Il Comune fuori dall’Aristor, nonostante il “salvagente”?

Creato il 14 marzo 2012 da Lapulceonline

Più si avvicina la data delle elezioni per Alessandria, e più è difficile, per la maggioranza, far passare in consiglio comunale la propria linea politica.  Maggioranza sotto, anche ieri sera. All’ordine del giorno c’era l’uscita del comune di Alessandria dalla società Aristor-Compass, di cui detiene il 15% del servizio ristorazione collettiva, tanto per cambiare, indietro con i pagamenti degli stipendi per crediti, proprio con l’amministrazione alessandrina.

UdC e Lega Nord votano con l’opposizione l’emendamento proposto da Diego Malagrino (Moderati) che ferma l’uscita dalla società, al fine di garantire la presenza pubblica all’interno di un servizio che, senza controllo, potrebbe perdere di qualità.

Ma la giunta di Palazzo Rosso si lamenta e ironizza a denti stretti: “L’emendamento ha come unico effetto la perdita di 25mila euro – valore della quota del 15 per cento detenuto dal Comune di Alessandria – e non evita l’uscita dalla proprietà dell’azienda. “Il Comune – sottolinea l’assessore Franco Trussi – non può rimanere socio, non potendo acquisire il 5 per cento di Valenza come previsto dalla Dl 78/2010 (le amministrazioni non possono effettuare aumenti di capitali in società con perdite consecutive di tre anni): per statuto il socio pubblico dovrebbe avere, infatti, almeno il 20 per cento delle quote, altrimenti decade dalla qualifica. Quindi alla prossima assemblea di Aristor il Comune, in assenza di delibera del consiglio, decadrà dalla qualifica di socio, senza poter neppure ricavare i 25mila euro, grazie all’azione promossa dal consigliere Malagrino”.


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