Il cubano tutto tano
Da Miwako
Camminiamo per la strada che porta a casa mia ridendo di tutto e di niente. Poca gente per la via,ovvio di giovedì alle 2.30. Le mie scarpe ticchettano allegramente mentre noi parliamo quella lingua elfica che è il nostro dialetto originario. Dietro di noi un ragazzo cubano di un metro e venti dall'età incalcolabile, cammina distratto ascoltando musica col suo I-pod tarocco. Si ferma a contemplare una vetrina di abiti femminili, poi riprende a camminare, ci supera, attraversa la strada, ritorna sul nostro stesso lato. E' irrequieto, il ragazzo. Noi svoltiamo alla terza traversa e lui prosegue dritto. Una volta giunte di fronte al portone, inizio a rovistare rumorosamente nella borsa, alla ricerca delle chiavi di casa che, a quanto pare, sono state letteralmente inghiottite dal marasma inenarrabile che contraddistingue ogni borsa che mi sia appartenuta anche solo per mezza giornata. Un frisbee, tre penne, una serie di fogli di carta non meglio identificati e due forcine dopo, la chiave ancora non riemerge. Ma il cubano si. Torna indietro, svolta per la via in cui siamo noi e ci chiede una sigaretta. "No, mi spiace" rispondo con un sorrisino un po'tirato. Lui ringrazia e si allontana, proseguendo per la traversa di casa mia. Meno di 5 metri dopo, inverte la rotta e viene verso di noi:
CUBANOnano (di seguito, CN): Cartina?
IO: No, mi spiace
CN: U'distributore?
IO: Torna verso via G., svolta a sinistra e praticamente ci sbatti contro.
CN, rivolto alla mia amica: Ma tu ✈✉✌✁✎ tatuagio?
A: Come?
CN: Dove fatto tatuagio, quando?
A: ... Su al nord ... tanti anni fa ...
CN: Dove andate stasera?
IO: Abbiamo fatto una passeggiata, niente di che ...
(da notare che, in tutto ciò, le chiavi erano ancora latitanti)
CN: Tu piace Ponte Vechio?
IO: ... Si ...
CN: ✈✉✌✁✎ Ponte vechio ✈✉✌✁✎ beo postu
A, con una strana espressione d'urgenza sul viso: BENE, ADESSO NOI DOBBIAMO ANDARE PERCHE' I RAGAZZI CI ASPETTANO!
Avendo miracolosamente trovato le chiavi nell'ultimo mezzo minuto, e sospettando che qualcosa l'avesse turbata, mi affretto ad aprire il portone, entriamo e lo richiudiamo dietro di noi. Ho avuto paura che avrebbe messo un piede in mezzo alla porta per tentare di non farla richiudere, ho temuto che A. avesse visto che tra le mani teneva un coltello, ho persino pensato che avrebbe provato a venderci una Treccani minacciandoci di morte. E invece no. Niente di tutto ciò. A. mi rivela, con la faccia di chi ha visto la Madonna, che il CubanoNano, aveva il ♣ fuori dai pantaloni. Lei se n'è accorta all'ultimo, quando è impallidita, ma lui sarà rimasto li, tutto il tempo, a tenere quella conversazione assurda col suo coso al vento. Si è presentato, ci ha dato la mano (orrore, considerando il probabile antefatto), ha bofonchiato qualcosa in quell'italiano stentato che a fatica risultava comprensibile, il tutto col ♣ all'aria. Ma per farci cosa poi? E' un'offerta? Un regalo? Una sorpresa? Una pippa mentale notturna? Cosa pensavi avremmo fatto quando ci fossimo accorte della tua esibizione d'arto contemporaneo? Cos'è che ti fa pensare che sia cosa gradita? In quale universo parallelo qualcuno si ferma davanti a due sconosciute, alle 3 di notte, a chiedere una sigaretta sventolando il suo ♣ con la disinvoltura con cui io sventolerei una bandierina per il 150° dell' Unità d'Italia? Ma soprattutto, come osi? Ed è stato fortunato che io non me ne sia accorta, perché altrimenti avrei urlato così forte da fargli esplodere la testa e quel suo coso schifoso, avrei ... mi fermo qui, non è il caso che vada oltre, sono una signora io. Dico solo che se, disgraziatamente, me ne fossi accorta, non gli sarebbe rimasto molto da sventolare.
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