Ma dai, fai copywriting etico. Ma che figata. Straordinario, che bello, eccoti un like. C’è proprio bisogno di un po’ di etica, in questa professione. Un like non mi costa nulla, lo faccio volentieri, vaicondio. Comprare il libro? Oooops. Mi si è scaricata la prepagata proprio adesso, scusami, ciaociao, inboccaallupo! Mitica!
Lavori nel marketing e non sei disposta a scrivere con tecniche persuasive ? No grazie, noi dobbiamo vendere, tutti sanno come va il mondo e se non aggrediamo prima noi ci faranno fuori in tempo zero. Meglio un uovo oggi che una gallina domani, lo conosci il detto? Fuori le palanche, norispetto, aggressività e palle in mostra. Un copywriter etico non raggiunge mica il risultato che vogliamo [?], troppo molle [??], troppo educato [???]
(Ciccio, sono etica, mica imbecille)
Bellobellobello il marketing etico, che meraviglia, sono troppo d’accordo, non aspettavo che te, facciamoci un selfie, #amicamia, e tagghiamoci sui social!
Ecco. Queste sono le reazioni a cui ho assistito da quando è uscito il mio ebook e da quando ho preso la posizione pubblica di copywriter che lavora con deontologia professionale. E sai una cosa? Non mi aspettavo niente di diverso.
Ma ho avuto due regali questa settimana
Uno è questo: un personaggio (che stimo professionalmente molto) come Daniele Imperi (di cui ho già parlato per la sua coscienza della scrittura) ha elaborato un post che parla del copywriting etico. Un articolo molto bello, molto coraggioso, dove avanza una posizione (che mi trova d’accordo) e la difende con professionalità, serietà e passione.Stupita?
Sì, lo sono. Mi fa piacere essere da spunto per una meditazione così intensa. Come mi onora essere stata citata. E ancora di più, mi soprende il fatto di sapere che ci sono così tanti professionisti che amano fare le cose per bene. Al di là degli urlatori che promettono a destra e sinistra miracoli sul web.
Chi fa il suo lavoro con determinazione, amore, serietà, ha tutto il mio rispetto. Come fa Daniele.
Un’altra citazione è il secondo regalo (in realtà è venuta prima in senso temporale): quella di Andrea Girardi nel suo post “Il più grande venditore del mondo”.
Una posizione, quella di Andrea (come gli dico sempre) da leggere in chiave polemica. Più tarata in senso commerciale rispetto ad Imperi, esplora le caratteristiche umane e professionali che il buon venditore deve avere. E in esse, include anche l’etica. Da scoprire, per essere stupiti.
[credits]
Questo post è dedicato a chi:
- pensa che il copywriting etico sia roba da ricchi (per l’equazione: etica=Gandhi=nutrirsi di bacche e acqua di ruscello e vivere da stiliti in mezzo a un bosco senza lavarsi i denti)
- pensa che avere un’etica sia da sfigati (per la convinzione che a questo mondo le persone sono tutte opportuniste e quindi Gandhi – di cui sopra – è un rifiuto della società, che non sa nemmeno conquistarsi un paio di calzini)
- pensa ma che ci vuole a scrivere bene, sono capaci tutti, l’importante è avere qualcosa da dire (e non si accorge di essere l’ennesimo pecorone che si da ai ludum et circenses come unico scopo di vita – ammesso che sappia cosa sono)
- pensa che vendere sia un affare di puro guadagno economico, tralasciando la creazione della relazione.
A te la parola.