Quei 5 minuti di panico in cui pensi che in tutta la tua vita non hai mai giocato una carta giusta.
Il Crollo è qualcosa che ha una personalità.
Mi sto appassionando particolarmente a casi di disturbi alimentari e sento sempre più spesso persone che danno un nome, un'identità alla propria malattia. Come se fosse qualcosa che non fa parte della propria mente.
Io faccio così con Il Crollo. Quello che mi fa male, quello che mi viene a trovare nei momenti in cui proprio non dovrebbe. Il Crollo è quello che è qui con me in questo momento e io scrivo velocemente, in modo frenetico, talmente oltre le mie capacità di scrivere a ritmo sostenuto da confondere le lettere sulla tastiera, alternando una sillaba battuta a un "Backspace". DEVO. Mi serve per cacciarlo via.
Mi serve per cancellare via quella sensazione che sto perdendo tempo, che lotto e lotto ma quell'oasi è troppo lontana rispetto a tutta la sabbia e la siccità che c'è qui intorno. Io penso di meritarmelo il diritto a sognare. Ne sono più che certa. Ma non è il caso di parlare di giustizia, non dovrei essere in questa condizione se una giustizia, un'entità di qualunque tipo, avesse dato il valore che meritavano le lacrime buttate giù quest'estate, i sacrifici, i Crolli. Altri Crolli.
E invece sono qui.
Mentre altri vivono il mio sogno.
Just do it.