Magazine Salute e Benessere
“All’interno vi è un vero fuoco naturale,che brilla luminoso nella fornace di un rosso sempre vivo.”(Chang Po-Tuan, Wu Zhen Pian)
Steiner dice che, se un antico saggio orientale potesse osservare lo sviluppo dell’uomo occidentale, direbbe che la nostra civiltà si basa interamente sulla paura. Quel saggio vedrebbe che la nostra anima è interamente dominata dalla paura, perciò direbbe che l’odio svolge un ruolo centrale nella nostra civiltà. Questo fatto lo stupirebbe molto, perché la sua civiltà aveva un rapporto con il mondo che si basava sulla gioia, sull’amore e sulla dedizione alla vita. L’amore era la forza che stava alla base di quella civiltà perciò, agli uomini dei suoi tempi, non era richiesto di dover conoscere se stessi. L'antica civiltà orientale aveva disposizioni dell’anima molto diverse dalle nostre, perché le condizioni terrestri erano diverse. Nell’antichità, in Oriente, lo sguardo interiore veniva catturato dall’ambiente esterno, e l’uomo si donava completamente e con fiducia al mondo esterno. La loro conoscenza del mondo si basava sull’interpretazione del mondo che veniva tramandata dall’antica saggezza, perciò nelle religioni dei misteri non si incitava al “Conosci te stesso!” L’attenzione dell’uomo orientale di quei tempi era rivolta al mondo, e si cercava di scoprire ciò che si nascondeva dietro l’apparenza del mondo: questa era la richiesta più sentita dell'antichità. Quando le religioni misteriche orientali si diffusero verso l'Occidente, l’attenzione dei maestri e dei discepoli si rivolse verso l’interno dell’uomo. Quando sorsero i centri dei misteri in Egitto e, successivamente anche in Europa, sorsero delle esigenze diverse. Le diverse condizioni geografiche dei paesi occidentali e la diversa conformazione degli uomini occidentali imposero la necessità di conoscere se stessi e la visione diretta del mondo interiore. Però, grazie alle conoscenze delle essenze spirituali che sono alla base del mondo, i maestri riuscirono ad esaminare l’interiorità umana. In un certo senso, senza quelle precedenti conoscenze, il loro sguardo sarebbe restato paralizzato dalla visione. La civiltà occidentale divenne cosciente della propria essenza interiore quando vennero fondati i centri misterici in Occidente, anche se la loro origine è orientale. Si può immaginare facilmente l’impressione che l’auto-conoscenza produsse sui maestri e sui discepoli orientali quando, per la prima volta, gli venne rivolto il monito di sviluppare lo sguardo interiore. Alcuni maestri già possedevano lo sguardo interiore, perciò per loro tramite si ottenne la spiegazione sul percorso necessario, e le nozioni su quale fosse la condizione per conseguire l’auto-conoscenza. L’adepto era ammonito e veniva avvertito delle esperienze interiori che avrebbe incontrato, però solo gli iniziati erano a conoscenza dei segreti dell’interiorità umana. Infatti molti misteri potevano essere diffusi solo all’interno della cerchia più segreta degli adepti, a pena dell’ignominia per chi l’avesse riferiti agli estranei di quei culti. Ma, dalla metà del 15° secolo, la costituzione umana è cambiata, avvisa Steiner. Oggi è diventato necessario comprendere quale fosse la conoscenza dell’uomo che veniva tramandata in quei centri. L’uomo normale di oggi conosce il mondo esterno per mezzo dei sensi, poi mischia quello che vede con l’intelletto e, contemporaneamente, guarda dentro se stesso. Le impressioni esterne sviluppano i pensieri e, interiormente, quei pensieri diventano sentimenti. E tutto ciò che viene elaboato internamente per mezzo dei sentimenti e della volontà, si conserva sotto forma di ricordi, si riverbera nella coscienza e costituisce il contenuto della nostra anima. Esso diventa il contenuto della vita nella quale l’uomo vive e dalla quale prende le sue attitudini. Perciò se guardiamo all’interno della coscienza, dice Steiner, non troviamo altro che il riflesso dell'esterno. E anche se le impressioni esterne vengono colorate dal nostro sentimento e dalla nostra volontà ci illudiamo di osservare ciò che viene conservato interiormente, ma non vediamo altro che una distorsione del mondo esterno. Spesso si crede di interpretare il mondo interno ma ci si illude, perché ciò che l’uomo chiama auto-conoscenza, non è altro che un riflesso del mondo trasformato dalla coscienza, perciò esso è solo una deformazione. Se potessimo vederci all'interno vedremmo che siamo fatti come uno specchio, e che lo specchio interno è permeato di ricordi, mentre il mondo esterno vi si riflette in modo distorto. La nostra coscienza abituale non ci permette di penetrare oltre quello specchio, e non possiamo vedere oltre se non agiamo affinché lo specchio venga infranto. Gli antichi maestri e anche i loro discepoli sapevano guardare acutamente nell'interiorità e vedevano oltre quella barriera. Poi, sulla base di quello che vedevano, dicevano parole che facevano capire come prepararsi per indagare all’interno. Che cosa vedevano? Essi videro che il pensiero e la percezione si trasformano in uno specchio di ricordi, perciò andarono oltre quello specchio. Videro che i pensieri agiscono alla base del corpo eterico che regge la crescita,e agiscono anche sull’origine delle forze di volontà. Quando si guarda nel mondo esterno, si vede che una parte delle impressioni sensoriali si trasformano in ricordi, mentre un’altra parte ci compenetra, ci rafforza, ci nutre e ci arricchisce interiormente. Le forze del nostro pensiero penetrano nel nostro corpo eterico e si riversano sul nostro corpo fisico, perciò vi possono agire in modo peculiare. Da tutto quello che filtra nel corpo eterico, ne deriva la completa trasformazione dell’esistenza materiale del corpo fisico. La fisica ci insegna che, in nessuna realtà del mondo fisico, la materia viene distrutta. Ma, la legge della conservazione della materia è valida solo nel mondo esterno. Nel mondo interno la materia viene sempre trasformata in nulla, perciò la materia viene distrutta completamente nella sua essenza. Il mondo interno distrugge e trasforma la materia, perciò la natura umana si basa sul fatto che possiamo, con la maggiore o la minore forza che noi possediamo, di poter respingere la materia nel caos perciò di poterla distruggerla completamente. A questo processo interiore di distruzione della materia veniva guidato anche il discepolo dei misteri antichi. Negli antichi misteri si insegnava che dentro di noi, sotto lo specchio dei ricordi, in quanto uomini portiamo qualcosa che è destinato alla distruzione. Ma, se non lo avessimo non potremmo sviluppare il pensiero, perché il pensiero si sviluppa quando le forze si diffondono nel corpo eterico. E il pensiero compenetrato di forze eteriche, agisce sul corpo fisico in modo che respinga la materia nel caos e riesca a distruggerla. Se l’uomo guarda nella sua interiorità con lo sguardo della coscienza comune vede solo un luogo di distruzione e di caos. Tutti possediamo lo specchio di ricordi necessario a sviluppare la capacità di pensiero dell’io, perciò abbiamo una smania di distruzione, una smania di annullare ogni materia. Non esiste una forma di auto-conoscenza che non richiami l’attenzione su questo fatto, e non avverta dell'esistenza del nucleo distruttivo. Ogni uomo che nutre interesse allo sviluppo dello spirito sa che lo spirito continua ad esistere anche se la materia viene dissolta. Oggi è diventato ancora più urgente fare attenzione a questa realtà per non cadere nel pericolo di continuare a crederci qualcosa di diverso da ciò che siamo. Dobbiamo sapere che ognuno di noi è l’involucro di un nucleo distruttivo, perciò solo se siamo consapevoli possiamo trasformare le forze di distruzione e decadenza, in forze di crescita. Sappiamo che questo nucleo agire all’interno dell’uomo, perché deve restare nel luogo giusto per lavorare su ciò che va distrutto e trasformato. Quello che esiste all’interno deve restare internamente, perché quello è l’unico luogo dove la materia può essere respinta e trasformata. Ma non accade sempre così, perciò il male che andrebbe elaborato esce verso l’esterno diffondendo i suoi impulsi distruttivi nel mondo. Questo sta diventando la civiltà in Occidente e lo sarà in tutto il mondo, perciò vediamo all’azione tante forze distruttive. Questo furore distruttivo si diffonde sempre verso l’esterno e, in futuro, dovremo difenderci da tutto quello che nasce dagli istinti peggiori, e dovremo saperlo rimettere al posto che gli spetta. Se subentrerà la vera auto-conoscenza dell’uomo sapremo fare attenzione al nostro nucleo distruttivo senza il quale nessuna capacità di pensiero è possibile. Se la forza del pensiero messo davanti allo specchio dei ricordi non permetterà al pensiero di vivere correttamente nel corpo eterico, il corpo eterico sarà permeato di pensieri distruttivi che si riverseranno, distruttivamente sull’uomo. Esiste un nucleo distruttivo nell’uomo, però è peggio se esso può agire in modo inconsapevole. Invece è meglio se l’uomo è consapevole e, in piena coscienza, lo impara a conoscere e partecipa attivamente allo sviluppo della civiltà moderna. Le nostre paure sono le stesse che provarono i discepoli dei misteri antichi mentre sentivano il racconto di questi segreti. Mentre indagarono con scrupolo nella loro interiorità essi sentivano paura, ma la vinsero con la consapevolezza. Quando l’intellettualismo si diffuse, quella paura venne negata perciò diventò inconscia e cominciò ad agire nella vita esterna con abili camuffamenti. Il trionfo dell’intellettualismo ha offuscato lo sguardo interiore ma non ha saputo eliminare la paura, perciò l’uomo vive sempre con una paura inconscia. L'uomo si continua a ripetere che non esiste nulla dopo la morte così come non esiste nulla nell’uomo. Sente la paura di guardare al di là dei ricordi, al di là del comune mondo di pensare che è diventato normale nella normalità che vive tra la nascita e la morte. L’uomo ha tanta paura di ammettere l’esistenza dell’anima, perciò dice che dopo la morte non c'è nulla. Il materialismo è nato dalla paura perciò la sua visioneè fondata sulla paura che è affine all’odio. Gli uomini di oggi vivono nella paura, fondano sulla paura tutti i loro ordinamenti sociali, coltivano le loro arti nella paura. La paura è sempre presente nelle azioni umane, infatti la paura regge la nostra organizzazione sociale, e si mostra sempre più evidente nel divenire della storia fin dalla metà del 15° secolo. Dalla metà del 19° secolo, la paura si è incarnata nella visione materialistica del mondo. Oggi l’umanità deve sapere che il pensiero razionale non potrebbe esistere se non nascesse dal nostro nucleo distruttivo. Si deve sapere che l'uomo forma il suo io immergendosi nella distruzione, e che lo plasma nel crogiolo che scioglie la materia, nel fuoco che tempra perché l'io si forma nella fornace interna che forma l'egoità. L’io che viene rafforzato nel focolaio del male interiore non riesce ad andare oltre la percezione sensoriale. E questo fatto ci fa comprendere perché i maestri predicano la dedizione, l’amore e l’annullamento dell’io, come unica via per penetrare oltre la realtà dei sensi, e per giungere dove l’esistenza esterna viene spazzata via cioè nel nirvana. Buona erranzaSharatan
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