Il Denis furioso, il Draghi comunista e la Lega golpista. Un ferragosto al top.
Creato il 15 agosto 2010 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
A chi non lo sapesse diciamo che Mario Draghi, attuale Governatore della Banca d’Italia, ha tra i suoi trascorsi fatti non propriamente trasparenti. Vittorio Feltri sta indagando da tempo su di lui perché un conto è tenere sotto scacco il mite Dino Boffo, direttore del giornale dei preti, delle monache, dei frati, dei diaconi e delle perpetue, un conto è tenere sotto scacco l’ex fascista Gianfranco Fini e la di lui compagna Elisabetta che ha l’unico torto di avere un fratello un po’ così, tutt’altro conto è godere alla lettura del dossier che riguarda nientemeno che il capo del nostro sistema bancario, quello che se combini qualche puttanata, ti manda gli ispettori e ti mette direttamente sotto amministrazione controllata. In un paese in cui, ancora per poco, reggono i contrappesi previsti dalla Costituzione, l’amministrazione controllata di una banca può essere sì richiesta dalla Banca d’Italia ma deve essere controfirmata del Ministero dell’Economia, cioè da Giulio Tremonti, amico e collega di Denis il “mariuolo”. Il braccio destro di Berlusconi nel Pdl, una delle menti superiori di Forza Italia, è stato messo sotto accusa dalla Banca d’Italia per la sua condotta come presidente del Credito Fiorentino. In poche parole, gli uomini di Palazzo Koch hanno scoperto che a gestire l’intero Credito era Verdini in prima persona, avvalendosi di organi sociali statutari esistenti ma totalmente assoggettati ai suoi voleri. Non solo, è di queste ore la notizia che la magistratura ha scoperto un “conflitto d’interessi per oltre 60 milioni di euro”, bazzecole nei confronti dell’ammontare degli affari della “cricca di pensionati rincoglioniti” della quale lo stesso Verdini fa parte. Come ha risposto Denis a questo mare di accuse che lo sta inchiodando a pesanti responsabilità? Come usa fare Silvio, tirando fuori le "palle" (sic!). Conferenza stampa romana, vigilia di ferragosto: “Accuse insussistenti – ha tuonato il toscano – alle quali risponderò pienamente e totalmente”. Il potenziale conflitto di interessi quindi, “è fondato su ipotesi errate di fatto e di diritto, la cui insussistenza sarà presto dimostrata, in quanto ho sempre operato nella massima trasparenza e nell’interesse della banca”. Ed ecco la perla finale: “in merito al nuovo polverone mediatico che si sta alzando e alle conseguenti strumentalizzazioni politiche, aggiungo che nella delibera degli ispettori non c’è traccia alcuna delle infamanti ipotesi uscite sulla stampa nei mesi scorsi, tese a individuare nel Ccf (Credito Cooperativo Fiorentino, ndr.) un crocevia di tangenti e di malaffare”. Vergine come un angelo, pulito come un asciugamano appena uscito dalla lavatrice, Verdini ha rintuzzato puntigliosamente tutte le accuse e, com’è uso fare, rilanciato accusando tutti di vetero comunismo che, come melodia, è risuonato dolcemente nelle orecchie di Vittorio Feltri. Dopo aver chiamato il suo grafico migliore, il Vittorio gli ha affidato l’incarico di taroccare un po’ di immagini che usciranno sulle prime pagine del Giornale di Berlusconi nei prossimi giorni. La photo-gallery comprende: Mario Draghi in camicia rossa garibaldina che gioca una partita a scopa con Nino Bixio. Mario Draghi in completo di velluto partigiano sulle montagne della Val d’Ossola intento a cacciare i nazisti. Mario Draghi con basco nero in testa fotografato fra Fidel Castro e Che Guevara negli Anni ’50 a Cuba. Mario Draghi in jeans ed eskimo che tira un sanpietrino a un celerino a Valle Giulia. Mario Draghi vestito di nero a Genova a capo dei Black-Block. Mario Draghi-infermiere che cerca di soccorrere Anna Politkovskaja contravvenendo alle disposizioni di Putin. Mario Draghi sulla nave di Green Peace mentre abborda una baleniera. Mario Draghi che cerca di portare un carico di medicinali a Gaza fermato e picchiato dai militari israeliani e, per dare un tocco finale alle “vergogne” del Governatore, Mario Draghi che bacia appassionatamente la moglie cosa che, dalle parti del Pdl, è più disonorevole dell’essere colti in flagrante con una velina, che resta il segno inequivocabile di machismo berlusconiano. In attesa delle rivelazioni di Feltri su Draghi, suffragate ovviamente da immagini, siamo in attesa della discesa in piazza del popolo leghista con tanto di lance, frecce e trattori. Calderoli ha già acquistato una fionda, Renzo Bossi un tirapugni, Maroni un accendino cinese che imita alla perfezione un lanciafiamme, Castelli un goniometro da Tartaruga Ninja, Borghezio uno spry al porco anti-islamico e Bossi un nuovo modello di carrozzina-jet sul quale scorrazzare per piazza Navona facendo broom broom. È l’Italia che va. Dei paraculi e dei finti sovversivi. Dei lecchini e dei giostrai. Dei mafiosi e dei collusi. Dei deputati e dei senatori. È l’Italia da mungere manco fosse una mucca padana in quota latte. È l’Italia.
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