Avvertenza: questo è il testo postato come commento ad un nostro articolo (qui) da Enrico Baraldi, coautore insieme ad Alessandro Sbarbada del libro Vino e bufale. Le riflessioni del professor Enrico Baraldi, ci sono sembrate interessanti per descrivere la distanza irriducibile che corre fra chi considera il vino come un piacere e chi, invece, lo considera come qualcosa che assomiglia ad un veleno. Abbiamo chiesto al dottor Baraldi, attraverso l’amico Alessandro Sbarbada, l’autorizzazione a pubblicare il suo testo come post da mettere in evidenza sul blog. Testo,titolo e apparato fotografico sono quindi stati autorizzati dal professor Barladi.
———————————————————
In risposte all’allegra recensione di Vino e bufale
IL CULO DEL MAGGIORDOMO Ė IL MIO PUNTO DI VISTA
di Enrico Baraldi – Evviva i lieti di “spirito” che trascorrono il sabato pomeriggio seduti al sole di una ridente piazzetta di un’altrettanto ridente località turistica del Trentino. Per loro esistono l’amico Giuseppe, il caro Marco, la bottiglia, le birre e gli attenti e divertitissimi ascoltatori. Ė persino banale che in questo teatrino-bar le casalinghe infelici suscitino grasse risate (le loro mogli, fortunate loro, sono realizzate e soprattutto molto appagate da veri uomini-marito) e che l’interesse supremo venga attratto dalla noce moscata e dal culo del maggiordomo. In fondo anche il povero (?) presidente del Grinzane Cavour sedeva in una specie di bar letterario, lui peró a spese della Regione e all’interno di un castello, ma pur sempre di vino si faceva.
Invece noi due, Baraldi e Sbarbada, mezzi uomini, del tutto o quasi del tutto astemi, scarsi frequentatori di bar e piazzette, poco avvezzi a ridere delle disgrazie altrui, poco celoduristi e poco abituati a rendere felici le nostre donne (standocene al bar), vogliamo prendere come nostro proprio il punto di vista del culo del maggiordomo.
E da lì continuare a vedere e segnalare con prosa secca e sfrondata da aggettivi, le bufale del vino che, giusto da un teatrino-bar di una piazzetta ci si può illudere che siano vere. Magari in mezzo ad avventori divertitissimi anche ai tristi spettacolini di cabaret e di burlesque, messi in scena da uomini altrettanto potenti, nelle cantine delle loro ville, convinti che il mondo finisca lì, nel mezzo delle loro gambe.
Enrico Baraldi