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E se le leggi darwiniane servissero anche a capire il destino della musica? Stando, infatti, a uno studio inglese, sarebbe possibile scrivere la perfetta canzone pop grazie a un sistema computeristico basato sulla selezione naturale di Darwin. Un mix fra scienza e arte, è la proposta del team del'Imperial College di Londra, basato sulla capacità di “intuire” il cammino della musica moderna; non in base allo studio dei principali compositori, bensì su quello degli ascoltatori. È l'ascoltatore, infatti, che seleziona le musiche a disposizione, decretandone i vincitori, proprio come accade nella competizione fra le specie naturali. Così sarebbe possibile risalire – attraverso l'evoluzione darwiniana – alla canzone pop ideale per la nostra società (e per i tempi che corrono). Armand Leroi, coautore della ricerca dell'Evolutionary Development Biology dice: «Noi sappiamo che ogni artista influenza un altro. È stato così per Bach, Beethoven, Brahms. È così per MacCartney e Gallaghers degli OASIS. Tuttavia ci si chiede: qual è il vero motore dell'evoluzione musicale?». È stato approntato un software noto come DarwinTunes. È un contenitore di “sezioni” di rumori e suoni votati da un campione di utenti (7mila persone). I pezzetti più votati – un centinaio - venivano “mischiati” fra loro, fino a creare nuove composizioni che venivano di nuovo votate. Così i brani più gettonati, in pratica, andavano avanti “riproducendosi”, mentre gli altri scomparivano (come accade nell'estinzione delle specie). Dopo circa 2500 trasformazioni – vale a dire generazioni di canzoni – si è arrivati all'elaborazione di veri e propri brani, plasmati secondo le esigenze moderne. E ricombinati proprio come accade a livello cromosomico. La ricerca offre, dunque, due spunti importanti. Dal primo si conferma il fatto che le teorie darwiniane possono essere messe in campo anche in ambiti lontani dalla biologia; dall'altro si può pensare di comprendere il motivo per cui alcuni generi musicali sopravvivono nel tempo a discapito di altri.
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