Le dichiarazioni dei redditi del 2013 relative a quanto percepito nel 2012 dai nostri "carissimi" onorevoli e messe on line dalle Finanze, oggi parlano chiaro: Silvio Berlusconi ha dichiarato un imponibile pari a 4.515.298 euro. Poca roba rispetto a quanto dichiarato nel 2011 e cioè 35,4 milioni di euro. La colpa è del bilancio chiuso in rosso di 285 milioni di euro da Mediaset e dalle altre controllate e soprattutto del calo di popolarità, consenso, fiducia, stima e credibilità del "padrone". Comunque, sono sempre cifre considerevoli se confrontate con il reddito medio degli italiani, ma che lasciano intravedere il tramonto dell’impero berlusconiano.
E passando sull’altro fronte, quello politico, non è che le cose vadano meglio per l’uomo di Arcore, almeno stando agli ultimi sondaggi. Secondo Emg, il premier Matteo Renzi traina i democratici. La fiducia nell'uomo di Palazzo Chigi cresce dell'1%, toccando quota 45%, mentre il Pd raggiunge il 34,4% (+0,5). Dietro sale anche il Movimento 5 Stelle, toccando il 22,9 per cento. Terzo partito, ma in caduta libera, Forza Italia: 20,3% (-0,6). L'obiettivo sbandierato dal Berlusconi ai servizi sociali, è oggi quello del 30%, palesando la volontà di attestarsi come secondo partito italiano: "Posso fare campagna elettorale e con me possiamo salire dal 21, come ora ci danno i sondaggi, al 30 per cento". Ma non è come nel '94 e oggi a queste parole di fine impero, forse non ci crede neppure lui! Una cosa è certa: il solo mantenersi sul filo di lana del 20% - altro che 30%!!! - già non sarà un traguardo facile da raggiungere alle prossime elezioni europee, considerata la caduta di popolarità accusata dal leader di FI, che non riesce più a tenere il passo, causa anche l'incedere degli anni, all’ascesa verticale e a tutta propaganda di Matteo Renzi e al “boom” di consensi dei 5stelle di Beppe Grillo.Berlusconi di errori ne ha commessi tanti nella sua vita, troppi, ma il più grave e imperdonabile di tutti è stato senz’altro quello di non aver pensato alla sua successione politica, tanto che oggi il Paese si ritrova orfano di una grande destra di governo.
_______________________________________________________________________________ SERVIZI SOCIALI. Resta la ferita a Silvio Berlusconi e a milioni di suoi elettori. di Raffaele Fitto. La decisione di queste ore é meno negativa di quanto si poteva temere. Ma ciò non toglie che resti una profonda ferita alla democrazia italiana. Dapprima il lungo uso politico della giustizia contro Silvio Berlusconi poi l’ingiusta condanna inflittagli nei mesi scorsi (ricordiamolo: fondata sul nulla); poi la decadenza dal Senato; poi l’incredibile accelerazione di tutte le procedure: tutto ciò determina una ferita non solo ai danni di Silvio Berlusconi, ma anche ai danni del diritto di milioni di italiani ad avere piena rappresentanza politica e istituzionale. E il silenzio pilatesco della sinistra, vecchia e nuova, mostra che il problema c’é: resta un assoggettamento di fondo della sinistra all’uso politico della giustizia come arma impropria contro gli avversari