Il decalogo del “Partito mondialista”

Creato il 12 febbraio 2011 da Coriintempesta

Curiosando su internet, ci siamo imbattuti nell’Associazione Internazionale “New Atlantis for a World Empire”, e in un suo fantomatico ramo esecutivo: il Partito Mondialista. Ovviamente non ritengo che tale pagina possa avere serietà politica, ma nei “documenti” pubblicati vi è una chiara e ormai palese “grande narrazione” che va dai Templari alla Massoneria fino a giungere passando per Ronald Reagan e a glorificare Giovanni Paolo II (definito “il Grande”) e Bush.
Nel documento ci si compiace che la “squadra e compasso” è riuscita a far comunella, per combattere contro le odierne “tendenze nazional-comuniste e islamo-naziste”, con la Chiesa Cattolica. Nei documenti naturalmente vi son tutte le ricette dell’imperialismo liberale dalle privatizzazioni forzate dei beni nazionali alle sperticate lodi al Dio Mercato, passando negli osanna ad Israele, ma veniamo brevemente all’idea che questi mondialisti hanno del mondo:
1.  Acquisizione da parte del popolo degli Stati Uniti d’America della coscienza di sé e della propria missione emancipatrice a livello mondiale, e della necessità di pagare il costo in vite umane e sicurezza che ciò comporterà fino alla realizzazione della propria vocazione imperiale.
2.  Denuncia della miseria spirituale e dell’ipocrisia in cui versa l’Organizzazione delle Nazioni Unite, vetrina e palcoscenico di tiranni e dittatori, e suo progressivo svuotamento ed esautorazione. Creazione di una Unione Oceanica delle Democrazie guidata dagli Stati Uniti d’America, che comprenda il Canada, il Regno Unito e i paesi più civilizzati e democratici del Commonwealth (Australia e Nuova Zelanda, Sudafrica, Giamaica).
3.  Allargamento progressivo di questa Unione ai membri della “coalizione dei volenterosi” che ha sconfitto Saddam Hussein: la Polonia e gli altri paesi della nuova Europa desiderosi di affrancarsi dalla tutela dell’orso russo, le Repubbliche baltiche, la Georgia, l’Ucraina, l’Armenia, il Kirghizistan e le altre repubbliche dell’Asia centrale. Creazione in tutti questi paesi, come pure in Iraq e Afghanistan, di basi militari permanenti, che favoriscano la penetrazione americana nel Medio Oriente e nell’Asia centrale e assicurino, in prospettiva, il controllo strategico dell’Eurasia.
4.  Pressione diplomatica e commerciale sull’Unione europea per impedire la sua trasformazione in un “grande spazio” politico anti-americano.
5.  Sostegno economico, diplomatico e militare a tutti gli intellettuali e i movimenti progressisti dei paesi sottoposti a tirannie e dittature, concessione della cittadinanza americana agli emigrati e ribelli.
6.  Impegno degli Stati Uniti d’America, alla testa dell’Unione Oceanica, nella guerra ideologica, mediatica, economica e militare contro gli imperi della Terra di Mezzo. Obiettivi: secolarizzare l’Islam, democratizzare la Cina, occidentalizzare la Russia, americanizzare l’Europa.
7.  Espropriazione del potere politico dalle mani dei vertici religiosi integralisti, dei mullah e degli ayatollah, dei burocrati e dei militari, e suo conferimento a governi laici, responsabili davanti al popolo.
8.  Educazione gratuita di tutti i bambini secondo le libere scelte dei genitori. Abolizione del lavoro dei bambini e del loro impiego nelle guerre e guerriglie. Uso capillare dei mezzi di comunicazione, in particolare Internet, per l’insegnamento dei principi e valori del mondialismo: uguale dignità di tutti gli individui umani dal concepimento alla morte naturale; uguale diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità; separazione fra religione e politica; appartenenza di tutti gli uomini e le donne all’unica specie umana.
9.  Adozione di misure pedagogico-simboliche e di programmi di educazione scolastica che favoriscano il progressivo superamento delle diffidenze fra gli appartenenti a diverse etnie. Particolare enfasi andrà conferita ai matrimoni misti.
10.  Sostituzione di tutte le valute nazionali con una sola moneta mondiale (la quasi perfetta parità fra euro e dollaro faciliterà tale compito). Graduale abbattimento delle barriere doganali, tariffarie, al libero movimento di merci, capitali e uomini, fino alla depoliticizzazione degli Stati nazionali e alla loro trasformazione in entità puramente amministrative di un Impero mondiale.
Dentro questi punti vi è tutto, e non si può che ritenere tali enunciazioni quantomeno ben strutturate: definiscono chiaramente la strategia del mondialismo/capitalismo/imperialismo bicipite yankee e sionista.
Sbirciando il sito si apprende che questi criminali ritengono che in cento anni riusciranno a realizzare il loro Stato Mondiale.
Il male è che certe dinamiche descritte stanno concretandosi di già, a tamburo battente.
Ma noi non si molla.

di Davide D’Amario


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