Mi colpisce una notizia, o meglio come viene posta l’informazione attraverso il titolo e l’importanza (simbolica e non) che la scelta di indossare il velo, da parte di quattro donne che sono parlamentari, assume nello scenario politico turco e quindi europeo (con le implicazioni trasversali, strumentali e possibili, citate nell’articolo)… Il titolo è : << La Turchia si allontana dall’Europa: 4 deputate in Parlamento con il velo sfidano la laicità di Ataturk>> [continua su ilsole24ore]
foto: Studio azzurro, Scirpa. Scatto rubato alla mostra: Artisti nello spazio – da Lucio Fontana ad Oggi, Complesso Monumentale del San Giovanni Cz
“”La questione della trasformazione del corpo femminile in “corpo emblema” di un discorso Politico con, in più, una valenza a carattere religioso, oggi, riguarda molti contesti poltitico-culturali e, in particolare, i paesi a tradizione musulmana. Ma, ancora fino al fascismo, anche l’Italia, come altri paesi europei, ha conosciuto una simile strumentalizzazione dell’immagine femminile al servizio di una particolare idea di nazione.””Renate Siebert
<Chiunque fossimo – e non importava a quale credo appartenessimo, se volevamo portare il velo oppure no, se osservavamo o meno certi precetti religiosi – eravamo diventate il prodotto di un sogno di qualcun altro. Un severo ayatollah, un sedicente re filosofo, si era posto alla guida del paese in nome di un passato che, sosteneva, ci era stato rubato. E ora voleva crearci tutti di nuovo, a immagine e somiglianza di quel passato illusorio.
Poteva esserci di consolazione – e avevamo davvero voglia di ricordarcelo? – che ciò era accaduto perché noi glielo avevamo permesso?> Azar Nafisi
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