Magazine Informazione regionale

Il Consorzio di Bonifica 3 di Agrigento fa “acqua” da tutte le parti

Creato il 14 ottobre 2015 da Comunalimenfi
Consorzio_Bonifica_3_Agrigento

Il Consorzio di Bonifica 3 di Agrigento è un colosso da 300 dipendenti con un bilancio di 40 milioni ma incassa solo 35mila euro.

Una -non l’unica- attività che dovrebbe svolgere è quella di fornire l’acqua per irrigare i campi. Alla fine però il Consorzio di Bonifica 3 di Agrigento, un colosso da quasi trecento dipendenti, 11 sedi territoriali e 40 milioni di euro di bilancio annuo, dalla vendita del liquido l’ente è riuscito a ricavare solo 35 mila euro in un anno.

Questo è infatti l’importo indicato nel bilancio consuntivo 2013, l’ultimo disponibile per l’ente regionale, rispetto alla voce “proventi derivanti dall’erogazione di acqua”, somme tra l’altro, così come precisa lo stesso consuntivo, che il Consorzio non è nemmeno riuscito ad incassare.

Pochi, pochissimi, se si considera che l’Ente ha un territorio di esercizio pari a tutta la provincia di Agrigento e che, stando a quanto confermatoci da addetti del settore, un’azienda di medie dimensioni paga annualmente circa un migliaio di euro l’anno. Il rapporto costi-guadagni, tra l’altro, è nettamente negativo, dato che il Consorzio ha indicato una spesa per acquisto di acqua di 40 mila euro, ovvero 5mila euro in più di quanto fatturato -ma non incassato-. Quello della fornitura di risorse idriche ai coltivatori, comunque, è solo una delle tante questioni “critiche” che emergono nella gestione del Consorzio, commissariato, come tutti gli altri in Sicilia, da un paio di anni.

Continuando a parlare di evasione ad esempio, rispetto al cosiddetto “contributo irriguo”, somma che dovrebbe essere pagata da tutti i proprietari di terreni che almeno in potenza possono godere dei servizi di irrigazione a fronte di 4.999.928 euro di incasso previsto, il Consorzio ha potuto mettere in cassa solamente 1.865.740 euro. Allo stesso modo, a fronte di 9mila euro di somme previste rispetto al contributo da erogare per l’appresamento, in cassa sono finite solo 3.565 euro.

Il resto sono andati a rimpinguare l’enorme capitolo dei residui attivi, che ammontano ad oltre 24 milioni e trecentomila euro (ma i residui passini sono di più, oltre 25 milioni e otto). Eppure, dice lo stesso Ente, “l’erogazione del servizio è subordinata alla regolarità dei versamenti delle quote annuali”.

C’è poi la questione del personale: il Consorzio al 2014 (anche in questo caso, ultimo dato disponibile) contava 273 dipendenti, per un costo di oltre 12 milioni annui (anche se gli stipendi sono fermi da un paio di mesi). In via di determinazione sono invece i termini connessi al patrimonio immobiliare di proprietà dell’Ente, che può contare alcune decine tra magazzini, case per custodi e case cantoniere, gran parte delle quali, però, presentano un’annotazione curiosa: si indica come “da verificare”, infatti, la situazione di regolarità urbanistica degli stessi.

Un necessario post scriptum: ieri la redazione de La Sicilia ha tentato senza successo di raggiungere telefonicamente il dotto Calogero Paolo Mascellino, che del Consorzio è commissario dal febbraio del 2015. Tentativo vano, per quanto abbiamo la certezza che il funzionario regionale abbia letto il nostro messaggio contenente richiesta di informazioni.

Gioacchino Schicchi, de La Sicilia 14/10/2015


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog