Federico Guerrini ci racconta dei suoi mentori. Primi fra tutti i suoi genitori, in particolare la madre, che gli hanno insegnato il coraggio, quello che nonostante le difficoltà ti permette di andare avanti. E poi un libro, Il Piccolo Principe, che gli ha insegnato a non rinunciare alle proprie preziose. Fino al 30 settembre è possibile donare due euro inviando un sms al numero 45507 o cinque euro dal telefono fisso a sostegno di “Cambia la vita di un bambino” iniziativa di Mentoring Usa Italia Onlus
Ho avuto per madre una donna dal sorriso gentile ma dallo stelo di ferro e per padre un uomo forte, ma anche capace di grande sensibilità. Purtroppo mia madre, ancora giovane, si è ammalata di un male che a poco a poco se l’è portata via. La forza con cui ha affrontato questa tragedia, senza praticamente mai compiangersi e senza far pesare la sua condizione a chi le stava intorno (a parte i comprensibilissimi momenti di sconforto) è quello che fa sì che oltre che in quella di genitore, la possa inserire nella definizione di “mentore”.
Quando penso alla definizione di “coraggio” non penso a un soldato o a qualche eroe da telefilm. Penso a lei. Allo stesso modo, quando penso a come mio padre le sia stato accanto in queste circostanze, per lunghi, lunghi anni, mi sembra di capire meglio la virtù della perseveranza che leggo, “implica la sofferenza, la sopportazione, la pazienza, quali determinazioni della volontà e non come semplice necessità”. Significa che certe cose vanno fatte, e basta. Senza disunirsi di fronte a un’avversità. Perseverando, appunto.
E in questo tempo in cui ci affrettiamo a saltare da un’opportunità all’altra, non appena ci sembra di stare lievemente scomodi là dove ci troviamo, è una lezione che non ha prezzo.
L’ultimo mentore, inteso come modello e fonte di ispirazione, è un libro: Il Piccolo Principe. C’è tutto in quel libro: la poesia, l’amore, la differenza fra il senso profondo e quello superficiale della vita. Non è un libro per bambini, anche se può essere letto anche come tale. È un libro per chi, malgrado i soprusi, le disillusioni e le ingiustizie con cui ci si confronta negli anni, non vuole mai rinunciare del tutto a quanto ha di più prezioso sepolto in sé. Senza cui tutte le vittorie, professionali o della vita privata, non contano assolutamente nulla.