" La coerenza è comportarsi come si è, e non come si è deciso di essere". Mi piace partire da questa citazione di per iniziare a scrivere questo post. Proprio quel Sandro Pertini che, nel corso di questi anni, si è sentito attribuire frasi ed aforismi probabilmente mai pronunciati in vita e strumentalizzati per condurre una cieca battaglia di potere dal tessuto più populista della cosiddetta "antipolitica" italiana.
Mi riferisco senza indugi al Movimento 5 Stelle e i suoi strenui attivisti da me spesso criticati ed indicati come una vera e propria minaccia per la nostra società. Non una visione parziale o soggettiva, bensì un'attenta e scrupolosa osservazione dei fatti hanno giustificato la mia opinione circa il svilupparsi di questa "macchina" informe che si nutre di ignoranza e produce disinformazione al fine di attaccare ogni sua vittima senza consentirle il diritto di replica.
Dal momento della sua nascita, il Movimento 5 Stelle si è autoattribuito il ruolo di giustiziere del malaffare, prefigurando una stagione di caccia al corrotto addirittura tra i piani più alti della Politica. Un atteggiamento di assoluta nobiltà morale accettato con fervore da migliaia di italiani che hanno voluto dar fiducia alla creatura di Beppe Grillo.
Una creatura che, va inteso, ha sempre voluto rifiutare la categoria di "partito politico" malgrado una campagna elettorale ed una partecipazione alle elezioni come qualsiasi partito politico di questo mondo. I suoi rappresentanti, scelti da un bacino elettorale, hanno sfidato le alte rappresentanze di Camera e Senato, con l'intento di spodestare un Governo, quello italiano, ritenuto illegittimo ed inadeguato a rappresentare il Paese.
Sì insomma, un comportamento innescato dalla disattenzione della Politica italiana verso gli italiani ma che non poteva sostenere da solo una responsabilità talmente grande da aspirare al sovvertimento di un apparato riconosciuto da millenni. Non nell'arco vitale di un solo uomo.
C'è stato, a dire il vero, un momento in cui il Movimento 5 Stelle si è avvicinato a quella corrente utopica capace di indicare il cambiamento, ma nel momento in cui è stato chiamato sia dal popolo sia dalle sue responsabilità a tener fede al proprio ruolo, esso ha cominciato ad imboccare un lento declino, evidenziato da errori, ripensamenti e manifestazioni di insofferenza talmente evidenti quanto inevitabili.
Le parti di questo gigantesco organismo hanno iniziato a non comunicare più tra di esse, a ritenersi non indispensabili, evirandosi e maciullandosi. È scoppiato il caso di Quarto, con la prima volta in cui il Movimento 5 Stelle si è ritrovato a fronteggiare la criminalità in casa, è emerso l'atteggiamento cieco del "no a prescindere" a tutti gli emendamenti e le leggi discusse, spulciando cavilli e inscenando giustificazioni grottesche pur di mostrarsi dalla parte del giusto.
Ma non è finita qui. Il partito politico di Grillo ha iniziato ad attaccare giornalmente le istituzioni, ha definito "fascista" la Televisione di Stato, ha preferito non votare per l'obbligo di arresto in tutti i casi gravi di omicidio stradale, ha votato contro il testo che garantiva l' assistenza a favore di disabili e, di recente, ha rivisto la sua posizione sul tema dei diritti civili concessi alle coppie dello stesso sesso. Or dunque, il Movimento 5 Stelle ha preferito "decidere" di essere anziché comportarsi per come si è. E con i sondaggi sempre più giù.
Forse, tra qualche anno, rileggendo queste righe ci ricorderemo di aver assistito ad una delle pagine più oscure della Democrazia italiana, sperando di non doverne pagare le conseguenze da cittadini italiani. Sperando.
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