Il deposito

Il deposito È un e-book sul trionfo degli e-book: in un futuro – quanto lontano? – i libri di carta, sempre meno usati e sempre più polverosi e popolati di animaletti, cominciano a provocare allergie e infezioni, specie ai bambini. La soluzione? Raccoglierli in un enorme deposito, che solo nella zona d’accesso assomiglia a una biblioteca odierna, luminosa e organizzata, mentre nelle viscere è un accumulo disordinato, un’architettura da brividi – o da incubo – di pile, montagne e tunnel di volumi pericolanti che non si fa mancare nemmeno una fantomatica cascata. Nelle case, ciascuno ha diritto a tenere cento libri, in un’apposita libreria denominata Standard, aerata e sanitizzata – ok, mi andava di usare questa coniazione americana di gran voga – per evitare problemi.Ma metti che ti penti della scelta? Hai diritto a restituire uno dei tuoi volumi a patto di scambiarlo con un altro contenuto nel deposito. La premessa è semplice, la metafora pure, e la storia, che segue un uomo mentre si cala tra i gironi infernali del deposito, cela un solo mistero: perché l’uomo è lì? Che cosa cerca davvero? La bravura di Zaccuri, oltre che in una scrittura limpida – dono raro, di questi tempi – risiede soprattutto nel riuscire a non essere mai banale, a percorrere con intelligenza le pieghe che l’immagine che ha creato gli presta, spingendo ogni lettore-bibliofilo a riflettere sulle sfumature che l’opposizione cartaceo-digitale trasforma in contrasti più netti. E, trattandosi esso stesso di un libro digitale, la provocazione vale un po’ di più. Tra l’altro, siamo di fronte a una novella – stampata occuperebbe una sessantina di pagine –, forma che l’e-book rende di nuovo attraente, anche in termini di prezzo, e che questo interessante editore digitale – 40k, italianissimo ma poliglotta – ha subito adottato per il suo catalogo. Mi piacciono così tanto – il libro e l’editore – che oltre a parlarne in radio, come di consueto, li ho segnalati anche in una ospitata alla neonata tv di La3.