Il design inteso come progettazione e legato al concetto di design industriale sembra risalire a tempi antichi, al periodo della prima Rivoluzione Industriale che in Italia arrivò con un certo ritardo rispetto al resto dei paesi europei. Non tutti però sono concordi nell’attribuire questa data alla nascita del design; altri ritengono che sia più opportuno parlare di disegno industriale a partire dall’Esposizione Universale di Londra del 1851, durante la quale venne affrontato uno dei temi più rilevanti del disegno industriale: l’identità dei prodotti che ci circondano, ovvero, una raccolta considerevole di oggetti, soprattutto di uso comune, provenienti da diverse culture. Un’esposizione aperta anche ad artisti e aziende che proposero per la prima volta i propri prodotti a un pubblico giunto da tutto il mondo. Il design ha comunque percorso molta strada prima di arrivare alla sua piena affermazione, come il passaggio per molti movimenti artistico-culturali e tra questi, il Bauhaus fu molto determinante nella storia del disegno industriale. Per quanto riguarda lo scenario Italiano, all’inizio del secolo ‘900 cominciano a vedersi i primi cenni della diffusione del design e in occasione dell’Esposizione Universale del 1906 nella città di Milano, la Società Umanitaria promosse un concorso per l’arredo della casa operaia in quanto cominciava a vedersi l’industria come strumento capace di rispondere alle esigenze di una classe operaia che, per la prima volta, si affacciava sul mercato del consumo. Ma il successo culturale e commerciale del disegno industriale in Italia si ebbe solo a partire dagli anni ’50-’60 del novecento. E' in questo periodo che a Londra vengono inaugurate due esposizioni dedicate al design italiano ma, ad ogni modo, il punto di riferimento del design italiano rimane La Triennale di Milano che, nell’edizione del 1957, giunta all’undicesimo anno, ospitò la Mostra Internazionale dell’Industrial Design, mentre di pari passo continuava a svilupparsi il design della casa e dell’arredo. Tra le tante personalità che hanno contribuito allo sviluppo del design in Italia, ricordiamo Aldo Rossi, Gabetti e Isola, Vittorio Gregotti, Gae Aulenti, Achille Castiglioni e molti altri architetti.
Parigi Sofa - Aldo Rossi Tour Table - Gae Aulenti
Splugen Brau Lampada - Achille e Pier Giacomo Castiglioni
Questa sommaria premessa per introdurre il corso di Interior & Product Design dell’Accademia Euromediterranea. Un percorso della durata di tre anni che affronta i cambiamenti intervenuti nel settore del design nella società contemporanea, tramite una formazione guidata dagli architetti Daniele Spitaleri, Lidia Cuoco e Francesco Rotiroti, che consente di acquisire una visione pratica della professione del designer, fornendo, inoltre, competenze relative alle nuove tecnologie, alla realtà industriale e produttiva e alle nuove esigenze di mercato.
L’architetto Daniele Spitaleri oltre ad essere specializzato in progettazione di interni ed esterni, coltiva un forte interesse per la progettazione di giardini pensili e di opere verdi di mitigazione. Responsabile del Dipartimento Global Design dell’Accademia Euromediterranea, al corso di Interior e Product Design insegna progettazione interior & industrial. Il docente Spitaleri introduce gli allievi al corso di formazione attraverso un indispensabile studio della storia del design nel periodo che va dalla Rivoluzione Industriale fino ai giorni nostri. Successivamente, gli studenti vengono guidati alla progettazione digitale che, dal modulo, giunge al prodotto finito. Punto di partenza è lo schizzo preliminare con il quale si abbozza l’idea, creando in un secondo tempo un moodboard che consente di esprimere le sensazioni di ciò che si vuole ottenere nel progetto conclusivo, il quale prevede la progettazione di un oggetto o di un’unità abitativa corredata dallo studio degli spazi, degli ambienti e dell'arredo. La realizzazione di un progetto non può prescindere dalla conoscenza della tecnologia dei materiali: misure, modelli, proprietà chimiche e fisiche dei materiali da impiegare nel rivestimento orizzontale (pavimenti) e verticale (a parete), oltre a quelli che compongono gli oggetti di design fino ai materiali innovativi come il corten e le resine. Una volta progettato lo spazio abitativo, questo verrà studiato da un punto di vista funzionale e delle esigenze dell’ipotetico cliente, e si procederà all’analisi dell’arredamento per ogni singolo ambiente, alla scelta dei tessuti e dei complementi d’arredo. Gli allievi futuri designer, vengono altresì guidati dal docente Spitaleri all’acquisizione dei metodi relativi all’allestimento di uno spazio interno tramite lo studio delle tecniche di allestimento per mezzo dell’applicazione dei principi della comunicazione visiva. Un approfondimento in particolare viene riservato alle regole di progettazione sulla base delle esigenze compositive e commerciali, al fine di rendere attrattivi i prodotti o i servizi. In particolare, il corso prevede l’analisi dei seguenti allestimenti: allestimento per una mostra d’arte, dall’architettura delle mostre, la progettazione e l’allestimento, fino alle teorie e le tecniche della comunicazione estetica, museale ed espositiva; allestimento culturale ovvero, raccontare per immagini il proprio paese d’origine e infine il merchandising che consiste nell’allestimento di un negozio e delle relative vetrine ponendo attenzione al punto focale e agli espositori.
Gli architetti Daniele Spitaleri e Lidia Cuoco con gli allievi del corso di Interior & Product Design
Elaborazione al computer di uno spazio
Per l’architetto Spitaleri, il designer oggi è una figura poliedrica, sempre alla ricerca di nuovi interessi e stimoli che giungono dall’ambiente circostante nonché dall’arte, dalla natura e dalle tradizioni. E per quanto riguarda lo scenario contemporaneo in materia di design, si assiste a un ritorno alla carta da parati con stampa personalizzata, alla prevalenza di elementi semplici e di ambienti con stile d’arredo minimal.
La docente Lidia Cuoco dopo la laurea in architettura, ricoprì per sei anni il ruolo di assistente universitaria alla cattedra di disegno industriale. Attualmente svolge la libera professione e collabora con l’azienda tessile La Gallina Matta. Al corso di Interior & Product Design ricopre il ruolo di docente in progettazione interior & industrial in sinergia con il già citato Architetto Spitaleri. Con la progettazione interior, gli allievi vengono introdotti allo studio dello spazio abitativo e delle relazioni che intercorrono tra le varie zone che lo compongono. La fase successiva allo studio riguarda la progettazione, per ognuno degli allievi, di un proprio spazio ideale. La progettazione avviene tramite la figura, su carta, di un parallelepipedo di 10 m. x 7m. x 2,70m, all’interno del quale gli allievi mettono in pratica le loro idee progettando uno spazio che prevede le due zone giorno e notte. Questo stadio dell'apprendimento è molto importante per gli studenti del corso di Interior perché si ritrovano ad eseguire esattamente tutti gli step che si svolgono all’interno di uno studio professionale di architettura e di interior. Terminata la compilazione della scheda cliente, precedentemente realizzata, e fornita di misure dello spazio e di misure antropometriche (le misure basate sui movimenti dell’uomo), si passa alla definizione della pianta dello spazio abitativo. E’ qui che a questo punto entra in gioco la progettazione industrial tramite la quale si procede all’elaborazione di oggetti ed elementi di arredo che verranno collocati nel progetto finale. Un’attenzione particolare verrà riservata alla scelta dei materiali, all’ergonomia degli elementi progettati, ai rilievi dello spazio esistente e infine alle esigenze del cliente. Gli elementi d’arredo a loro volta vanno classificati in:
Progettazione di piano che riguarda le superfici (come si progetta un tappeto, i materiali che lo compongono ecc…), uscendo talvolta dai canoni tradizionali, non solo a livello decorativo ma anche funzionale;
Progettazione di stampe per tessuti sia per carta da parati che per piastrelle per la pavimentazione e il rivestimento. Cinque sono le stampe per tessuti: con motivi situazionali, astratti, retrò, geometrici, organici. Non manca un approccio ai tessuti bio-eco come la canapa, il cotone, il bambù, sempre più richiesti negli ultimi anni.
Progettazione di un oggetto vero e proprio come una lampada, un mobile e qualsiasi altro oggetto di arredo da inserire nello spazio abitativo.
Progettazione “design anonimo” ovvero la progettazione di oggetti di uso comune, come la sedia pieghevole riprogettata dagli allievi del corso di Interior; dopo la fase di rilievo, i ragazzi si sono dedicati all’elaborazione creativa della sedia mantenendo comunque le funzionalità di base.
Riprogettazione di un oggetto
Studio dei materiali
Progressivamente nel corso degli anni gli allievi acquisiranno delle competenze che permetteranno loro non più di progettare in maniera immaginaria uno spazio, bensì di addentrarsi in un luogo reale, come un capannone, all’interno del quale dovranno architettare un luogo abitativo, una sala espositiva e un locale pubblico (pub-bar). All’interno di questo progetto, gli allievi verranno guidati alla progettazione di illuminazione. Per quanto riguarda tale progettazione, si inizia con lo studio dell’utilizzo della luce artificiale, delle caratteristiche illuminotecniche per ogni tipologia di progetto sia culturale (teatro, cinema, ecc…) che di mercato ( convention, sfilate ecc…), e successivamente si procederà alla progettazione dei singoli elementi di illuminazione. Le peculiarità creative degli allievi verranno evidenziate a conclusione del percorso formativo tramite lo sviluppo di un progetto riguardante uno spazio abitativo, e la realizzazione di una serie di elementi di arredo o oggetti comuni come un giocattolo, una caffettiera, una tisaniera e un bollitore, dei quali ne faranno un progetto ex-novo.
Per la docente Lidia Cuoco, nell’approccio al cliente è bene far uso di un linguaggio semplice e chiaro, comprenderne le esigenze e con professionalità dirigerlo verso la giusta soluzione per la soddisfazione finale non solo del cliente ma anche del designer. Un lavoro, quello del designer, che prevede uno studio di se stessi, la capacità di tirar fuori le caratteristiche che al meglio lo identificano e danno carattere al proprio lavoro.
Infine, l’architetto Francesco Rotiroti fin dal 1987 coltiva la passione per la computer grafica 3D utilizzandola come strumento di progettazione e ottenendo la qualifica, nel 2015, di “Autodesk Certified Professional 3ds Max 2015”. Al corso di di Interior & Product Design dell’Accademia Euromediterranea insegna Grafica 3D, con lo scopo di far conoscere agli allievi gli strumenti di CAD (computer aided design) a supporto delle varie fasi di sviluppo di un prodotto di design, dalla loro integrazione sia formale che funzionale fino alla rappresentazione grafica di tali fasi. Un approccio graduale alla grafica 3D reso possibile mediante la suddivisione del programma in moduli teorici e pratici, via via più specifici e articolati. A partire dal 1° anno, gli allievi acquisiscono le necessarie competenze di analisi critica degli oggetti di design o degli spazi interni da allestire. Ai cenni storici sulla computer grafica, segue la conoscenza della computer grafica bidimensionale mediante l’utilizzo dei software Adobe, nonché l’acquisizione dei vari sistemi CAD a supporto delle vari fasi di sviluppo del prodotto. Conseguentemente, gli allievi saranno in grado di riprodurre i modelli in maniera fedele, attraverso l’uso del software per la modellazione 3D, ovvero Rhinoceros 3D, e infine mediante l’utilizzo di programmi di grafica vettoriale come Illustrator. Gli allievi proseguiranno con la rappresentazione grafica e la successiva stampa o esportazione dei modelli progettati verso stampanti 3D per la prototipazione, cioè la tecnologia che consente la realizzazione del prototipo progettato. Allo stato attuale è difficile prescindere dall’uso di tali software 3D per la progettazione della quasi totalità degli oggetti che ci circondano, dallo smartphone alla carrozzeria dell’automobile. Indispensabile quindi risulta la padronanza, per il designer, di questi strumenti che permettono di verificare il progetto prima ancora che esso sia fisicamente realizzato, o al massimo, mediante l’ausilio di una veloce stampa in materiale plastico, verificarne forme e volumi in tempi molto ristretti; cosa impensabile fino a qualche tempo fa.
L'architetto Francesco Rotiroti e gli allievi del corso di Interior & Product Design
Progettazione della pianta di un locale
Esempio di un prodotto di interior design
L’architetto Rotiroti consiglia ai futuri designer di non focalizzarsi su uno specifico periodo storico dell’architettura; è più opportuno conoscere l’architettura in tutte le sue fasi evolutive per poter così giungere a una sintesi e realizzare qualcosa di veramente personale da contestualizzare nel periodo in cui si vive. Nella fase di progettazione, i due concetti di forma e funzione si fondono inevitabilmente, altrimenti si rischia di realizzare un oggetto di design completamente privo di funzione e destinato esclusivamente a un mero esercizio di stile, oppure, creare un oggetto che non riesca a comunicare efficacemente la sua funzione. La progettazione consente di esprimere un concetto e comunicarlo su vari livelli percettivi e, contemporaneamente, rispondere alla necessità di risoluzione di esigenze sia funzionali che sociali. E’ con la progettazione di un manufatto o di uno spazio che si determinano non solo le regole, ma anche i rapporti di forma e di peso per procedere successivamente alla realizzazione. Di conseguenza, la fruizione di tale progetto è reso possibile dal rispetto delle norme ergonomiche, dimensionali e statiche che vanno a fondersi con gli aspetti comunicativi e formali.
Il percorso triennale in Interior & Product Design, grazie alla professionalità e la continua collaborazione tra i docenti, non si limita a un mero apprendimento teorico. Uno spazio considerevole è infatti riservato all’apprendimento pratico associato a momenti di ricerca e approfondimento grazie alla partecipazione a fiere di settore come il Salone del Mobile, workshop e eventi culturali che permettono agli allievi di acquisire una visione ampia del decor. Tra i tanti progetti che hanno visto la partecipazione attiva degli allievi, va ricordata l’adesione, nel mese di novembre 2015, alla mostra Lampadine d’Artista tenutasi presso l’Ecolab di Messina, con l’esposizione di due progetti di riciclo creativo.