Il delirio nocivo della cittadinanza facile agli immigrati. Rischiamo la disgregazione sociale!

Creato il 02 luglio 2012 da Iljester

Da un po’ intendevo chiarire meglio la mia opinione sulla cittadinanza italiana. Oggi colgo l’occasione per parlarne, perché è al vaglio del Parlamento una serie di proposte di legge che vorrebbero “regalarla” all’immigrato. Secondo i promotori di queste aberrazioni giuridico-sociali, chi varca la frontiera italiana è italiano.

Esiste una legge sulla cittadinanza piuttosto ragionevole che non necessita in alcun modo di modifiche, se non in chiave ideologica e per mero calcolo elettorale. Da un punto di vista socio-culturale, la norma – introdotta con legge n. 91/92 – è pregevole, poiché sancisce il principio dello ius sanguinius come principio cardine per la cittadinanza. In altre parole è cittadino italiano chi nasce da genitori di cittadinanza italiana. Diversamente il neonato acquisisce la cittadinanza del proprio genitore straniero.

La norma ha una chiara valenza culturale e sociale. Essere italiani o appartenere alla nazione italiana non significa solo avere il passaporto italiano, ma significa condividere in pieno i valori culturali e sociali, la lingua e il bagaglio storico dell’italianità. Chi non condivide nulla di questi valori e di questo bagaglio, chi non sa parlare neanche la lingua italiana, non può essere considerato italiano e dunque non dovrebbe ottenere la cittadinanza, con la conseguente possibilità di partecipare attivamente ai processi decisionali del nostro popolo.

La cittadinanza è un privilegio che identifica quella persona come una persona con la quale si condividono le stesse idee e gli stessi valori. Due persone che hanno la medesima cittadinanza in altre parole aderiscono a una medesima visione della convivenza sociale, condividono i medesimi valori etici e morali di base e sono pronti a tutelarli e a difenderli come meglio credono. Se noi concedessimo la cittadinanza al primo che varca la frontiera, che non condivide nulla o quasi di questi valori e che spesso li osteggia (vedasi cultura islamica), non faremmo altro che disgregare la nostra comunità. Introdurremmo in essa principi e valori che spesso hanno colliso con quelli che cementano la nostra società e la nostra identità culturale.

La verità è che se mai dovesse passare l’idea che l’italianità sia solo un fattore di diritto di voto e/o di passaporto, come comunità italica saremmo destinati ad autocancellarci, a castrarci culturalmente. Perché avremmo svenduto il nostro popolo, il nostro territorio, la nostra cultura agli stranieri che per mero interesse economico (e forse per un piano tacito di invasione agevolata) varcano la frontiera per conseguirne la cittadinanza. In altre parole ci consegneremmo agli stranieri che con la cittadinanza regalata ben presto assumerebbero sempre più influenza e potere nelle nostre istituzioni.

Ecco perché io ritengo aberrante regalare la cittadinanza a chi non dimostra con i fatti e con la cultura di essere italiano, non solo nel passaporto ma anche nel cuore e nella mente. E perché questo avvenga realmente, lo straniero che arriva in Italia deve dimostrare  senza dubbi di volersi sentire tale. Il che può avvenire solo dopo un lungo periodo di tempo, e solo dopo che egli ha acquisito la mentalità e ha fatto suo il bagaglio culturale dell’italianità. Diversamente avremmo solo degli stranieri con la cittadinanza italiana, la quale verrebbe da loro usata (e abusata) per imporre i loro valori e la loro cultura sulla nostra. E va da sé che con una politica che non incentiva la famiglia e osteggia la tutela delle tradizioni e dei valori italici, il tempo che impiegherebbero questi stranieri “cittadini” per un completo processo di conversione e di assoggettamento dell’Italia alla loro cultura sarebbe relativamente breve.

A conti fatti, considero altamente antitaliano e contro gli interessi nazionali promuovere e introdurre norme che “regalino” la cittadinanza italiana al primo venuto senza un adeguato processo di integrazione, che certamente non può avvenire in un giorno o in un anno, ma che richiede anni di lavoro e condivisione dei valori del nostro paese. 

La verità è che stiamo scivolando nell’autodistruzione e disgregazione sociale. E i responsabili sono coloro che pensano che regalare la cittadinanza agli stranieri sia un esempio di bontà integrativa e di superamento del razzismo per la costruzione di una società multiculturale e più felice.

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Pia illusione! Prima di tutto non potrà mai nascere una società multiculturale, quando il forte dell’immigrazione è di cultura islamica. In questo contesto “socio-culturale”, come sarà mai possibile creare una società multiculturale? In secondo luogo credo  che permettere invece agli stranieri (islamici e non) di giungere facilmente nel nostro paese e ottenere ancor più facilmente la cittadinanza (o il permesso di soggiorno), non farà altro che incrementare il razzismo e la xenofobia. Non farà altro che creare tensione sociale, con il rischio di violenti scontri etnici che diventeranno sempre più probabili nel momento in cui l’immigrazione (regolare e non) attratta dalla facile cittadinanza aumenterà i propri flussi.

Ecco perché la cittadinanza non è solo un passaporto, ma è anche il modo più efficace per garantire la coesione sociale, il patrimonio culturale italiano e la nostra stessa esistenza come comunità italiana. Non svendiamola al primo arrivato, non barattiamo il nostro bagaglio di tradizioni e di cultura all’inseguimento di una mera chimera multiculturale. Non potrà mai esserci multiculturalismo se questo multiculturalismo non è sorretto da una base solida di condivisione dei valori fondamentali. E finora l’immigrazione non ha condiviso un bel niente, ha solo preso dall’Italia e ha solo dimostrato di essere un fenomeno parassitario e pericoloso per il nostro paese.

Prima di chiudere eccovi i risultati del sondaggio di Il Jester sulla introduzione dello ius soli. Benché non scientifico, il dato dimostra inequivocabilmente che i votanti non vogliono questo criterio di assegnazione della cittadinanza.

Vorresti dare la cittadinanza agli stranieri nati sul territorio italiano?

  • No. Perché non basta nascere qui per dirsi italiano (77%, 53 Voti)
  • Sì. Perché chi nasce nel territorio è italiano. (23%, 16 Voti)

Voti totali: 69

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Autore: Martino » Articoli 1453 | Commenti: 2490

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