E’ interessante capire quali sono i sospetti che alimentano questa “teoria della cospirazione”, in attesa di conoscere nel dettaglio anche ciò che WikiLeaks potrebbe rivelare del nostro paese.
I rapporti tra Italia e Stati uniti, dopo l’ascesa di Obama, sono gelidi. C’è stato l’incontro spettacolo del G8 all’Aquila, il recente incontro a Lisbona, per la Nato, ma si è ben lontani dai rapporti di Silvio con George dei vecchi tempi.
Anzi, a Lisbona, sia Berlusconi che Frattini hanno chiesto ad Obama un incontro bilaterale, ma da Obama non è venuta nessuna risposta, anche se ha ringraziato l’Italia per l’invio di 200 esperti soldati italiani in Afghanistan.
Su che cosa basa i suoi sospetti Berlusconi?
Innanzitutto sul fatto che Washington avrebbe giocato un ruolo importante, nell’appoggiare la rottura di Gianfranco Fini. Inoltre, sia Bersani che Vendola, sono stati ricevuti a Washington ed, in quella occasione, secondo Berlusconi, i due esponenti della sinistra italiana, avrebbero complottato, insieme ai democratici americani, contro il governo italiano.
La verità è che agli americani stanno sul gozzo gli stretti rapporti che Silvio ha con l’amico Wladimir Putin, per il ruolo giocato da Berlusconi, nell’impedire la costruzione di un secondo metanodotto che evitasse la totale dipendenza dell’Europa, dal gas russo.
Agli americani non vanno giù, neppure, le amicizie pericolose di Silvio con Gheddafi, dittatore libico, sempre inviso agli Usa. Inoltre l’Eni fa affari con l’Iran e anche questo non è ben gradito a Washington.
L’ambasciatore americano in Italia, Thorne, un democratico di Boston che è anche cognato di John Kerry, l’attuale presidente della commissione Esteri del Senato è uno dei più ascoltati consiglieri di Obama in politica estera, e probabilmente nel trasmettere, le sue note a Washington sul nostro paese, non avrà trascurato nulla, neppure il clima pessimo che si sta vivendo da queste parti e forse anche le avventure e lo stile di vita, piuttosto originale, del nostro premier.
Al complotto estero, si aggiunge il complotto interno, provocato dai pubblici ministeri che indagano non solo su Finmeccanica, sui fondi neri messi da parte per corrompere, sugli appalti guidati, sulla lievitazione dei prezzi, ma anche da quei pm che stanno indagando sulla mafia, sull’ndrangheta e sulla camorra.
Tutto il mondo sta vedendo il disastro di Napoli. Se qualcuno ha occasione di vedere la CNN, avrà notato che ogni giorno c’è un servizio sulla spazzatura di Napoli. Il crollo della “casa dei gladiatori” a Pompei ha determinato un giudizio negativo, su come, questo paese, custodisce i suoi tesori. Inoltre, in tutte le graduatorie che vanno dalla libertà d’informazione, alle università, alla crescita economica, siamo sempre ultimi.
Insomma l’Italia non ne esce molto bene, e allora bisogna mettere le mani avanti, gridare che qualcuno agisce dietro le quinte per far cadere questo governo. La “teoria della cospirazione” o il “complotto” che lega l’estero con i pm italiani, sarà l’autostrada della prossima campagna elettorale di Berlusconi.