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IL CONTRATTO - di Marco Vichi

Creato il 06 febbraio 2013 da Ilibri

IL CONTRATTO - di Marco Vichi IL CONTRATTO - di Marco Vichi

Titolo: Il contratto
Autore: Marco Vichi
Editore: Guanda
Anno: 2012

Il contratto è l’accordo tra due o più soggetti (le parti del contratto) per produrre effetti giuridici.

Tranquillizzerò subito chi teme una mia noiosa trattazione di diritto, confermando che nell’opera breve (95 pagine) e divertente di Marco Vichi il contratto stipulato – di stampo faustiano - è assai particolare e non si presta al commento a vocazione “giuridica” che io sto per imporre.

Innanzitutto la storia raccontata da Vichi ha il suo esordio in una festa durante la quale il protagonista sfuria contro il pianista: “Questa non è musica, è una prova di dattilografia!” L’evento è una noiosa festa borghese, nella quale i partecipanti a tutto sono disposti pur di scampare alla noia. Ma quella inscenata dal nostro eroe “era solo una polemica musicale, e il pubblico era un po’ deluso”.

Lui, il rissoso, è un aspirante scrittore (“Ero un astro che doveva ancora sorgere”) e si lascia andare ad affermazioni che costituiscono quella che in diritto si chiamerebbe “fase precontrattuale”: “Avrei venduto l’anima al diavolo pur di diventare uno scrittore famoso …”

Spesso i contratti vengono stipulati grazie all’intervento di un mediatore: e così avviene anche in questo ‘racconto lungo’. Ove il mediatore già prelude a ciò che seguirà: “Mentre usciva vidi un rigonfio sotto la sua giacca, in fondo alla schiena. La coda, pensai.”

La stipula avviene al civico 333: “Era una viuzza lunga cinquanta metri, non capivo come potesse esserci il numero 333”.

La mia barbosa impostazione adesso implica l’analisi dei tre elementi costitutivi del contratto: l’accordo, le parti, gli effetti.

L’accordo

Ė nostra intenzione commissionarvi un poema sullo stesso identico stile dell’Alighieri, ma ovviamente diverso nell’essenza e nelle intenzioni …” Insomma: una divina commedia al contrario, nella quale celebrare l’inferno anziché il paradiso!

Lo scrittore in cambio avrà denaro e celebrità (“Se accettate di scrivere quello che noi vi chiediamo, in pochissimo tempo diventerete ricco e famoso”).

Eccolo lì delineato, quello che nel contratto si chiama sinallagma: il “do ut des” dei latini, “una mano lava l’altra” nella saggezza popolare.

E viene trasfuso in modo artistico, in forma scritta: “Io … cedo agli uffici ciò di cui poco m’importa in cambio di tutto ciò che invece desidero …

Le parti del contratto

Sono “gli Uffici” da una parte (nella persona di un direttore che “aveva la faccia pallida e affilata, e due occhi neri da femmina”, un’assistente sexy di nome Vanessa, che fa rima con diavolessa, due ripugnanti creature: Zabulon e Abandon) e lo scrittore dall’altra.

Quello che in diritto si chiama “contratto bilaterale”.

Gli effetti prodotti dal contratto

Dirò soltanto che vengono stimolati – diabolicamente! - in modo scaltro: “Quella maledetta rossa, sempre mezza nuda, mi sorrideva e m’incitava a scrivere”. Ma mi fermo qui, perché sarebbe autentico spoiler spifferare ai quattro venti quali siano gli effetti prodotti dal contratto! Peccato che non commetterà certamente …

… Bruno Elpis

  

 

 

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