Come nasce Dandy Level? Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a creare questo brand? È partito tutto un po' per gioco. Ho studiato architettura e la progettistica mi è sempre piaciuta, quindi l'idea di creare qualcosa mi ha sempre affascinato. I tessuti e le finiture particolari sono un'altra mia passione e, anche quando andavo nei negozi, non riuscivo mai a trovare qualcosa che si differenziasse dalle solite cose che si trovano sul mercato, e allore mi è venuto in mente di rendere particolare i jeans inserendo delle applicazioni con lo scopo di offrire al cliente un prodotto più particolare e, perché no, personalizzato.
Perché proprio il nome Dandy Level? C'è qualche motivo particolare? Perché storicamente la figura del dandy si è sempre distinta per la personalità estrosa e la particolarità nel vestire. Dandy Level propone uno stile personalizzato, fine ed elegante all'occorrenza. È un jeans versatile, è perfetto per qualsiasi occasione e con qualsiasi abbinamento, inoltre è made in italy, c'è uno studio molto ricercato dietro. I prodotti Dandy Level sono interamente prodotti in Italia, un po' in contro tendenza rispetto al trend del periodo, ma sicuramente una scelta coraggiosa. Hai incontrato difficoltà nella realizzazione? Che consiglio ti senti di dare a chi vuole affidare la propria produzione ad aziende italiane invece che estere? Ripeto, è partito tutto per gioco. Ho prodotto un campione, e all'inizio non mi è nemmeno piaciuto, ovviamente mi sono scoraggiato. Poi una sera mi sono messo al telefono e ho trovato questa bellissima azienda familiare in zona Calenzano che ha saputo dare vita alla mia idea originale. Ho proposto il materiale a un negozio ed è partito il primo ordine. Il prezzo di uscita del jeans è un po' alto per il negoziante, ma in cambio ha un prodotto di qualità, con una vera e propria lavorazione artigianale. Il made in italy costa tanto, ma è importantissimo, quindi credo sia fondamentale promuoverlo e supportarlo. Quindi vale la pena acquistare un jeans Dandy Level. Sì, ne vale la pena. È un prodotto ricercato, made in italy e il prezzo è giustificato dall'artigianalità del prodotto che non viene confezionato con i macchinari, ma con le mani e il sudore sulla fronte.
Protagonista assoluto delle collezioni Dandy Level è il denim, che è stato sempre un elemento importante in qualsiasi periodo storico, e nel corso degli anni ha sempre cambiato forma e si è rinnovato. Secondo te quali sono le ragioni che rendono il denim così versatile? Cos'ha di più rispetto ad altri tessuti? Il denim non muore mai, è un vero e proprio cavallo di battaglia dell'abbigliamento. Naturalemente, io ho voluto differenziarmi dalle altre firme perché altrimenti la cosa non avrebbe avuto senso, la concorrenza è alta, ecco perché ho deciso di trovare quelle particolarità, quelle cose in più da offrire ai clienti, che sono le targhette intercambiali e gli inserti in tessuto. Il denim piace, piace sempre ed è sempre in evoluzione, si può rendere sempre più speciale, particolare. Personalmente preferisco più il cotone fermo, come il vecchio Levis 501, anche se il denim elasticizzato ha un suo perché, sopratutto quando si parla di comodità.
Nel modo della moda ci sono molto fashion blogger che con il tempo hanno raggiunto un grado di influenza addirittura maggiore rispetto agli adetti ai lavori. Secondo te nella realizzazione di una start-up, il loro supporto è importante? I fashion blogger offrono un'ottima visibilità al prodotto che per una start-up è importantissima, quindi non ci vedo niente di male nel donare qualche capo in cambio di visibilità. Loro ti fanno pubblicità e, allo stesso tempo, se ne fanno tanta grazie al tuo marchio, mi sembra un scambio di favori molto onesto.
Quali
sono i tuoi progetti futuri? Ad esempio, dove pensi che sarà il
marchio Dandy Level tra 5 anni?
Di progetti ce ne sono
tanti, devo prima riuscirmi a farmi pagare dai clienti! Forse questo
è un altro consiglio che sento di dare agli emergenti, bisogna stare
molto attenti e cercare tutelarsi il più possibile con contrassegni
o pagamenti anticipati perché, se si fanno grossi buchi nel
bilancio, tocca saltare intere collezioni, e per le start-up sarebbe
una vera e propria tragedia. Io spero di riuscire a
crescere, con Giulia e Giulia (Parigi e Barbieri, ndr) stiamo
lavorando tantissimo, ci stiamo mettendo tutto l'impegno possibile.
Prudenza e pazienza, poi si vedrà.
Descrivimi il tuo
brand utilizzando i primi tre aggettivi che ti passano per la mente.
Personalizzato, fine,
elegante.
Wrangler o Levi
Levi perché è la
storia.
Chiara Biasi o Chiara
Nasti?
Chiara Biasi perché è
riuscita a farsi una carriera in un modo spietato come quello della
moda. È un ottimo esempio per le figure emergenti di oggi.
The Blonde Salad o
Julia Loves Art?
Julia Loves Art perché
è una persona importantissima della squadra Dandy Level.
Approfittando della
situazione, ho fatto anche qualche domanda a Giulia Barbieri, una
delle social specialists del marchio, riguardo la nuova collezione
con l'intenzione di avere un'anticipazione:
Cosa dobbiamo
aspettarci dalla nuova collezione?
La nuova collezione
uscirà a Gennaio, quindi non si può rivelare niente.
Un'anteprima per noi?
No. No. Ti posso dire che
ci saranno tanti nuovi modelli e nuove tinture particolari. Ci
saranno nuovi tessuti intesi sempre come dettaglio, ma il denim sarà
sempre e comunque il protagonista.
Questa sì che è
professionalità!
da sinistra: l'Aspirante, Niccolò Fontana, Crista Calabra, Giulia Barbieri e Giulia Parigi
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Si ringraziano Giulia Parigi e Giulia Barbieri per la collaborazione
pics by Crista Calabra for L'Aspirante Biondo