Margaret Astrid Lindholm Ogden;
Margaret Astrid Lindholm Ogden è una scrittrice americana che nel 1995 decide di utilizzare lo pseudonimo Robin Hobb per pubblicare romanzi di genere fantasy. Nata nel 1952 in California, ha pubblicato diverse storie di fantascienza.
Dal 1983 al 1992, ha pubblicato le sue opere sotto il suo primo pseudonimo di Megan Lindholm. Con questo nome l’Autrice pubblica romanzi che si rifanno al fantasy contemporaneo, mentre quelli pubblicati come Robin Hobb sono caratterizzati da uno stile medievaleggiante.
Attualmente vive a Tacoma, nello stato di Washington.
Sito dell’Autrice: www.robinhobb.com
Cronache delle Giungle della Pioggia
1. Il Custode del Drago (Isbn: 978-88-347-1589-5)
2.
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Serie: Cronache delle Giungle della Pioggia, 1
Edito da: Fanucci Editore
Prezzo: 22,00 €
Genere: Adult Fantasy, Draghi
Pagine: 530 p.
Voto:
Trama:
Guidati dal drago Blu Tintaglia, i draghi stanno tornando nelle terre dei Sei Ducati, risalendo il fiume delle Giungle della Pioggia. Ma i draghi delle nuove generazioni hanno solo l’ombra del potere dei loro antenati. Molti sono rachitici e deformi, incapaci di volare; altri sono sciocchi e fin troppo feroci, e ben presto diventano un pericolo per gli abitanti delle Giungle. Le belve inoltre sostengono che esite una città, Kelsingara, dalla quale tutte loro hanno avuto origine, che è la loro vera casa. Ma quel luogo leggendario non è segnato sulle mappe, e loro non sono in grado di raggiungerla, se non con la scorta di un manipolo di custodi di draghi, cacciatori e storici che li aiutino a ritrovare il luogo in cui è nata la loro stirpe. Ma il mestiere del custode di draghi è pericoloso: sono animali imprevedibili e maliziosi, e ci sono moltissimi rischi su quel cammino che forse conduce al nulla… (dal sito dell’editore www.fanucci.it)
Citazione: “Thymara aveva familiarità col legno magico: per anni la sua gente lo aveva usato come legname eccezionalmente resistente. Lo era molto di più di quello che le altre persone chiamavano ‘legno duro’. Lavorarlo poteva smussare un’ascia o una sega in meno di una mattinata. Ma ora il ‘legno’ grigio-argento dell’involucro di drago sottostante si stava ammorbidendo, fumante e gorgogliante, afflosciandosi per modellarsi attorno alla forma immobile all’interno. Mentre lei osservava, la forma si contrasse e poi si agitò con brio. Il legno magico si squarciò come una membrana. Il bozzolo liquefatto veniva assorbito dalla creatura scheletrica all’interno del ceppo. Mentre Thymara osservava, la carne smunta della creatura si gonfiò e il colore si riversò in essa.(…) Una nube di puzza e umidità si librò in aria e la testa dal muso schiacciato di un drago si liberò con uno strattone dal ceppo sempre più floscio. Fuori!”
Recensione:
Robin Hobb, secondo pseudonimo della scrittrice americana Margaret Lindholm, è considerata una delle regine del fantasy contemporaneo. Chi la conosce, sa che le sue storie si svolgono in universi caratterizzati da uno stile epico-medievale mai troppo lontano dalla realtà, nonostante la presenza di creature fantastiche e razze non umane (ho amato Fitz Chevalier e il mondo dei Lungavista, ancor di più i Velieri Viventi di Borgomago, che mi riportavano ai tempi in cui le storie di pirati popolavano le mie fantasie). Per chi non la conosce, vale la pena di leggerla.
Con Il Custode del Drago la Hobb ci riporta nei Regni degli Antichi, già teatro di precedenti e affascinanti avventure. Seguito ideale della Trilogia dei Mercanti di Borgomago (brutta traduzione del titolo originale della serie, The Liveship Traders), questo romanzo introduce il viaggio dei draghi rinati (incompleti e malati, pallido ricordo dei grandi draghi antichi) nelle Giungle della Pioggia e dei loro custodi (selezionati tra i reietti di Trehaug). Inizia così il racconto dell’esodo di un gruppo di emarginati, ciascuno a suo modo rifiutato dalla propria razza: il drago Tintaglia abbandona i suoi simili e il Concilio dei Mercanti organizza il viaggio verso Kelsingra, la città perduta, per liberarsi di creature e individui scomodi e al tempo stesso appropriarsi dei leggendari tesori degli Antichi. Uomini e draghi sono costretti a una convivenza forzata e non facile, mentre la trama si arricchisce di personaggi e luoghi che il lettore diventa curioso di esplorare.
La grande attenzione ai dettagli, che trascinano il lettore “dentro” la storia, uno stile particolarmente evocativo e accattivante e la capacità di caratterizzare personaggi indimenticabili fanno dei libri della Hobb delle avventure alle quali è impossibile rinunciare.
Attendiamo il volume conclusivo, già edito all’estero con il titolo di Dragon Haven.