Magazine Diario personale

Il desiderio di scrivere

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer

Ero sparita per un paio di giorni.Giorni in cui ho cercato di riordinare le idee, giorni in cui ho cercato di darmi qualche risposta e farmi meno domande.Giorni di quaderni, e penne, e matite, e gomme, e cancellini consumati all'inverosimile.Giorni in cui, a furia di sfogliare quelle pagine, m'è tornata un poco di dislessia.Giorni in cui ho detto no a tante cose, belle e divertenti, per il dovere. Tipo al weekend (pagato) a LIPARI con il fidanzato e la sua band.
Giorni di lacrime egoistiche, di "non ce la farò" e di "sono solo un peso per tutti".Giorni in cui la mia immagine riflessa nello specchio mi suscitava la nausea a causa dei chili ripresi (dopo due anni di sacrifici) perchè ho smesso di fumare da un anno e mezzo.
Giorni in cui la voglia di ricominciare a fumare è stata talmente elevata da ritrovarmi, una sera, con una sigaretta in mano come se non avessi detto "addio" al tabagismo, ma solo "arrivederci".
Giorni in cui avrei voluto piangermi addosso per qualsiasi inezia; dai capelli troppo informi ai problemi (lievi) di salute.
Giorni, e ancora giorni.
Fino a quando....
<<Ti ricordi di R.?>>
<<R.?>>
<<Sì. il figlio di Tizio e Caia, cugino di Sempronia...>>
<<Certo che me ne ricordo! Quanti anni ha? Quindici, sedici? Non lo vedo da mesi, chissà come sarà adesso...>>
<<Com'era.>>
<<In che senso?>>
<<E' morto.>>
<<Come?>>
<<La malattia è stata più forte.>>
Ma....
ma lui, era solo un bambino prossimo all'adolescenza.
Era un bambino pieno di sogni, un adolescente pieno di felicità.
Ed era malato.
Lui sorrideva sempre, scherzava con tutti, amava immortalare ogni momento e condividerlo con il mondo intero. Anche con chi conosceva da pochi istanti, come me.
Amava i fantasy, amava la sua famiglia, amava la vita.
Ed era malato.
E lo sapeva benissimo da....quanto? Un anno? Cinque? Da sempre?
Forse. Ma amava comunque la vita, e ne traeva il meglio giorno per giorno come se...come se non dovesse mai succedere ciò che invece è accaduto.
Sono stati giorni in cui mi son seduta davanti a me stessa e ho deciso di parlarmi con le carte in mano e il cuore aperto.
Sono stati giorni in cui mi son resa conto che piangersi addosso per cose che, volente o nolente, passano, non ha senso.
Mi son resa conto che bisogna agire e non disperarsi difronte alla più piccola difficoltà.
E ho deciso. Deciso di combattere un poco di più e lagnarmi un poco di meno. Ho deciso di coltivare i miei interessi, portare avanti a più non posso la mia carriera (per ora solo universitaria) e a non darmi più per vinta.
Devo farlo per me sì, ma vorrei farlo anche per chi non ha potuto, per un motivo o per un altro, continuare.
Continuare ad uscire con gli amici, guardare un film, mangiare un gelato, annoiarsi per i troppi compiti, terrorizzarsi per gli esami di Stato ecc ecc.
Perchè la vita, infondo, ha la sua bellezza.
E R. lo sapeva.

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