dal 2000 al 2008, in cui i Presence non hanno pubblicato dischi. Mi mancava quella musica, mi mancava quel genere, è stata quasi un ' esigenza mettermi a scrivere. Sul piano personale è avvenuta una specie di rinascita. Tornare a sedermi al pianoforte mi richiamava prepotentemente verso sensazioni ed emozioni dimenticate, soprattutto cominciavo ad avere fiducia in me, a rispettare il mio talento. Qualcuno mi ha detto che nell'alfabeto greco la lettera " phy " significa proprio rinascita, così ho voluto sottolineare tutto questo con un cambio di nome, come se ripartissi da zero. Ho sostituito " f " con " ' occasione hai reso omaggio a Giuseppe Verdi, nel medley verdiano contenuto nell'album " Black Opera " dei Presence e nella citazione di una celebre frase del compositore di Busseto (Torniamo all'antico: sarà un progresso " ) all'interno della confezione in digipack di Aradía. Consideri il tuo approccio più affine alla musica classica o al rock?
- Sono così profondamente connesse entrambe dentro di me che non so distinguerle. Ho detto più volte che il prog è secondo me l ' espressione più alta della musica leggera. Oltre il prog c '
- Qual è secondo te la più grande aria verdiana?

- Difficile la risposta, ci sono delle cose che ha scritto nella sua ultima opera, Falstaff, che sono duecento anni avanti. Comunque se proprio devo citarne una dico: È strano!... è strano!..., l'aria di Violetta dal primo atto de " La Traviata. C'è un'intensità tale nella musica e nel testo che mi fa commuovere ogni volta che la riascolto. Ah, forse è lui che l'anima / solinga ne ' tumulti / godea sovente pingere / de ' suoi colori occulti!...: come si fa a scrivere una frase del genere e a metterci su una delle melodie più belle mai concepite? Ci trovo sempre un significato nuovo, e questa è la grandezza che rende una composizione immortale.
- Qual è stato da principio il tuo percorso formativo musicale?

" gothic. Naturalmente atmosfere e tematiche dark sono presenti in generi musicali precedenti e successivi a quell ' epoca, e stilisticamente molto distanti tra loro. Secondo Sophya Baccini che cos ' è la musica dark?

- È quella parte della musica che esplora il lato nascosto, sinistro dell ' animo umano. È nata con i Black Widow nel rock, ed è stata in seguito magnificamente confermata dai Black Sabbath, che ne hanno stabilito i canoni, esaltando le quinte diminuite e le tematiche oscure ed ermetiche. Ma anche Mussorgsky, Orff, Verdi, Wagner e molti compositori dodecafonici come Berg rispondono al mio concetto di dark. Ci vorrebbe un trattato per nominarli tutti.

In molti, dopo l ' uscita di " Aradía " , mi hanno detto che ero " gotica " , e questo mi ha spinto ad ascoltare più approfonditamente quella corrente. Conoscevo ad esempio gruppi come i Cure, ma non sapevo che fossero " gotici " . Però non mi riconosco pienamente nella definizione di " gotico " . Il " mio " dark è più energetico, più grintoso, forse meno ... ' 70 a cui ti senti più affine? Penso ad esempio ai Pierrot Lunaire di Arturo Stalteri.


- E quali sono i musicisti e le correnti musicali che ti hanno maggiormente appassionato?
- Il Romanticismo nella musica lirica e sinfonica e il blues sono stati fondamentali per me. Poi mi ha incuriosito il Novecento, con il suo carico di energia, di innovazione e di spinta verso la tecnologia e la scienza, in tutti i campi dell'arte e della tecnica. Quindi il prog, che adesso è sinonimo di obsoleto, ma in realtà la sua essenza è proprio quella di rinnovare, progredire. Il prog ci ha regalato nuovi strumenti, nuove armonie, nuovi linguaggi. Lo stesso ha fatto la musica classica contemporanea con gli esperimenti sull ' abolizione della tonalità, con le orchestre completamente rinnovate nell ' insieme. E così il teatro, che è diventato multimediale, con l ' aggiunta di schermi nelle scenografie. Andare a vedere un ' opera oggi significa quasi assistere ad un concerto rock. Tutto questo mi ha affascinato, spingendomi a cercare sempre qualcosa di nuovo, sia con l ' uso di effetti sulla voce e di interpretazioni inusuali con i Presence, sia nella struttura delle mie composizioni. Poi sono profondamente legata a tutto l ' hard rock classico inglese, ovviamente al progressive in tutte le sue diramazioni, e ammiro tantissimo David Bowie, per la bellezza dei testi e per la sua capacità di non ripetersi mai. Ho ascoltato molto anche il metal, quello vero, gruppi come i Judas Priests e gli Iron Maiden. Tra gli americani amo Lou Reed, Janis Joplin, Joan Baez, i Grand Funk, Frank Zappa, i Tubes, Alice Cooper, e tutto il southern rock. E poi i grandi gruppi melodici degli anni ' 70 ' 80 e ' ' è qualcosa di loro, al punto che a volte si potrebbe pensare a delle citazioni intenzionali, come nel caso di alcuni passaggi presenti nell ' album " Big Red Dragon " , che rimandano in maniera netta a " The Division Bell " , penso ad esempio al tema principale del brano " Angel of the Revelation " .
- Questa cosa di " Angel of the Revelation " me la fai notare tu adesso, e pensandoci mi trovi d ' accordo. A volte certe cose prima ti ispirano e poi ti entrano nel DNA. Comunque sicuramente un tributo voluto e sottolineato c ' è in " Cerberus, " in particolare nella struttura del brano e nei cori. Secondo me i Pink Floyd oltre alla psichedelia hanno inventato anche un modo diverso di intendere il blues, rendendolo più liquido, più immerso nella follia. Un nuovo tipo di disperazione dolorosamente sperimentata dall ' uomo postmoderno che si trova a fronteggiare impreparato i propri mostri e le proprie paure. Il finale di " Cerberus " , dopo il crescendo dei cori, vuole proprio dipingere questo stato d ' animo: il grido del cane a tre teste, mostruoso guardiano dell ' Inferno, ma suo prigioniero al pari delle anime dannate che sorveglia. Il linguaggio floydiano riesce a rendere in maniera superba questo senso dell ' " Big Red Dragon " ?


- La tua carriera è costellata di numerose collaborazioni artistiche. Quali sono quelle che ti hanno lasciato un segno più profondo?


- Quella con Lino Vairetti e quindi con gli Osanna, che continua ancora. La collaborazione con Martin Grice, flautista/sassofonista dei Delirium, che è sfociata come nel caso di Lino in una bellissima amicizia. Devo a Martin se mi sono " lanciata " anche come pianista. Stavo registrando le voci a Genova per " Il Nome del Vento " dei Delirium, e mentre aspettavo che il fonico preparasse il microfono ho visto un pianoforte Yamaha C3, gran coda, impossibile resistere! Mi sono messa a strimpellare un pò, Martin mi è venuto vicino e mi ha detto: " Fammi un passaggio da re minore a fa maggiore " . Io ho suonato un paio di cose e lui senza dirmelo ha registrato. Qualche mese dopo mi è arrivata a casa la copia del disco con un brano, " Cuore Sacro " , che cominciava col mio pianoforte. Quello è stato l ' inizio della mia carriera di pianista, oltre che di cantante. Conservo per lui un affetto ed una gratitudine particolari. Poi ci sono le collaborazioni recentissime per " BRD " , quelle con Sonja Kristina, Steve Sylvester e Christian Décamps. Ho avuto la fortuna di conoscere Christian e Sonja personalmente. Sono andata in Francia nell ' estate del 2011 a casa di Christian, un ospite stupendo, gentilissimo, una persona affabile e alla mano, che mi ha trattata come se ci conoscessimo da sempre. C ' erano anche mio marito e Massimo e Laura della Black Widow. Abbiamo pranzato insieme, suonato e cantato. Davanti a un buon bicchiere di vino abbiamo parlato di musica, di letteratura, dei progetti futuri, e del brano che avrebbe dovuto cantare sul mio disco. Quando ci siamo salutati gli ho detto che avevo vissuto quella giornata come in un sogno, e lui mi ha risposto: " Quelque fois la vie est comme un rêve " ( " A volte la vita è come un sogno " ). Sonja l ' ho incontrata a Roma un anno fa, abbiamo cantato insieme con gli Oak la sera di Halloween. Sono entrata nel suo camerino e l ' ho vista che provava la sua parte col chitarrista con una semplicità ed una professionalità incredibili. Ci siamo abbracciate, abbiamo chiacchierato e giocato con i cellulari come " two school girls " , e alla fine abbiamo cenato tutti insieme facendo un gran chiasso, mentre una delle ballerine ci truccava in maniera terrificante. Mi ha anche dato un sacco di consigli sulla pronuncia della lingua inglese ed è stata molto disponibile e gentile. Con Steve invece c ' è stato un lungo scambio di mail. Oltre ad essere un grande artista è anche simpaticissimo.

- Il diavolo è la terra, la materia, il corpo, la carne e il sangue che sono provvisori e deteriorabili. Per questo vive e prospera nelle tentazioni, nel vizio, nella debolezza. È quella vocina subdola che ti convince che non serve a niente fare qualsiasi cosa, ma anche quella forza rabbiosa che ti scatena l ' ira incontrollabile e il desiderio di vendetta. È sia quella forza interna che ti possiede, che ti soggioga, che quella che ti assale e si avventa dall' esterno. Ma in entrambi i casi il diavolo è una lezione di vita. Ne sa molto di più lui sull'animo umano di qualsiasi altra fantasia mai creata. Se vuoi sapere come vanno le cose in questa valle di lacrime te lo dirà il diavolo, non Dio, lui è un tipo decisamente più spirituale, perché, non dimentichiamoci - e qui mi riallaccio alla forza simbolica di certi racconti sacri - che Caino ha ucciso Abele.


- Guardando il quadro ho avuto la sensazione che fosse un fermo immagine, un frame. L ' idea del movimento è fortissima: i capelli di lei si muovono verso l ' alto, il mare è in tempesta, la coda del dragone è attorcigliata verso il basso, le sue ali sono spiegate. Mi è sembrato di vedere chiaramente cosa stava succedendo prima: lei era chinata sullo scoglio, mentre il dragone volava nel cielo in burrasca. Un fulmine le fa alzare la testa ed i loro sguardi si incontrano. Rimangono come ipnotizzati, incapaci di muoversi e di reagire, mentre intorno a loro tutti e quattro gli elementi sono in tempesta. Le loro braccia formano un cerchio perfetto, all ' interno del quale sembra quasi di percepire il flusso dei loro pensieri, immuni dall ' agitazione che li circonda. Il Bene è inequivocabilmente rappresentato da lei, la donna vestita di sole che si trova in basso, mentre il dragone, il Male, è in alto, in grado di volare nel cielo notturno. È il capovolgimento delle idee ancestrali, oggi diremmo dell'inconscio collettivo. È l ' amore che congiunge gli opposti, la luce che illumina dal basso, il buio che ti fa volare. Il dialogo impossibile tra Bene e Male, che fa di due esseri uno soltanto. Il Matrimonio tra Paradiso ed Inferno che partorirà l ' idea, impossibile per noi da concepire, della conciliazione dell ' antico dualismo. Un ' altra tematica ricorrente di Blake che ha influenzato tutta la cultura rock, tutte le arti del Novecento e quelle contemporanee, cinematografia compresa.


- Al momento cosa bolle nella pentola di Sophya Baccini?

- Sto organizzando una serie di concerti per pubblicizzare " Big Red Dragon " , e sto cantando i brani per il nuovo album dei Presence. Anche Enrico e Sergio (Iglio e Casamassima, NdR.) stanno vivendo un momento di creatività molto positivo, e mi hanno chiesto di cantare e scrivere testi, come sempre, ma adesso è tutto molto diverso, c ' è più entusiasmo, più rispetto. Sophya ha cambiato anche Sofia, e poi qualche idea un pò folle mi frulla nel cervello, per il momento non dico di più.


- Com ' è il tuo rapporto con la religione?

- In continua evoluzione.


- Secondo te è vero che il rock è mezzo morto?

- Questo è quello che vorrebbero farci credere. È la discografia ufficiale che sta cambiando, perché la musica ormai è gratis ovunque, scaricabile ovunque, in formati tra l ' altro qualitativamente vergognosi, e allora ti dicono che nessuno compra più i dischi. Poi ti arrivano questi rockettari fastidiosi che sfornano prodotti pieni di fantasia, con le copertine che sembrano quadri, con i testi scritti a lettere d ' oro, i libretti interni che sembrano libri, pieni di disegni e fotografie, e queste cose ricominciano a vendere, addirittura il vinile più del CD, come ultimamente sta succedendo, perché la gente lo vuole, e non si accontenta più di un mp3 che può andare bene al massimo come una demo. Buffo no? Basterebbe dare un po ' di spazio sui media ufficiali a tutto questo mondo sotterraneo - affollatissimo di scarti, è vero, ma anche di proposte estremamente interessanti - per far capire a tutti che il rock è vivo e vegeto, e che sono soprattutto i ragazzi che lo suonano. Perché quando sei giovane sei assetato di vita, vuoi gli eroi, vuoi un modello forte, vuoi le emozioni devastanti, la tua mente non si è ancora arresa alla monotonia e al grigiore, e ti piacerebbe intravedere un futuro. Il rock non è certo avaro di tutto questo! Il rock ha creato la discografia, prima del rock non si poteva nemmeno immaginare che fosse possibile vendere centinaia di milioni di copie di dischi, ed è ancora e sempre il rock che crea la tendenza. Anche nella moda, nelle abitudini di vita, tutti inconsapevolmente aspettano il rock per capire dove andare e cosa fare. Questo non è sinonimo di moribondo! E comunque quando dico rock, più che dei musicisti parlo principalmente di quelli che lo ascoltano, che lo diffondono, che lo comprano. Sono loro che non lo faranno mai morire.
- Da poco ci ha lasciato senza preavviso Francesco Di Giacomo, voce, anima, pensiero e corpo del Banco del Mutuo Soccorso. Qual è il ricordo più caro che hai di lui? E cosa pensi che succederà adesso al Banco?

- Sono moltissimi i ricordi che ho di Francesco, che conoscevo personalmente anche se non benissimo. Sono amica da tanto tempo di Vittorio Nocenzi e di Rodolfo Maltese. Quello che più mi piaceva di Francesco, e che suscitava in me un ' ammirazione sconfinata che si rinnovava ad ogni concerto, oltre naturalmente alla voce stupenda, era quel suo modo unico di sdrammatizzare e di prendere con leggerezza tutto quello che il Banco e la sua musica rappresentava. Parlava di argomenti scottanti e profondissimi, cantava una musica difficile e complessa, ma attraverso di lui tutto acquistava una semplicità ed una bellezza disarmanti. Sembrava tutto facile quando lo faceva lui. I testi che scriveva erano magnifici, e non gli ho mai sentito presentare un brano nella stessa maniera. La cosa tremenda di tutta questa situazione è proprio questa: Francesco secondo me è insostituibile, sia per il timbro unico della sua voce, sia per la sua personalità inimitabile. Ora è troppo presto per azzardare un ' ipotesi, ma credo che il Banco si esibirà ancora, forse più che altro per ricordarlo, magari con una serie di cantanti ed amici del gruppo che interpreteranno i suoi brani alla propria maniera. Ma non credo che ci sarà mai un altro al suo posto, è impossibile. Ci sentiamo tutti orfani di un ' avventura e di un sogno meraviglioso, finito troppo presto ... L ' unica cosa che mi ripeto per consolarmi è che se non altro c ' è stato, è esistito, e noi siamo stati fortunati ad avere il privilegio di assistere, di conoscere, e di amare un gruppo che ci ha accompagnati nel periodo più bello della nostra vita. Se i ragazzi continueranno a suonarla, questa musica non morirà mai. E ' dal 1607 che si suona dal vivo l ' Orfeo di Monteverdi, ed è sempre meraviglioso.
- Grazie, a presto!

Il compleanno di Sophya Baccini, di Wazza


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