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Il coraggio delle donne cagnanesi, lo sciopero del 1941

Creato il 08 marzo 2012 da Crono @Amaraterramia

Il coraggio delle donne cagnanesi, lo sciopero del 1941

La foto si riferisce ad uno sciopero a Vercelli

L'8 marzo dell'anno scorso su CagnanoVarano.org fu pubblicato un bellissimo post che voglio riportare qui in occasione della festa delle donne del 2012...e AUGURI A TUTTE LE LETTRICI ed anche a quelli che si sentono donne dentro...
"Nel 1941, il sale, il pane, era tutto scarso ... e abbiamo fatto lo sciopero"
"Quanne maritema l’à ssapute, m’à ddàte ppùre nu sckàffe! e mm’ha ddìtte:- Te putìve pùre stà a rreteràta a ccàsta!"
  Mi chiamo Carolina e sono nata a Cagnano Varano il 14.5.1918. Sono rimasta senza padre, quando mamma era incinta di tre mesi ed è andata a fare i servizi in casa dai ricchi: Rachelina Coccia, Masteaddèca, don Luca, da donna Lina. Cummàre Rachelìna ci ha battezzato, ce stèva lu san Ggiuvànne.
Prima di andare a servizio, mia madre faceva la contadina e l’artigiana: si procurava la paglia, dalle spighe che erano state mietute, e pe la restùccia facèva li cruuèdde e li spasètte. Raccoglieva la paglia, la faceva a mazzetti e la intrecciava.
Mia madre aveva solo me. Quando ero bambina sono andata a scuola, ma fino alla quarta elementare. Alla quinta mi sono ritirata dalla scuola, per necessità. Ero brava pure in aritmetica. Allora comandava Mussolini e ho fatto la "piccola italiana"; indossavo la gonna nera e la maglietta bianca. La quarta di allora era importante, poi ho insegnato anche ai miei nipotini. I miei figli me li hanno lasciati quando sono andati a lavorare all'estero.
Quanto lavoro! Eravamo in nove in casa: io, mio marito e sette nipotini e a tutto ho pensato io, quando i miei figli sono andati in Germania. Questa figlia [fa riferimento a quella presente] è andata via nel 1979. Ho lavato tutto a mano, allora non avevo la lavatrice.
Prima ancora, quando mia madre faceva i servizi da donna Rachelina, la zia di don Antonio [sacerdote di Cagnano], ho imparato a cucire. Era maestra di cucito e aveva in casa le ragazzine, che imparavano a cucire. Mia madre mi portava con sé e così ho imparato anch’io.
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