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Il coraggio della "franchezza" /Spazio Spiritualità

Creato il 08 aprile 2014 da Marianna06

 

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“Guai a me se non evangelizzo” –diceva Paolo, l’apostolo missionario per eccellenza. E poco importano le sofferenze cui si può andare incontro. Lui per primo, il giudeo convertito, le aveva messe in conto.

Anche oggi è così. E lo è  tanto a casa nostra( dove la secolarizzazione trionfa) quanto in contesti lontani e difficili come lo sono certe terre all’altro capo del mondo.

E il cristiano, laico o religioso che sia, conosce bene in cosa consiste quest’esame che, per lui o per lei che ha fatto la sua scelta, si ripete da duemila anni a questa parte.

E’ la logica della “croce”.  Quella che, assurda e scandalosa per i gaudenti e gli egoisti, ti allontana dalla futilità di certe apparenze.

Quella ti conduce semmai a ricercare la libertà che è ricchezza interiore, ti apre gli occhi sulle ingiustizie, non ti fa perdere mai la speranza e ti fa capire che amore è innanzitutto  “servizio” e condivisione.

 Condivisione dei beni nel servizio (certo per quel che si può, mai l’impossibile è richiesto a nessuno) ma condivisione, soprattutto, della Parola perché la “buona novella”, quella che Gesù è venuto a predicare tanti e tanti anni fa, raggiunga tutti.

I vicini e i lontani. I ricchi e i poveri.

 Sorgenti avvelenate nel mondo d’oggi ce ne sono troppe.

E andare alla sorgente significa, proprio grazie alla Parola, individuare i veleni e provare a depurarne le acque.

  

Vatica10

    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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