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Quando sono stato invitato dagli amici dello Spazio Bianco a scrivere su Superman, ho colto l’occasione per parlare di un tema che da tempo mi appassiona. Riguarda il ruolo del corpo di Superman in rapporto alla sua condotta e come indicatore – o a volte come controindicatore – della sua morale; dunque in relazione alla sua credibilità o meno come eroe.
Intendo qui il termine «corpo» rispetto al tipo di muscolatura e alle modalità della sua presentazione; come fisionomia, espressività e magnetismo del volto, inclusa la capigliatura; in relazione agli indumenti che lo ricoprono e al modo in cui lo vestono, coprono o esibiscono; come spia più o meno esplicita di un’età anagrafica; come elemento mutevole, predisposto alla trasformazione a fini narrativi e spettacolari; infine, come elemento simbolico in riferimento alla misura dell’uomo che lo detiene, alla sua moralità, al suo rapportarsi al mondo.
I. Fisicità muscolare
Sappiamo bene che nel corso di settantacinque anni di carriera editoriale Superman, realizzato da tanti autori e in periodi diversi, è stato caratterizzato fisicamente in modi molto vari: non solo in base alle capacità e intenzioni individuali dei disegnatori ma anche secondo l’evoluzione dei gusti sul corpo maschile nella società statunitense e secondo i modelli virili da cui i vari artisti hanno preso, volenti o nolenti, ispirazione. (1) Dai trapezisti degli anni Trenta e primi Quaranta ai primi culturisti professionisti degli anni Cinquanta; per intenderci, dallo Joe Shuster ispiratosi agli acrobati del circo al torace monolitico di Superman secondo Al Plastino; (2) da una fisicità più anonima e astratta nelle storie per bambini degli anni Sessanta a una corporeità più maschia e assertiva negli anni Settanta; diciamo, dunque, da Curt Swan a Dick Giordano e Neal Adams; (3) da un fisico ormai decisamente ispirato, nelle proporzioni e nel volto, al Superman cinematografico di Richard Donner (1978) negli anni Ottanta, a un corpo più massiccio, i capelli lunghi, più attento alle mode negli anni Novanta; cioè da John Byrne e George Pérez a Dan Jurgens; (4) infine, dal Superman massiccio, erculeo ed essenziale degli anni Duemila alla recente versione che ritorna in modalità pantografica all’icona di Christopher Reeve; cioè da Frank Quitely a Gary Frank.
II. Trasformazioni fisiche
Le metamorfosi del corpo dell’eroe, nelle storie di Superman, sono state molteplici. Questa affermazione va intesa in almeno due sensi. Innanzitutto nel senso che indicavo sopra: la muscolatura di Superman, i suoi volumi e le sue proporzioni, sono cambiati innumerevoli volte, per questioni stilistiche e culturali, ma a volte anche più profondamente narrative. La differenza fra un Superman più longilineo e uno più tozzo, fra un Superman più capelluto e uno dal crine più disciplinato, fra un Superman più definito e uno dai muscoli meno scolpiti, sono tutti fattori non necessariamente legati solo a questioni esteriori, cioè al gusto del disegnatore e/o dello sceneggiatore. Talvolta la scelta può essere ben più ponderata e riflettere una certa consapevolezza da parte degli autori circa i valori messi in campo dal corpo dell’eroe, inteso non solo come corpo fisico ma anche come corpo simbolico, e in particolare nell’eroe Superman, in cui, forse più che in qualsiasi altro supereroe, la dimensione estetica e quella etica si compenetrano.
Vorrei cioè sottolineare – e tornerò sul tema nel capitoletto finale – che l’apparenza fisica di Superman coincide, nella percezione istintiva del lettore/spettatore, con il suo carattere eroico, con la sua condotta pratica e con le motivazioni morali che generano tale condotta. Un Superman dalla muscolatura abnorme e quindi mostruosa, o un Superman dal corpo mingherlino e che dunque non mostra simbolicamente forza e sicurezza, o un Superman visibilmente sovrappeso e cioè inadatto a dare l’idea di rapidità ed efficienza – ho individuato tre tipi di corporatura equidistanti dalla fisicità unanimemente e istintivamente riconosciuta dal pubblico come «autentica» in Superman – si allontanano in modo drastico dalla drammaturgia propria a questo personaggio, una drammaturgia non limitata alla varietà ed enormità delle sue abilità fisiche ma che si estende nel campo, fondamentale, degli obiettivi a cui l’eroe punta facendo uso di tali abilità. È proprio per questo che, nel corso dei decenni, Superman ha variato entro certi limiti le sue volumetrie muscolari, ma sempre all’interno di un campo estetico «canonico» riconosciuto come esemplare sia dai suoi autori sia dal suo pubblico: ogni qual volta la variazione estetica nella raffigurazione di Superman si è spinta oltre quella zona canonica, si è entrati nel campo della mutazione innaturale del suo corpo, coincidente o con un cambiamento caratteriale dell’eroe o con un cambiamento nel tono narrativo.
III. Volto ed età
Anche il volto di Superman, come elemento della sua corporeità, nei fumetti è variato con le epoche e i gusti, in relazione alla società e alle mode statunitensi: la pettinatura e la presenza e forma del caratteristico ciuffetto di capelli a forma di s sulla fronte, la rotondità o spigolosità e muscolosità della mascella, la forma e grandezza del mento con o senza fossetta «yankee», la capigliatura e la sua luminosità, le dimensioni del collo per muscolatura e lunghezza, l’espressività, dettaglio e grandezza degli occhi, la forma del naso. Tra i fattori comunicativi del disegno del volto v’è l’età presunta e iconizzata, dai 30 ai 40 anni, ma comunque non sempre chiara e a volte nemmeno importante perché per i lettori bambini – pubblico primario di Superman per decenni e, direi, anche adesso, tutto sommato – una figura è genericamente adulta, e l’età per loro non solo è indefinita ma nemmeno presa in considerazione: per un bambino di sette, otto anni gli adulti sono solo «i grandi» e Superman non fa eccezione, «probabilmente avrà l’età del mio papà». Eppure in tempi più recenti, dalla fine di quella che gli appassionati statunitensi chiamano nostalgicamente Silver Age, l’età di Superman e della maggior parte dei supereroi si attesta intorno ai 30-35 anni, con l’individuazione dei 34 anni come età di Superman, per ragioni complesse che non è il caso di approfondire qui.
Fine Prima Parte
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