E adesso il decimo pezzo del racconto di gruppo “Dark Agony”, scritto da Silvia La Sognatrice e da leggere su “Passione Lettura”. http://www.passionelettura.it/2012/08/15/dark-agony-decimo-episodio/
Decimo episodio del racconto “Dark agony”. L’autrice è Silvia La Sognatrice
copertina di “Dark Agony”
Si guardarono, il silenzio rotto dal respiro. Bret si sentì risucchiare dagli occhi di suo padre, colui che era sparito e che spesso, nei suoi pensieri, aveva creduto morto. Direttamente dall’inferno o forse dall’oblio umano era riemerso lui, l’unico che avesse le risposte.
Aislin cominciò a tremare, coprendosi le labbra livide con la mano. L’emozione si mescolò al dolore della ferita che, nel frattempo, si stava rimarginando. Vincent guardava suo figlio, lo stesso che aveva lasciato solo tanto tempo prima. Fu un attimo; poi si strinsero in un abbraccio infinito, pieno di rabbia e di gioia. Affaticata, Aislin si alzò da terra per abbracciare uno dei più antichi mezzi vampiri sopravvissuti. «Dove sei stato?» Gli occhi di Bret bruciavano di domande. «Sarebbe inutile dirtelo adesso e quello che devi sapere è ben altro» «Bret ha ragione, Vincent! Come minimo devi dirci dove sei stato». Il duro tono di Aislin non ammetteva repliche. «Sapevo che non eri morto: lo sapevo, lo sentivo. Ma questo non toglie il torto che ci hai fatto! Sei sparito, infrangendo qualunque regola, senza dire niente a nessuno! Per undici anni! Come hai potuto?» Il cuore di Bret batteva fortissimo alle sue stesse parole. Aveva sofferto per quel padre scomparso troppo presto. Vincent si rese conto della sofferenza di suo figlio e della rabbia di Aislin. La fievole luce dell’alba, che era sopraggiunta in fretta, dopo tutte le emozioni della notte, stava penetrando nella stanza dalle imposte socchiuse. I cadaveri di Hammond e dei suoi scagnozzi riversi a terra, in un lago di lurido sangue nero. Il lezzo di morte impregnava l’aria. «Bret, Aislin, questo non è il momento. I demoni sono già sulle nostre tracce: sanno che Hammond ha fallito. Le notizie che vi porto riguardano il futuro della stirpe dei mezzi vampiri. Nessuno sa che Vlad Dracul ha lasciato un messaggio ai mezzi vampiri che sarebbero venuti dopo di lui»Aislin era perplessa. Bret si sentiva stordito, incapace di concentrarsi. “Ma di cosa stavano parlando?” pensò. «Com’ è possibile, Vincent?» «Nel mio lungo viaggio ho trovato una testimonianza scritta da lui. Aislin, Vlad Dracul è morto secoli fa, bruciato dal sole per una congiura ordita dai suoi nemici, vampiri alleati dei demoni. Ho trovato il documento in Siberia: lo custodiva una sciamana di quei luoghi. Sono rimasto affascinato, e stupito. Perché un’umana stava conservando qualcosa appartenuta ad un vampiro? Perché?» «Ma di che parli?» «Vlad nel messaggio metteva in guardia i mezzi vampiri dai loro stessi poteri. Parlava di pochi esseri umani viventi, in molti luoghi del mondo, in grado di istruirci. La sciamana era uno di quelli, aveva il compito di dare il messaggio alla persona giusta riconoscendola dall’odore. La prossima tappa sono le piramidi d’Egitto.” “Alle piramidi?” si chiese di rimando. Quella storia stava prendendo una brutta piega. “Dalla Siberia all’Egitto? Cosa c’entrava tutto questo con lui, con loro?”. Il flusso dei pensieri non dava tregua. Bret avrebbe soltanto voluto tornare a vivere con suo padre, stringendo fra le braccia la sua Aislin… E invece si ritrovava prigioniero di una situazione più grande di lui. Urlò. «Papà! Vincent… Basta, non voglio più. Lasciami vivere in pace.» Il viso di Vincent si oscurò. Aislin guardò Bret, addolorata. Poteva leggere negli occhi di entrambi un amore, una passione più forte. Loro volevano andare. La luce del sole stava penetrando più forte. Vincent ricominciò a parlare: «Bret, figlio mio, perdonami! Perdonami se ti ho lasciato così, ma devi capirlo, Bret! Sapevo che prima o poi i tuoi poteri si sarebbero risvegliati e dovevo proteggerti! Dovevo proteggere entrambi, te e me. Le gerarchie dei vampiri si stanno ricostituendo. Il nostro è un mondo d’orrore, di solitudine, di violenza. I vampiri cercano di sterminarci e di sterminare le nostre famiglie! Credimi, Bret, abbiamo bisogno di sapere chi siamo veramente.» Gli occhi di Aislin brillavano umidi d’emozione. Si guardarono per un lungo istante vivo di dolcezza. Poi Bret abbassò lo sguardo, accarezzato dalla tenerezza e dal dubbio. Ripensò a sua madre, ai nonni, alle innumerevoli volte che era stato felice. Quindi guardò vitreo suo padre e disse: «Va bene, andiamo»