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Il dattilografo sordo e la versione autentica della Costituzione italiana

Creato il 02 febbraio 2016 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
428px-Costituzione_della_Repubblica_Italianadi Umberto Scopa. E’ una storia triste questa che i servizi segreti hanno tenuto nascosta per molto tempo. Ebbene sì, il testo della nostra Costituzione come lo conosciamo e studiamo è un falso. Il vero testo ha parole diverse, travisate clamorosamente in fase di stesura definitiva ad opera del dattilografo. Pare infatti che nel lontano 1948 il testo originale sia stato dettato dai costituenti a voce ad un dattilografo assordato dallo scoppio di una granata durante la guerra. A causa di questo difetto uditivo sarebbero state storpiate alcune espressioni e anche omessi dalla trascrizione alcuni passaggi fondamentali che se aggiunti ci restituiscono oggi un senso più illuminante dell’intero testo.

Cominciamo dall’articolo 1. “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Non è così. I costituenti avevano pronunciato all’estensore una frase simile ma di tutt’altro tenore: “L’Italia è una repubblica democratica AFFONDATA SUL LAVORO”. Basterebbe oggi il semplice buon senso per risalire alla versione originale. Del resto, il fatto che la parola dettata fosse “affondata” trova riscontro anche nelle carte della costituente, fra le quali è stato rinvenuto il tabulato di una battaglia navale, ove “la Repubblica italiana” era anche il nome di una sfortunata portaerei affondata in B5.

Veniamo quindi al comma 2 noto per l’affermazione che “la sovranità spetta al popolo” ecc. ecc. Si tratta di un altro clamoroso travisamento. In Italia la sovranità non spetta al popolo, bensì, come avevano dettato i costituenti, spetta al “capo-popolo”. L’ingenuità del dattilografo sordo un po’ ci commuove. Il popolo, ma per favore, quando mai il popolo ha tempo e voglia per queste cose. Forse un giorno ci sarà un’applicazione scaricabile su smartphone per esercitare la sovranità. Ma nel frattempo bastano i selfie.

Ripeto, si tratta di una scoperta che getta nuova luce sui tempi che corrono e ci restituisce finalmente un’immagine del paese reale non più in disaccordo con la nostra costituzione. Ma non finisce qui.

Proseguendo nella lettura scopriamo che la repubblica non è “una e indivisibile”, come finora abbiamo studiato, e come credono molti che si adoperano per disgregarla, piuttosto la repubblica è “prona e invisibile”, questo era il dettato originario dei costituenti alla luce dei tempi che corrono. Come contraddire tanta lungimiranza?

Sull’art 5 poi il dattilografo sordo si è perso un’intera frase. Il testo che ingenuamente sembra affermare “l’Italia ripudia le guerre” è imperdonabilmente tronco. Il testo originale invece intendeva dire “L’Italia ripudia le guerre, quando non le fa “. La seconda parte deve essere al più presto restituita al testo essendo fondamentale per spiegare il fatto che il nostro paese da 25 anni circa non si perde una guerra che una. Ora il governo Renzi può dare l’impressione di interrompere la serie felice delle nostre partecipazioni vanificando decenni di incrollabile coerenza .

Per giunta sarebbe un peccato considerando che come paese siamo un formidabile produttore ed esportatore di armi. Il che naturalmente mi rende particolarmente orgoglioso di appartenere a questo paese. Per non dire che siamo anche tra i primi esportatori di strumenti di tortura. Alla faccia di chi dice che non abbiamo imparato molto dall’inquisizione!

A proposito di inquisizione, eccoci all’articolo 8 che tutela le confessioni di religioni diverse dalla cattolica. Ancora il maldestro estensore duro d’orecchi non ha trascritto la parte più illuminante in cui si spiega cosa si intendeva per confessioni: le confessioni erano intese nel senso di dichiarazioni di sincero pentimento rilasciate ad un sacerdote nel confessionale.

Uno degli equivoci più bizzarri però è quello dell’art 10, dove si legge ancora oggi l’incredibile affermazione che “la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali “. L’esame delle carte rivela che i costituenti non avevano dettato l’espressione “trattati internazionali”, di cui infatti oggi non frega niente a nessuno, ma “bis-trattati internazionali”. I bistrattati, infatti, come non solo i giuristi sanno, sono trattati che si possono calpestare impunemente.

Una perla di travisamento è anche l’art 27 ove si legge ancora oggi che “la responsabilità penale è personale”. Ma quando mai? I costituenti intendevano dire che è –come no!- personale, ma tanto personale che nessuno può ficcarci il naso neppure la magistratura. Se leggiamo l’articolo senza questa precisazione generiamo false idee sul compito dei magistrati.

Veniamo all’art 29. La famiglia è la società naturale fondata sul matrimonio. Altro errore. Macchè matrimonio! Mercimonio! Avevano detto i costituenti. Mercimonio chiaramente è un concetto più venale, e introduce ad un’idea di famiglia più elastica: immaginiamo che ai cittadini sia consentito sempre di costituire una famiglia indipendentemente dai sessi dei componenti a condizione che aprano partita IVA con beneficio indiscusso per l’erario. Se poi vogliono volersi bene la costituzione non lo vieta.

E poi che dire dell’articolo 32?

Oggi tutti pensano che i costituenti abbiano scritto che “la repubblica tutela la salute come fondamentale diritto del cittadino”, non è vero? Ecco, appunto, non è vero, in realtà i costituenti avevano scritto un testo più circostanziato, affermando che la repubblica tutela –come no!- la salute del cittadino a condizione che il cittadino sia un feto, o sia in coma irreversibile. Nel periodo che sta in mezzo tra questi due eventi – con tutto il rispetto – si salvi chi può.

Inoltre fa sorridere che qualcuno oggi pretenda di avere un parlamento di soggetti incensurati. La nostra costituzione, se non fosse accaduto quell’incidente che dicevo all’inizio, oggi affermerebbe che sono eleggibili in parlamento tutti coloro che hanno raggiunto i vent’anni, “con o senza sospensione condizionale della pena”.

Anche questa illuminante disposizione purtroppo non ci è pervenuta e sono lieto di colmare questa lacuna.

Per non dire di quell’articolo interamente perso, dove si dice che qualunque carica politica è incompatibile con quella di imputato e il titolare deve “rinunciare” a una delle due”. Invece siamo costretti a vedere politici che da un lato non possono rinunciare alla poltrona, che non può essere asportata dal loro sedere se non con una delicata operazione chirurgica (e sappiamo che sempre secondo la costituzione nessuno può essere sottoposto a trattamenti sanitari obbligatori), dall’altro lato sono imputati anche di reati gravi senza poter rinunciare al ruolo di imputato per il quale, diciamolo, non sono stati eletti dal popolo.

Nel testo dettato era prevista anche una disposizione particolarmente saggia ove si affermava che i magistrati nell’esercizio delle loro funzioni devono sempre essere “OBIETTIVI”, e se CENTRATI non devono lamentarsi. Al massimo -come annotato a margine dai costituenti – se colpiti possono sollevarsi come gli orsetti del tiro a segno dei luna park.

Concludo con la perla di tutti gli equivoci e qui – devo dirlo – il nostro dattilografo si è davvero superato. Credete voi davvero che l’art 101 dica “I giudici sono soggetti soltanto alla legge”? Nossignore, i costituenti avevano dettato “i giudici sono soggetti soltanto alle logge“.

Pensate quanti guai ha provocato questo equivoco nella storia della repubblica: se lo avessimo saputo i magistrati non avrebbero perso tempo per esempio a inquisire un imputato con la tessera della P2 e così via.

E dite poco?


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