Ma come fa a definirsi superficiale? Lo scrittore che ammiriamo soprattutto per la sua profondità nello scrivere e per la sua straordinaria capacità di descrivere stati d’animo ed emozioni così reali, confessa in un’intervista di non essere mai di cattivo umore forse per la sua superficialità. Leggendo i suoi romanzi non si può certo pensare che dietro quelle pagine si nasconda uno scrittore superficiale ma piuttosto un uomo sensibile, capace di descrivere stati d’animo in cui per il lettore è impossibile non immedesimarsi! Nell’intervista, Fabio Volo parla anche del progetto di aprire una panetteria a New York e del suo desiderio di diventare padre, un’esperienza che vorrebbe vivere nella sua vita!
Non sono mai di cattivo umore, sarà perché sono superficiale, non so… Scrivere libri è stata la mia psicanalisi. Credo di essere sopravvissuto perché non mi prendo molto sul serio.
Se uno a cui non sto simpatico scrive cose su di me vuol dire che non può farne a meno, vuol dire che ho vinto io. Cosa voglio fare adesso? Ho contattato un professore che mi aiuterà a studiare, vorrei aprire una panetteria a New York e spero di fare un figlio. Se non dovessi vivere l’esperienza di padre, mi dispiacerebbe.”
Le invasioni barbariche, 24 febbraio