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Il coniglio morto di Silvio

Creato il 25 maggio 2012 da Albertocapece

Il coniglio morto di SilvioSarò breve, ma il coniglio morto che Berlusconi ha tirato fuori dal cilindro della sua disperata rincorsa al potere perduto, è così vecchio che dovrebbe interessare i nas piuttosto che il milieu politico. E’ dal ’92 che rompe le scatole con l’idea dell’elezione diretta del capo dello stato, avanzata sempre nella certezza di risultare vincitore in una gara diretta. E anche questa volta la proposta ha solo questo senso, come del resto dimostra la gaffe di Alfano privo di quid, ma sovrabbondante di ottuso servilismo, che dopo l’annuncio di questa sconvolgente novità, stava candidando anzitempo il padrone, mostrando tutta la vacuità del discorso.

Che non si sia arrivati all’elezione diretta del presidente, dotandolo di più poteri, si è rivelata una scelta saggia, pensando solo ai danni che il Cavaliere avrebbe potuto fare dal Quirinale. I padri costituenti al contrario degli inconsistenti nipoti, sapevano benissimo come in Italia la governabilità tende a diventare mala governabilità che l’equilibrio dei poteri va pesato attentamente. Però Berlusconi ha giustificato l’ennesima riproposta non con ragioni consistenti, ma con la faccia tosta che gli è consueta: vogliamo essere come Atene e come Parigi?  Ora tira fuori il socialista Hollande, ma  dimentica che a Berlino il presidente è eletto come da noi e ha anche qualche potere in meno. E questo non ha impedito alla cancelliera di sbarazzarsi del fastidioso ganimede della politica europea, nè alla Germania di essere di gran lunga la più forte economia del continente e di dettare legge.

Essere Parigi o Atene non dipende affatto da essere una repubblica parlamentare o presidenziale: dipende dalle persone che governano, dalla classe politica, dall’etica che una società sa esprimere, dalla lucidità dei cittadini e da altre mille cose così ovvie che è inutile ripeterle. Ma quanto più mediocre è una classe politica, tanto più tenderà a “narrare” e a redere  che i guai non derivano dalla sua inadeguatezza, ma dalla costituzione e dalla forma delle istituzioni. E’ solo un alibi per fuggire di fronte alle proprie responsabilità.

Così se non siamo mai stati in grado di essere Parigi, dovremmo invece rallegrarci di essere Atene, dove almeno  ci si rifiuta di essere una colonia della Bce e di qualche suo vacuo governatore. Questa è la differenza tra avere i coglioni e essere stati appesi per vent’anni a un coglione.

 


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