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Il destino dell’uomo

Creato il 20 settembre 2010 da Renzomazzetti
BICEFALO - Vuoto o con il cercello? E... il cuore?

BICEFALO - Vuoto o con il cercello? E... il cuore?

I N D O V I N A   L ‘ I N D O V I N E L L O ?  La terribile prospettiva che incombe sull’umanità. Quest’azione è, oggi, necessaria, indispensabile ed è il primo confronto e cimento, di valore decisivo di fronte alla terribile prospettiva che incombe sull’umanità, al quale noi invitiamo le forze cattoliche. Di qui deve incominciare il dibattito, la ricerca, la comprensione. Qui prima che in qualsiasi altro campo, si impone, per salvare la umanità attraverso la salvezza della pace, una intesa, una collaborazione tra uomini che siano consci del compito loro supremo e animati da buona volontà. Ma vi sono ostacoli, che vengono da un recente passato, che si debbono riconoscere e superare.

Dedichiamo una riflessione rapida al modo come sono andate le cose, nel campo che ci interessa, negli ultimi due decenni.

Gli uomini uscirono dalla terribile prova del fascismo e della seconda guerra mondiale con l’animo sconvolto, pieni di speranze ma anche di paure, storditi dalla estensione della catastrofe che si era abbattuta su di loro, inclini quindi a subire l’efficacia di predicazioni irrazionali, di tipo emotivo, elementare, e false. Si era poi determinato, con la guerra, un enorme squilibrio nella distribuzione territoriale della ricchezza, delle capacità produttive e del potere su scala mondiale. I paesi europei erano tutti o quasi tutti devastati, dall’Atlantico agli Urali. Gli Stati Uniti d’America uscivano invece dalla guerra senza ingenti danni materiali, ma con una sterminata capacità di produzione industriale e con una ricchezza che sembrava potesse provvedere alle necessità di tutti. Avevano il monopolio dell’arma atomica ed erano convinti che sarebbe durato per un intero periodo storico. Su questa base la loro classe dirigente impegnò una lotta aperta per la conquista di una supremazia mondiale. I paesi dove non esisteva più un regime capitalistico, ma erano diventati socialisti, come l’Unione sovietica, dovevano essere spinti addietro, con tutti i mezzi. Socialismo e comunismo dovevano essere distrutti. Gli altri paesi dovevano essere ridotti a un modello unico, quello capitalistico, impedendo qualsiasi profonda riforma e trasformazione delle loro strutture economiche, politiche, sociali. Si creò in questo modo una situazione che, arrovesciando il corso che gli avvenimenti avevano preso nella lotta contro il fascismo, fu in tutto il mondo caratterizzata da una profonda frattura e da contrasti esasperati.

Incominciò la guerra fredda.

Quale fu, allora, la posizione della Chiesa cattolica? Fu conforme ai vecchi principi della cosiddetta età di Costantino.

Costantino fu quel grande imperatore che, di fronte alla crisi dello Stato e della società, che si esprimeva tra l’altro con l’adesione delle masse alla nuova religione cristiana, trovò la salvezza riconoscendo, da un lato, il cristianesimo come religione dello Stato e ottenendo, d’altro lato, la consacrazione dello Stato da parte della Chiesa. Si creavano così le condizioni di quella alleanza tra il potere spirituale e il potere temporale, che, pure attraverso fiere lotte, contrasti e crisi, doveva essere perseguita per secoli e secoli.

Le gerarchie ecclesiastiche, seguendo questa vecchissima tradizione, aderirono alle posizioni politiche proclamate dagli Stati Uniti, facendosi in questo modo baluardo di un determinato assetto politico e sociale. Così venne condotta quella ch’io chiamerei l’ultima delle crociate, la crociata anticomunista e antisocialista. Nella lotta furono impiegate tutte le armi, spirituali e temporali. La scomunica, le condanne pronunciate dalle più alte cattedre, e la discriminazione politica, la messa al bando di partiti operai avanzati, le condanne, le esecuzioni anche. Da parte comunista vi furono pure asprezze e si commisero errori, si lottava per la vita e per la morte, non tutti i colpi potevano essere misurati. Il risultato fu che nelle masse umane, tra i seguaci di diverse convinzioni politiche e sociali, vennero scavati solchi profondi, che tuttora non sono stati colmati. Venne percorso all’indietro un periodo intiero, per ciò che riguarda la necessità della comprensione reciproca e la possibilità di una intesa per fini comuni.

Nella Resistenza antifascista antifascista comunisti e cattolici erano stati vicini, si erano aiutati. Nella guerra di liberazione avevano combattuto fianco a fianco. Insieme avevano elaborato i grandi principi democratici e sociali della Costituzione repubblicana. Realizzatasi la rottura di cui abbiamo parlato, la necessaria ulteriore collaborazione diventò impossibile e quindi impossibile l’attuazione di quello che era stato l’obiettivo di fondo della Resistenza, il mutamento di classe dirigente, con l’avvento di forze popolari nuove, unite nel compito di creare un ordinamento sociale più giusto. I dirigenti del partito democristiano si gettarono alla cieca nella lotta anticomunista, si orientarono per il contatto e l’alleanza con il quarto partito del vecchio ceto privilegiato, ne ricevettero tutto l’appoggio e così venne restaurato il vecchio ordinamento capitalistico, con tutte le sue contraddizioni interne, le sue tare, la miseria, lo sfruttamento, l’oppressione delle classi non possidenti.

I N D O V I N A L’ I N D O V I N E L L O:

I N C H E A N N O E D I C H I E’

Q U E S T O S C R I T T O?

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THERIOS:SANTA INQUISIZIONE:sono i crimini del cattolicesimo oppure della chiesa medioevale?

THERIOS:SANTA INQUISIZIONE:sono i crimini del cattolicesimo oppure della chiesa medioevale?

VI SON GIORNI, COMPAGNI

Vi son giorni, compagni, vi sono ore,

se pena di mia sorte m’assale,

se i tanti anni in lotta aspra vissuti

più gravare sento su le dolenti ossa

e solitaria gemo nello sgomento

che mia voce, mia unica forza,

perduta abbia ogni sua potenza,

vi son giorni, compagni, vi sono ore,

che il pensiero di voi improvviso sorgendo,

sferza e insieme balsamo,

fronte mi risolleva e cuore,

pensiero di voi innumeri lontani,

fatica immensa e sofferenza per le vie del mondo,

pur mai coraggio voi smarrite né certezza,

vi son giorni, compagni, vi sono ore,

che l’immagine riapparendo di vostra eroica fede,

IL DESTINO DELL’UOMO

ogni mio malore io più non avverto,

ogni terrore vanisce di un fioco tramonto,

e unita a voi, fonte viva come niuna,

nella luce d’una stessa aurora,

nello spazio vasto, compagni amati, procediamo.

-Sibilla Aleramo-

 


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COMMENTI (1)

Da francodalucca
Inviato il 24 settembre a 20:33
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Un apprezzamento particolare per questa donna straordinaria( Sibilla Aleramo)che scrive delle poesie cosi’ struggenti. Per l’indovinello, il testo puo’ essere ricondicibile ad un pensiero liberale e moderno di uno statista del primo dopoguerra,anni 50/60.Ma non voglio azzardare dei nomi a caso.