Quello che mi sconcerta è che questa sceneggiata con esso, essa e o’ malamente, è accompagnata da una nenia che parte dal Quirinale e serpeggia fino alle plaghe dell’opposizione che parla del coraggio di prendere delle decisioni impopolari. Però a quale coraggio si riferisce? A quello di 900 parlamentari che dall’alto dei loro vitalizi, inframmezzati alle lobby se non alle cricche, votati a un potere ormai autoreferente, rischiano le loro poltrone proponendo nuovi sacrifici ai soliti noti? Ma davvero chi se ne frega di questo coraggio di pulcinella che alla fine è solo oscena noncuranza e ottusa mancanza di idee.
Il coraggio e l’intelligenza starebbero proprio nel contrario, nel prendere decisioni popolari che spazzassero via l’Italia corrotta, furba, deviata dai paraocchi dell’egoismo, l’Italia immobile delle rendite di posizione, quella accecata e martoriata dal familismo e dallo spirito di clan. L’Italia che si è arresa al peggio di sé. Sarebbe coraggioso istituire un salario di disoccupazione come esiste in tutta Europa e che è l’unico modo per trasformare in flessibilità il precariato senza speranza e che attuato con intelligenza farebbe emergere molto lavoro nero oggi tenuto col ricatto in questa condizione.
Sarebbe coraggioso evitare di svendere i beni pubblici e le proprietà a privati rapaci che cercano ed efficienti solo nell’economia di rapina. Sarebbe coraggioso scegliere di renderli funzionali e addirittura in attivo evitando di farne un territorio di cliente svergognate e incompetenti.
Ma questo coraggio non esiste, così come non esiste nella rassegnazione di chi sopporta l’intollerabile. il coraggio è solo quello di tenersi la poltrona sotto il sedere, ripetendo le solite litanie. Si, il coraggio di Pulcinella che è solo la vigliaccheria del potere.