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Il culto di Yahweh ed il falso primato di Primo e monolitico monoteismo

Creato il 10 dicembre 2013 da Alessiamocci

La società ebraica, sionista (a favore della costituzione dello stato di Israele o anti-sionista (contro) la costituzione dello stato di Israele (da notare che si parla sempre di etnia ebraica non di anti-semitismo, ma anti-sionismo).

Il culto di Yahweh ed il falso primato di Primo e monolitico monoteismoQuesta è solo uno dei motivi della sempre negata frammentazione, litigiosità e eccessiva puntigliosità della società ebraica. Questa viene definita “una monolitica comunità ebraica” quando questa stessa riceve delle critiche, ma al loro interno sono un puzzle di fazioni. Ci sono addirittura gli ebrei (come dicevo sopra) che non vogliono lo stato di Israele, i cosiddetti anti-sionisti.

C’è chi si riconosce nella Bibbia di Samaria, e non nella Torah ufficialmente riconosciuta. C’è chi accetta la versione greca detta dei 70 condivisa con i cristiani. Insomma è un universo diviso e frastagliato che merita essere studiato e conosciuto in profondità per essere capito, visto che e’ uno dei principali fattori di instabilità di tutta la zona mediorientale ed oltre.

Questo popolo ha prodotto menti eccelse in vari campi di studio, ma è completamente diverso da come viene da esso stesso dipinto e comunicato all’esterno. Facciamo un passo indietro alla ricerca di almeno un motivo tangibile di come sia stata distorta la storia ufficiale politico-religiosa nei secoli. Un importantissimo pseudo-dogma inammovibile della fede (fede e politica in ambito ebraico si fondono) in Yahweh è che essa sia stata la prima e sin dai primordi integralmente e compattamente.

Yahweh, invece, non è sempre stato Dio unico per gli ebrei. Ai tempi di Saul, predecessore di Re David, cui si fa riferimento negli Il culto di Yahweh ed il falso primato di Primo e monolitico monoteismoscritti biblici, si adoravano pure Baal, ad esempio, che aveva sacerdoti e templi, tutti distrutti e cancellati dalla storia della religione ufficiale ebraica. Molti sacerdoti “baalisti” furono sterminati dagli “yahwisti”, che uscirono vincitori dalla diatriba e affermarono così il loro monoteismo. Saul più che Re (mlk = melèk) è “capo”, “nagìd”. Maggiore centro del periodo è Gibe a, fortificata intorno al suo Tell (collina, chiamata cos’ maggiormente verso l’Anatolia).

A nord confina con la tribù di Manasse, a sud con Giuda. Quindi, ancora, di Israele non se ne parla. Il ruolo di Gerusalemme è, durante la storia, sopravvalutato, mentre ciò che è avvenuto a nord è stato attentamente oscurato. Tra tribù (!) c’è un senso di parentela, ma anche tensione e contrasti, soprattutto con i Beniaminiti. Altri, (questa parola è molto importante in questo discorso)“stranieri”, con cui vi è perenne contrasto. Ad est c’è Ammon, ad ovest i Filistei che creano problemi alla coalizione tribale.

Con essi vi sono conflitti aperti e Saul ne vince qualcuno. Con il collasso di Megiddo i Filistei passano in Galilea. Saul muore nella battaglia di Gilboa e gli segue il figlio Ish’ba’al. Morto egli ed i suoi figli gli anziani decidono di unirsi allo stato a sud, Giuda, costituitosi parallelamente ad opera di David. Da un coacervo di tribù com’è stato sino ad allora nasce una “specie” di stato. Quando i Beniaminiti (figli di Beniamino, una delle tribù) assumono un ruolo preminente si forma contro di loro un movimento antagonista come successe contro Saul, trattato prima da re e poi da folle ed empio. Saul agisce in modo “empio”, e ciò va a vantaggio di David, come contrapposizione tra sacerdozio e regalità.

Il culto di Yahweh ed il falso primato di Primo e monolitico monoteismoIl regno di David assume in prospettiva una importanza maggiore, quindi le informazioni su di esso sono nel tempo molto rimaneggiate. Originario di Betlemme, David combatte sotto e con Saul contro i Filistei che gli accordano un territorio per distaccarlo da Saul, quindi, in pratica, lo comprano. Egli accetta (!), raccoglie con se habiru, sbandati, infatti è egli stesso, un capo-banda:circa 400 persone che hanno creditori alle calcagna si raccolgono intorno a lui”. I Filistei di non si fidano David e non lo fanno combattere al loro fianco a Gilboa. Infine egli si ribella al loro dominio, attua rapine, scorribande e rapimenti.

Dopo la morte di Saul, David al nord viene eletto a “Re di Giuda”, a Hebron. Cominciano lotte con Israele dal momento della reggenza di Ish’ba’al, (un nome non certamente riferito o derivato da fedeli a Yahweh, ma a Baal) successore di Saul.

Sono più che altro lotte tribali o sfide cerimoniali in vista di tradimenti politici da attuare a danno di Ish’ba’al. Alla morte di Ish’ba’al gli anziani offrono a David la possibilità di diventare Re di Israele e Giuda: egli conquista Gerusalemme, considerata “caananea”, vi importa il culto di Yahweh. Vi affianca divinità locali: i figli nati ad Hebron hanno nomi “yahwistici”, quelli nati a Gerusalemme hanno come teonimo Shalom (deriv. Da Salomone o da Gerusalemme, Geru-shalom). David ha, al momento, due sacerdoti: Sadoq ed Ebyatar, il secondo yahwista. Il regno si espande ma le fonti bibliche forse ne esagerano le dimensioni.

È, comunque, una piccola formazione politica, sotto il dominio dei Filistei. A Gerusalemme il regno assume una prima Il culto di Yahweh ed il falso primato di Primo e monolitico monoteismoamministrazione, sinora inesistente, ma presente a Gerusalemme. Ad est resta un fronte caldo con gli Ammoniti, cui si aggiungono gli Aramei. Obiettivo di Ismailiti, Ammoniti, ed Arabi è il controllo della carovaniera transgiordana. Non vi sono sicuramente i trionfi narrati, ma piuttosto vicende alterne.

Le mogli di David provenienti da diversi regni sono segno di buoni rapporti politici ed esse, insieme alla politica portano i “Loro” culti. Il regno in quel momento difficilmente include la Galilea. A sud il Negev e gli Amaleciti (pre-arabi) da secoli difficili vicini e nemici segnano il confine. Anche il discorso legato alla successione lascia molti dubbi. Di famiglia povera, numerosa, perseguitato, assoldato come habiru, i sette anni di regno a Hebron, i 40 totali, questo insieme fa pensare ad una rivisitazione di fatti già visti e cuciti addosso a questo capostipite. Riesce, comunque, a lasciare il regno all’ultimo figlio, Salomone.

È un segno storico la sua dinastia, in quanto nello stato di Giuda la si chiama per lungo tempo “casata di David”. Lo scenario molto frammentato dell’epoca lascia supporre che difficilmente vengono, al momento, conquistati Ammon ed Aram, stati confinanti. Per ora mi fermo qui, promettendo di proseguire il percorso fino a quelli che sono i motivi di divisione all’interno della società di cui stiamo trattando.

 

Written by Roberto Lirussi

 


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