Il Contattismo tra simboli e fini sinistri

Creato il 15 giugno 2014 da Straker
Certi simboli sono simili a briciole che spazziamo via dalla mensa, finito di desinare.
Rivelatori sono le icone di gruppi che ruotano attorno a contattisti, channelers, “profeti” dei tempi finali.
L’Ordine francese di Melchisedec, confraternita che mira ad eliminare il denaro, le religioni tradizionali e la guerra, annovera esponenti che asseriscono di essere in contatto con extraterrestri. La setta usa come emblema un cosiddetto sigillo di Salomone. All’interno dell’esagono formato dall’intersezione dei due triangoli è effigiato un quadrangolo in cui sono inscritti dei cerchi concentrici. Nelle punte della stella sono istoriati glifi dalle forme per lo più irregolari. [1]
I latori dei messaggi pseudo-mistici propinati da Ashtar Sheran di solito si identificano attraverso l’iconografia dell’ufonauta: sul palmo della mano destra aperta in segno di saluto brilla un astro a sette punte. Sulla divisa di Ashtar Sheran, sedicente Comandante della flotta spaziale interplanetaria, fa bella mostra di sé il sigillo di Salomone, dall’aspetto di un cristallo rutilante in modo da suggerire tridimensionalità. Le rivelazioni del lungicrinito visitor risalgono al 1952, quando il tedesco Georg Van Tessel compì un tour su un disco volante. Tessel fondò a Berlino il Centro della pace: ne originarono conventicole confluite in gran parte nella famigerata Federazione galattica.
Il Centro studi fratellanza cosmica (C.S.F.C.), fondato da Eugenio Siragusa nel 1963, esibisce uno “stemma” in cui è rappresentato un ricognitore adamskiano, sotto il quale sono raffigurate due stelle a cinque punte da cui si dipartono due avambracci che si stringono fraternamente. Il Centro fu voluto dal cultista catanese che, secondo la sua testimonianza, il 30 aprile 1962, incontrò per la prima volta sul Monte Sona (massiccio dell’Etna), alcuni visitatori non terrestri, ricevendo il solito messaggio di amore e fratellanza. Il C.S.F.C., dopo la morte di Siragusa, è diventato punto di riferimento per i contattisti italiani, sebbene abbia poi patito divergenze e scissioni.
Il più importante discepolo di Siragusa è lo stigmatizzato e contattista Giorgio Bongiovanni, fondatore di “Nonsiamosoli”: il movimento usa come logo un sole su cui si staglia un’aquila al naturale. Il sole è circondato da sette stelle a cinque punte. In basso si leggono le lettere greche alfa ed omega, con la prima minuscola e l’altra maiuscola.
Il Movimento raeliano, creato dal giornalista francese Claude Vorilhon, che ha poi cambiato il proprio nome in Rael, ha adottato come “insegna” il sigillo di Salomone in cui è inscritto uno swastika. Rael afferma che il Dio della Bibbia è, in realtà, da identificare con gli Elohim, scienziati extraterrestri, esperti nell’ingegneria genetica. Vorilhon sostiene di ricevere i suoi messaggi da un ufonauta che ha descritto come alto circa un metro e venti, con lunghi capelli neri, occhi a mandorla, carnagione olivastra. L’ex cronista, che è riuscito con il suo credo materialista a radunare attorno a sé circa 60.000 proseliti, ritiene che gli uomini possano conseguire l’immortalità attraverso la clonazione. Dopo di che saranno degni di ricongiungersi ai Creatori.
Una frangia cultista, che afferma di essere in contatto con i Siriani, si fregia di una sfera contenente un tetraedro rotante decorato da tre volute. Di solito, però, i vari gruppi che si richiamano ai “maestri” di Sirio esibiscono il sigillo di Salomone (di nuovo!): al suo interno spicca l’occhio onniveggente, attorno è disegnato un circolo. Nella maggior parte dei casi gli emissari dei Siriani usano come contrassegno la Stella di David cui sono intrecciati una croce greca e due archi. (Immagine in testa all'articolo)
Come si vede da questa rapida ed incompleta rassegna, un fil rouge collega quasi tutte le organizzazioni di contattisti dagli anni ’50 del XX secolo ad oggi. E’ un simbolo che evoca, attraverso il significato assunto in questi ultimi secoli, un centro di potere.

Credo che i corifei del cultismo (Adamski, Angelucci, Fry, Williamson…) fossero in buona fede, ma le loro esperienze, i loro abboccamenti con esseri delle stelle non sono, a differenza di quanto opina Roberto Malini, fantasie e leggende urbane, quanto i prodromi di un’acclimatazione allo sbarco di visitatori “saggi e benevoli”. Che dietro questa fenomenologia si nasconda un agente terrestre o allotrio, poco importa, giacché è indubbia un’intenzione sinistra, il fine di gettare le basi per un Nuovo ordine dove l’ecumenismo cosmico è la controparte del mondialismo, inteso come dittatura planetaria.
Certo, il contattismo è realtà tutto sommato marginale, il cui influsso sull’opinione pubblica è limitato, sebbene persistente da più di cinquant’anni. Tuttavia dipingendo un quadro edulcorato della questione aliena, esclude in toto non solo lo spinoso problema dei rapimenti, ma anche l’atroce scenario delle mutilazioni animali ed umane. D’altronde se chiediamo ad un ufologo ottimista o ad un canalizzatore che cosa pensi delle abductions e delle mutilazioni, ci risponde che non bisogna alimentare le energie negative, occupandosi di questi temi. E’ giusto non concentrarsi su aspetti foschi, ma ignorarli non significa che non esistono.
L’”ecologismo” a senso unico, la responsabilizzazione dell’uomo comune in cui è instillato il senso di colpa, l’abitudine a scagionare i governi, l’ingenua celebrazione della scienza e del progresso sono costanti che, presenti in nuce in Adamski, si sono poi ingigantite sino all’attuale contattismo del tutto indistinguibile per ideologia dalle più bieche correnti globalizzatrici.
Come è ovvio, lo scempio indicibile della geoingegneria clandestina che sfigura la Terra non trova neppure lo spazio di un millimetro quadrato nelle frange cultiste. Ciò dovrebbe indurre a riflettere.
[1] La Stella di David o sigillo di Salomone è un simbolo molto diffuso nelle culture del mondo antico. L’interpretazione tradizionale vi vede un triangolo “acqueo” (femminile, orientato verso l’alto) ed uno “igneo” (maschile, rivolto verso il basso) che, insieme, rappresentano un concluso sistema dualistico. La stella a sei punte è rintracciabile spesso nei graffiti della regione alpina ed in contesti culturali, come quello cinese, che non dipendono dalla tradizione ebraica.
[2] Lo swastika è simbolo cosmico, di movimento e di ciclicità, diffuso un po’ in tutto il mondo.
Fonti:
Enciclopedia dei simboli, a cura di H. Biedermann, Milano, 1991 s.v. stella di David e svastika
R. Malini, Dizionario enciclopedico degli U.F.O., s.v. Bongiovanni, Raeliani, Siragusa
J. Vallée, Messaggeri di illusioni, Milano, 1984, passim

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