Ciò che Berlusconi e la sua “cricca” sono, politicamente e umanamente, lo hanno dimostrato ieri sera nella puntata di Ballarò. Il ministro dell’economia Tremonti per tutta la durata della trasmissione, Berlusconi nel minuto di telefonata in diretta. Il fatto. Massimo Giannini, vice direttore di Repubblica, testata notoriamente non proprio filo berlusconiana, parlando di evasione fiscale aveva appena detto che Berlusconi, nel corso di uno dei suoi tanti sproloqui, era arrivato a sostenere la legittimità dell’evasione fiscale nel caso in cui il prelievo da parte dello stato fosse risultato eccessivo. La voce di sottofondo di Tremonti aveva sussurrato che “perfino Einaudi aveva sostenuto una teoria del genere”. Arriva Nando Pagnoncelli, esperto di sondaggi, che snocciola le statistiche sulla fiducia che gli italiani hanno nei confronti dei politici, e non solo, con un Berlusconi in netta discesa. A quel punto colpo di scena. Silvio interviene telefonicamente in trasmissione e tira un “uno-due” che lascerebbe tramortito anche il Tyson dei tempi migliori: “il giornalista di Repubblica dice menzogne – afferma perentoriamente il Capo – e i sondaggi sono falsi”. In un paese normale, di solito, agli offesi si concede il diritto di replica, in Italia no. Berlusconi chiude il telefono e la regia della trasmissione, perfidamente, lascia in sottofondo il “tututu” della comunicazione interrotta. Giannini è furibondo e il mite Nando Pagnoncelli, livido di rabbia. Berlusconi è questo. Telefona e parla (è il presidente del consiglio mica un abbonato qualsiasi), offende e se ne va dimostrando una capacità di confronto che sconvolge perfino Tuiavii di Tiavea, capo dei Papalagi delle Samoa. Reduce da un periodo niente affatto facile, costretto a firmare una finanziaria che rappresenta la pietra tombale del suo italiandream (anche se Tremonti, ieri sera, ha sottolineato di continuo che il provvedimento è stato firmato dal Capo dello Stato), sull’orlo di una crisi di nervi per le dichiarazioni di Ciampi sulle notti della repubblica del 1993 e la riapertura delle inchieste sulle stragi, amico e sodale di un condannato per mafia che sta attendendo la sentenza in appello, Capo di un ministro a cui vengono regalate case a sua insaputa e amico fraterno di Superman Bertolaso che non paga l’affitto perché “non teme nessuno”, Berlusconi si sente accerchiato. Non c’è dubbio alcuno che se ne avesse i poteri, adotterebbe con i nemici lo stesso metodo di Benjamin Netanyahu con i pacifisti, ma a quel punto dovrebbe dimostrare di avere gli attributi, che non sono quelli che solitamente adopera nelle vesti di consumatore finale. Solidali con le sue ormai acclarate manie di persecuzione, consigliamo al dg della Rai, Mauro Masi, di chiudere definitivamente Ballarò, Annozero, Report, Parla con me e lasciando in vita solo Che tempo che fa che, essendo una trasmissione Endemol, porta nelle casse di Mediaset tanti bei soldi. Informazione sovietica sì, ma non tanto se quel tanto implica una perdita economica della quale dovrebbe rispondere a Piersilvio.
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Il confronto nell'era di Silvio. Veni, vidi, fugi
Creato il 02 giugno 2010 da Massimoconsorti @massimoconsortiPossono interessarti anche questi articoli :
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