
Ci sono buone possibilità che Adolf Hitler avesse sangue ebreo. Suo padre era figlio illegittimo di una domestica austriaca - nonna Maria Schicklgruber - rimasta incinta mentre era a servizio in casa di una famiglia di ricchi commercianti ebrei, i Frankenberg. Comunque sia, il Fuhrer temeva concretamente di essere frutto di un albero geneaologico intossicato dal germe giudaico. Il male era dentro di lui e la sua percezione di sè stesso era al limite della schizofrenia. Hitler si sentiva un fallito. Hitler si sentiva un Dio. Ma non solo. Hitler odiava suo padre e amava sua madre. Odiava gli ebrei, forse perchè temeva di essere ebreo, e amava la Germania, forse perchè non era tedesco ma austriaco. La sua ossessione anti-ebraica può essere letta come 1) un portentoso complesso di Edipo e 2) come una colossale volontà di auto-annichilimento. Poi - manco il tempo di prendere il potere ('33), armare la Germania, e gettare le basi della guerra mondiale - ecco che annette l'Austria ('38) e una delle prime cose che fa è di far distruggere la cittadina di Dollersheim, dove c'e la casa dei famigerati ebrei Frankenberg, dove sua nonna è stata ingravidata con disonore e dove suo padre è stato concepito nell'abominio. La cittadina viene rasa al suolo con una ferocia inaudita dalle SS, dall'esercito del Reich, da tutto il popolo tedesco, da tutti i tedeschi, che diventano tutti indistintamente - massificati e squagliati nell'acido della folla sedotta - complici e servi allucinati di quel tragicomico Edipo.
Note
1) La vicenda l'ho appresa da questo documentario.