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Il demente

Creato il 07 luglio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe

Per cinquanta anni buoni aveva scritto, sempre, senza grande successo. Era uno con le mani in pasta, riusciva così a pubblicare con i più grandi editori. Gli editori lo pubblicavano perché era un ‘soggetto pericoloso’: troppi agganci politici, e mafiosi anche. Di solito stampavano una tiratura di duemila copie, non di più; però a G. gli raccontavano che del suo ultimo romanzo, per la prima edizione, erano state mandate in stampa cinquantamila copie. Regalate alcune copie ad amici e critici letterari compiacenti bene in vista, il resto delle duemila copie rimaneva invenduto, per finire in ultimo al macero. A G. gli editori gli raccontavano d’aver venduto duecento o trecentomila copie. G. gonfiava il petto felice. Per non correre rischi inutili, ci si era rassegnati a pagargli un tot, come se vendesse sul serio bene e tanto.

Il cinquantunesimo compleanno di G. fu quello del cambiamento: l’Alzheimer. La notizia fece presto a passare di bocca in bocca. Una volta che ci si sincerò che G. era andato, politici e mafiosi per primi gli voltarono le spalle. Nel giro d’un paio di mesi G. non aveva più un cane che lo spalleggiasse. Si confortava scrivendo, convinto che i suoi romanzi sarebbero rimasti nella storia della letteratura del suo paese.

Ma anche gli editori, appresa la notizia della demenza di G., subito ne approfittarono per evadere dalle sue grinfie. Il suo editore storico, quando G. venne da lui in persona a presentargli la sua ultima obbrobriosa fatica, gli disse papale papale: “Di libri se ne vendono pochi di questi tempi, bisogna fare dei tagli… Il punto è che i suoi romanzi non funzionano più come un tempo.”
G. sentì la testa girargli a mulino. Più bianco d’un cencio osò domandare: “Ma manderà in ristampa i miei vecchi lavori, almeno questo…!”
“Temo di no. Dobbiamo investire sù nomi nuovi.”
”Ma io sono sempre stato la punta di diamante della E. Non potete, non potete…”.
“Si consoli, non è il solo che è stato messo alla porta.”
“Io alla porta!!!”, sibilò inviperito seppur terribilmente provato nel corpo e nell’animo.
“Mi spiace. La politica della casa editrice si deve adeguare ai tempi.”
“Che significa, ‘si deve adeguare’? Non potete liquidarmi con un calcio in culo. Non potete e lo sapete.”
“Ieri forse era così. Oggi non più.”
G. non riusciva a credere d’esser stato liquidato così, come un demente.
“Non lo… non lo accetto”, balbettò, bianco da far paura persino a un fantasma.
“E’ la nuova politica. I vecchi pederasti come lei, signor G. non tirano più. E a dirla tutta non tiravano neanche ieri. I tempi cambiano, è finita.”
G. inghiottì a vuoto. Sentì mancargli la terra sotto i piedi.

L’ictus che lo colpì tenne incollato G. al letto per buoni tre mesi. Forse se lo sognò, forse no, ma quello che era stato il suo editore storico adesso pubblicava libri di ex veline, di calciatori, di cantanti persino.

Solo come un cane bastardo, G. tirò le cuoia nel suo letto, senza aver mai raggiunto i cinquantadue anni, con il culo sprofondato in una pozza di piscio e di escrementi.


Quaderno delle Calunnie

Il demente

Il quaderno delle calunnie sul sottoscritto Iannozzi Giuseppe verrà mano a mano aggiornato. Non dimenticare mai di leggerlo qui con estrema attenzione, caro Lettore.


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