Il cuore e la maschera
di Daniela Jannuzzi
Titolo: Il cuore e la maschera
Autore: Daniela Jannuzzi
Serie: //
Edito da: Self Publishing
Prezzo: 17.50 € (cartaceo SelfEditrice) – € 1.02 € (ebook)
Genere: Romance Storico
Pagine: 525 p.
Trama: Una figura misteriosa si muove indisturbata lungo i corridoi bui dell’Opéra: Erik, colui che nessuno vede ma che tutti, in teatro, temono. Il Fantasma sa di essere condannato a una vita senza amore, e anni dopo la partenza dell’adorata Christine, decide di riportare gloria e fama nel Suo teatro ricominciando a comporre opere capaci di incantare chiunque le ascolti. Ma le cose non andranno come Erik le aveva immaginate: l’arrivo di Leah lo farà piombare nuovamente nel tormento e nella disperazione, risvegliando nel suo animo inquieto quei sentimenti che credeva ormai morti. Nel suggestivo scenario di una Parigi d’inizio Novecento, prende forma la travagliata storia d’amore tra il Fantasma dell’Opera e la giovane cameriera, due vite ai margini che possono incontrarsi solo nei meandri oscuri della notte, per condividere le proprie solitudini e per sentirsi, insieme, un po’ meno diversi.
di MissMarilux
Il cuore e la maschera è l’opera prima della italianissima scrittrice Daniela Jannuzzi. Concettualmente il libro si presenta come una sorta di sequel del Fantasma dell’Opera, nello specifico si fa riferimento al musical di Andrew Iloyd Webber.
Sulla carta il libro aveva davvero molte possibilità; quando è stato proposto ho pensato subito fosse quello che cercavo: mi era sempre piaciuta la storia del Fantasma, una figura facilmente trasformabile in un eroe romantico, con forte tinte gotiche. Ho sperato che l’autrice sapesse equilibrare esattamente questi due aspetti ma, ahimè, mi sono dovuta ricredere.Iniziamo con il dire che il libro composto da oltre 500 pagine avrebbe meritato un gran bello sfoltimento. La totale assenza di un editing serio e reale ha appesantito una trama abbastanza lineare, rendendola priva di mordente e spezzando continuamente uno pseudo pathos assolutamente mal gestito. La storia parte con un gran difetto, ovvero fa entrare in scena il personaggio femminile principale, Leah, solamente dopo un centinaio di pagine. Leah si presenta subito come una dura e si comporta come tale, o meglio ci prova, ma con una totale assenza di caratterizzazione!
Sappiamo due/tre cose su di lei, vediamo le sue azioni, ma è tutto poco credibile. Anzi! In più punti si avverte la bidimensionalità della ragazza, colpevole quindi di non avere alcun carisma.Quanto ad Erik stesso discorso, anche se con aggravante! Materiale per scimmiottare il vero Fantasma c’era eccome, eppure la Jannuzzi non ci riesce fino in fondo. Non ho trovato un Erik romantico ed oscuro e pericoloso, ma solo un uomo patetico, sociopatico, frustrato e un po’ matto. Si insomma, un Fantasma sbiadito, lavato in candeggina!
Quanto agli altri personaggi, stesso discorso. Non vi è mai tridimensionalità, non si avverte mai quella scintilla che caratterizza personaggi di altri libri, rendendoli vividi e reali, come esistessero nella realtà. Ed è un vero peccato. Il materiale c’era, ma non è stato gestito al massimo.Altra cosa che non mi è piaciuta, in particolar modo, è il finale. Tutto lo sviluppo soffre di una certa prolissità, scusabile con una mancanza di sfoltimento, ma l’epilogo mostra delle lacune e francamente lo trovo un più ad una storia sin troppo tirata per le lunghe. Leah, con la forza del suo amore (…) riesce a riportare Erik alla luce, i nostri piccioncini quindi potrebbero vivere felici e contenti.
Invece no. Perché l’autrice sceglie di farci sapere cosa succede sino alla morte per vecchiaia di Leah. Ora, francamente questo poveraccio di Erik, sfregiato, schernito, sociopatico e cosi via, nel momento in cui finalmente ama e viene amato, schiatta dopo pochi felici anni di matrimonio con la sua Leah. Ma perché? Avrei decisamente preferito un vissero felici e contenti che lasciasse all’immaginazione del lettore la vita dei due protagonisti. Inoltre tale capitolo è davvero poco chiaro, sembra un sogno, un ritorno dall’aldilà. Mah confusionario ed inutile.Lo sfondo d’azione, ovvero l’Opéra di Parigi non viene, poi, descritta o accentuata più di tanto, fa da mero paesaggio. Ma avendo personaggi che si muovono in un ambientazione del genere era doveroso aspettarsi bene altro. Anche qui, c’è stato un bel lavaggio in varechina, insomma.Non mi piace stroncare così un romanzo italiano, e di un esordiente per di più, ma questo volume aveva un buon potenziale su carta che non è stato assolutamente sfruttato. Mancanza di editing e (forse) mancanza anche di capacità nell’autrice, hanno mandato alle ortiche un progetto decisamente interessante. Su una scala da 1 a 10 prenderebbe un bel 5 e mezzo, qui su SognandoLeggendo un due e mezzo. Insomma la storia c’era, si poteva, anzi si doveva, dare molto di più. Peccato…
Daniela Jannuzzi ha 35 anni ed è nata a Messina. Da circa quindici anni vive nella piccola ma splendida isola di Lipari. La passione per i libri e la scrittura è nata quasi insieme a lei; le è sempre piaciuto dar sfogo alla fantasia scrivendo o vivendo in prima persona, tramite giochi con le bambole, tutte le storie che creava. Adora la natura e gli animali, vive in campagna circondata dal verde e proprio guardando questi splendidi paesaggi trova l’ispirazione. Lavora in un negozio come commessa, scrive appena le è possibile e legge di tutto. Il suo passatempo preferito? Stare comodamente sdraiata sul divano in compagnia del suo cane, gustandosi un buon libro, naturalmente