Magazine Astronomia
— Al Diavolo!
— Chi mi ha chiamato?Mi ero alzato di notte ed entrando in cucina mi era sembrato disentire delle voci, ma andai verso il frigorifero senza farci troppocaso.
— Allora? Chi è stato?
Questa volta sentii distintamente, non era la mia immaginazione.
— È stata lei...
— Ma lei chi???
— La Fortuna!
Avevo appena socchiuso la porta del frigorifero, e alla debole luceche ne usciva vidi il mazzo dei Tarocchi rimasto abbandonato sultavolo di cucina. E vidi il Diavolo diventare più grande, mentrediceva:
— Chi ha osato disturbarmi nel cuore della notte lo pagherà molto,mooolto caro! Fortuna, sei stata tu?
— Sss...ssì! — disse la Fortuna, tutta impaurita.
— Perché mi hai invocato? Stavo arrostendo delle anime in mezzo allepiù belle fiamme che fossi riuscito a suscitare da molti anni a questaparte.
— Ma io non ti ho invocato, stavo solo imprecando...
— Sacrilegio! Come hai osato!!! Tu usi il mio nome per imprecare? Matu devi avere solo terrore del mio nome... Esigo le tue scuse!
— Mio Signore, — disse la Fortuna — l'Imperatore ha bisogno di soldiper combattere il Papa, e mi ha chiesto dei numeri da giocareall'Enalotto.
— E io cosa c'entro?
— Niente Signore... i numeri non sono usciti... ho molta paura di cosami dirà l'Imperatore... e allora...
— Fortuna, dov'è la mia vincita? — chiese a questo punto l'Imperatore.
— Maestà... stavo proprio dicendo... i numeri... il diavolo...
— Hai fallito! — tuonò l'Imperatore — Mi ero giocato tutto su queinumeri... e ora come pensi di rimediare?
— Bene bene bene, caro Imperatore! — disse a questo punto il Papa convoce melliflua — Vedo che la Fortuna ti ha girato le spalle... La tuasconfitta è ormai solo questione di tempo... farai la fine che meritaun miscredente!
— Non è ancora detta l'ultima parola, — disse l'Imperatore con ferocia— ho ancora molti alleati potenti!
Mi sedetti, affascinato da questo battibecco, quando l'imperatoredisse: — Ehi tu!
— E quello chi è? — aggiunse il Papa.
E l'imperatore, di nuovo: — Tu, sì, proprio tu!
Non potevo credere che si stessero rivolgendo a me. — Chi, io? —chiesi stupito.
— Sì, c'è forse qualcun altro qui? — L'Imperatore era veramenteadirato. Lo sentii che diceva fra sé "proprio uno così scemo midoveva capitare!", e poi di nuovo rivolto a me: — Ma tu, da cheparte stai?
— Ma io, veramente...
— Guelfo o Ghibellino? — mi incalzò.
Mi accorsi che anche il Papa mi stava guardando con aria malevola.
— Ma non saprei... sono questioni passate di moda, così antiche...
— Miscredente! — Mi disse il Papa.
— Traditore! — Aggiunse l'Imperatore.
A questo punto La Fortuna, che voleva togliersi d'impiccio, disse:
— Ecco, Vostra Altezza Imperiale, la colpa è sua: lo avevo incaricatodi giocare i numeri all'Enalotto, e si è tenuto la vincita!
— Allora la colpa è sua, se sono stato disturbato! — ruggì a sua voltail Diavolo, anche lui guardandomi con aria feroce.
Si stavano tutti coalizzando contro di me! Ero come paralizzato dallatensione che montava...
— Andate a chiamare la Morte! — Dissero in coro Diavolo, Papa eImperatore.
A questo punto mi sentii toccare su una spalla, e mi venne quasi uninfarto!
Era mia moglie, che era arrivata silenziosa.
— Hai cominciato anche tu a studiare i Tarocchi? — mi chiese con unsorriso, e con mosse esperte rimise a posto il mazzo.