“Ognuno ha tanta storia tante facce nella memoria tanto di tutto, tanto di niente le parole di tanta gente”. - Gabriella Ferri.
Storie dunque, vicende comuni come tante, molte affollano le pagine dei quotidiani per i loro “particolari”, rare sono quelle che sono invece menzionate per la loro conclusione felice.
La storia di Silvia non è neanche tra queste.
Non si può dire che io conosca Silvia se non per qualche scambio di mail, ma scorrendo, anzi “bevendo” i capitoli del suo racconto, posso dire che è come se avessi perso di vista un’amica e l’avessi ritrovata dopo tanto tempo.
Il mio frammento di DNA non è solo un racconto, è il coraggio di mostrarsi nudi in mezzo alla gente, è quel momento che ci si toglie gli abiti grigi di un perbenismo da paese mentre s’indossano gli abiti dai colori vivaci della libertà.
In questo scambio di vesti c’è un istante, dove inevitabilmente si resta nudi e mentre il corpo può essere coperto, le parti interiori più intime rimangono nude ed è questo che questo racconto ci offre.
L’intimità, che spazia dai ricordi dell’infanzia, alle speranze di un futuro migliore. Dalla gioia alla vergogna, piccole chicche che arricchiscono un racconto vero, vivido, dove la poesia lascia spazio alla rude venalità della realtà, dove il sogno è a portata di dito, ma mai raggiungibile.
Un racconto di donne e uomini, dove l’uomo è visto per quello che è senza falsi pudori, vi sono descritte tutte le sfaccettature dell’essere maschile senza retorica e in ognuno di questi elementi ciascuno può riconoscersi.
I capitoli del libro sono come le ciliegie, uno tira l’altro, brevi racconti incastonati un nell’altro, intervallati da pensieri, aneddoti, speranze e disillusioni.
A mano a mano che si prosegue nella lettura, Silvia si lascia sempre di più conoscere, toglie quella patina che avvolge il suo cuore e si lascia andare a confidenze che confortano il cuore.
La storia di Silvia può essere uguale a mille altre storie, ma è il suo coraggio di raccontarsi, di non avere pudore, non avere paura, infonde a chi legge coraggio e voglia di proseguire, a renderla speciale.
C’è un frammento nel DNA che da generazioni si trasmette alle generazioni successive. Insito in ognuno di noi, e in fondo quello che a mio modesto parere Silvia ci vuole dire, è una sola parola: Amare.
Ama l’amore, ama l’amore per quello che è, con la speranza che il meglio deve ancora venire.
Roberto Vassallo.
Il mio frammento di DNA è edito da Edizioni Cinquemarzo