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il corredo della tomba

Creato il 07 maggio 2010 da Filippocanali
il corredo della tomba
La tomba della Montagnola, scoperta nel 1959, risale al periodo etrusco orientalizzante. La sua costruzione è datata al 625 a. C. circa, ma esistono tracce di una tomba precedente. Il dromos (cioè il corridoio) esterno, lungo circa 14 metri, era in antico senza copertura e fu edificato con grandi blocchi, volutamente irregolari, disposti a filari orizzontali. Nel dromos interno, anch’esso a grandi blocchi, irregolarmente sbozzati, si aprono due celle laterali; sulle ante di quella di destra restavano, al momento della scoperta, deboli tracce di pittura.
La camera centrale (tholos) ha altezza e diametro di pari dimensioni: circa 5 metri. Si alza quasi verticale fino ad una certa altezza, poi la volta si richiude in filari di blocchi aggettanti. Al centro della volta si incastra il pilastro centrale, intonacato di stucco scuro così da assumere in basso l’aspetto di un monolite. Resti di chiodi su tutte le facce del pilastro fanno ipotizzare la presenza di oggetti appesi simmetricamente su di esso. Esternamente la tomba era delimitata da un muro circolare perimetrale (tamburo), sopra il quale si innalzava il tumulo di terreno, che stabiliva l’aspetto esterno fondamentale. Il corredo della Montagnola che si è conservato è molto frammentario. Fra gli avori spicca una porzione di zampa di sgabello pieghevole portatile, un oggetto riservato ai magistrati. Di notevole fattura anche alcuni elementi relativi al rivestimento di un probabile recipiente in legno (situla) decorati a fasce orizzontali. Tra gli ornamenti preziosi, di particolare pregio sono una fibula d’oro a sanguisuga, e una tenia d’oro con rosette applicate, di un tipo comune nelle necropoli di Rodi, che probabilmente veniva cucita su un supporto di stoffa. Altri oggetti rari e pregiati confermano l’esistenza di scambi con altre regioni: alcuni alabastra di alabastro egizio di un tipo largamente diffuso in oriente e presente anche nelle necropoli greco-orientali, un alabastron di “bucchero ionico” decorato a incisione forse giunto dall’Etruria meridionale marittima.

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