Il Congo Brazzaville ripristina le quote di esportazione dei tronchi

Creato il 20 aprile 2011 da Salvaleforeste

Mercoledì 20 Aprile 2011 09:31

Secondo quanto riporta l'International Timber Trade Organization (ITTO), il Congo Brazzaville potrebbe imporre nuovamente una quota nell'esportazione dei tronchi grezzi, dato che i prezzi internazionali dei prodotti semilavorati hanno recuperato i punti perduti nel corso della crisi economica globale. La liberalizzazione delle delle esportazioni di tronchi potrebbe non essere più necessaria a sostenere l'industria nazionale del legno.
Nel frattempo, il governo ha riorganizzato in forma decentrata il sistema di ispettorato forestale, e le ispezioni saranno demandate alle autorità locali, più vicine alle aree forestali, ma anche più suscettibili a corruzione.


Tra i paesi africani, le foreste pluviali della Repubblica del Congo (Brazzaville) sono seconde solo a quelle della vicina Repubblica Democratica del Congo (Kinshasa). Queste foreste ospitano 597 specie di uccelli, 166 mammiferi, 58 di anfibi, 149 di rettili, e oltre 6.000 specie di piante.
Le foreste della Repubblica del Congo le foreste sono minacciate dal prelievo del legno, dalla conversione agricola e da  bracconaggio. La Repubblica del Congo era una volta uno dei maggiori produttori petroliferi dell'Africa, ma l'esaurimento delle riserve ha spinto il governo a contare sull'esportazione di legname. Da quando il governo ha privatizzato il settore del forestale, l'industria del legno ha accelerato la deforestazione e gran parte delle nuove concessioni viene rilasciata nelle foreste relativamente incontaminate del nord del paese.
Mentre il governo del Congo sostiene di praticare una gestione sostenibile delle foreste e vanta una legge che limita il numero di specie legnose prelevabili dalle sue foreste, i rapporti sul campo mostrano una realtà ben diversa, in cui il taglio illegale è una pratica largamente diffusa, mentre la corruzione e l clientelismo rendono impossibile ogni minima forma di controllo.
La caccia di frodo delle specie selvatiche è un'altro motivo di preoccupazione. Questa pratica prolifera lungo le strade aperte dalle compagnie del legno, e gli elefanti di foresta sono ferocemente cacciati per l'avorio delle zanne. Le strade forestali sono anche utilizzate dai coloni per dissodare nuovi terreni, e lungo il loro percorso, la foresta scompare.
Quasi il 16 per cento della superficie del Congo è sottoposta a qualche forma di protezione, ma date le scarse risorse, molte aree protette esistono solo sulla carta, ma restano alla mercè dello sfruttamento illegale.
Il parco nazionale di Nouabalé-Ndoki è uno dei più conosciuti e importanti della Repubblica del Congo. Situato nel cuore della foresta pluviale del bacino del Congo, ospita gorilla, scimpanzè, elefanti di foresta, bufali, e bongo. Assieme al parco nazionale di Lobéké, in Camerun e al parco di Dzanga-Ndoki, nella Repubblica Centrafricana, forma una gigantesca area protetta costituita da foresta pluviale di pianura.

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