Una scelta personale quella di Umberto Ambrosoli, una scelta che non voleva innescare polemiche, ma rivendicata come del tutto legittima.
Il Consiglio Regionale della Lombardia, in ricordo di Giulio Andreotti, scomparso lunedì 6 maggio a Roma, ben sette volte premier, figura tanto grande quanto oscura, ha osservato un minuto di silenzio a seguito del quale il presidente, Raffaele Cattaneo, ha letto un discorso di commemorazione. Ma mentre tutti i membri del Consiglio partecipavano in piedi, Umberto Ambrosoli, coordinatore del centro-sinistra, è uscito.
“Ho una storia personale che si mischia coi lati oscuri di quella di Giulio Andreotti, ma non è il caso di fare polemiche: è giusto che le istituzioni ricordino gli uomini delle istituzioni, ma chi ne fa parte faccia i conti con la propria coscienza“, spiega Ambrosoli.“E’ comprensibile che in occasione della morte di persone che hanno ricoperto ruoli istituzionali di primo piano le istituzioni le commemorino. Ma le istituzioni sono fatte di persone, ed è legittimo che queste facciano i conti con il significato delle storie personali”.